Da qualche settimana ho in cantiere una "recensione" non proprio benevola di un film italiano recentemente uscito nelle sale, e del romanzo da cui è stato tratto... ma non ho tanta voglia di ultimare il post, per cui ti parlerò invece della pellicola che ho visto oggi pomeriggio: Benvenuti al Sud. Trattasi del remake nostrano di un grande successo comico d'oltralpe, Giù al Nord, che non ho visto perché, se devo essere sincera, non mi convinceva l'idea di esportare un film dedicato alle differenze tra nord e sud di un Paese straniero, per quanto vicino, come la Francia... mentre invece ritengo che per noi italiani possa essere molto più immediato comprendere la pellicola diretta da Luca Miniero, in quanto le realtà a confronto sono il settentrione e il meridione della nostra penisola.
La trama: Alberto Colombo (Claudio Bisio) è il direttore di un ufficio postale a Usmate, un piccolo comune della Brianza. Sua moglie Silvia (Angela Finocchiaro) vorrebbe tanto andare a vivere a Milano... e così, per accontentarla, il nostro escogita una pensata subdola: fingersi invalido per usufruire delle relative agevolazioni ed ottenere finalmente il trasferimento a lungo agognato invano. Peccato per lui che si lasci sgamare in men che non si dica come un pirla (eh, quanno ce vo', ce vo'! ;-))... e a questo punto l'unica alternativa al meritato licenziamento è accettare di trasferirsi per due anni al Sud, nel Cilento. Sia pur molto a malincuore, Alberto fa le valigie e raggiunge Castellabate, deliziosa cittadina a picco sul mare dichiarata patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO ed inclusa tra i borghi più belli d'Italia, tutto infarcito di pregiudizi e stereotipi negativi sul meridione. Ben presto però imparerà a conoscere il bello di uno stile di vita così diverso dal suo e ad apprezzare i "terùn", gente generosa, ospitale e dal cuore d'oro, stringendo amicizia soprattutto con Mattia (Alessandro Siani), un postino tenero e mammone innamorato della bella Maria (Valentina Lodovini). Alla moglie, rimasta al Nord con il figlioletto di otto anni, Alberto continua però a far credere di fare una vita d'inferno... e questo inspiegabilmente giova al loro rapporto.
La citazione clou: «Quando un forestiero viene al Sud, piange due volte: quando arriva e quando parte».
Buona parte della comicità del film si regge sulle incomprensioni "linguistiche": a Castellabate tutti parlano un dialetto così stretto da risultare spesso incomprensibile anche ai non "padani" come me... ma l'assenza dei sottotitoli, dei quali a tratti ho sentito un po' la mancanza, può aiutare lo spettatore ad immedesimarsi nello spaesamento del protagonista.
Benvenuti al Sud l'ho trovato piuttosto spassoso, e ne consiglio la visione a chi desidera trascorrere un'oretta e mezza di divertimento non volgare né superficiale. Volendo trovargli un difetto, direi che mi è sembrato un po' troppo ruffiano e buonista: propone un ritratto del Sud tendenzialmente idilliaco, a sua volta ricco di stereotipi per quanto positivi, che però non corrisponde del tutto alla realtà, purtroppo. Non per niente la pellicola è dedicata alla memoria di Angelo Vassallo, il coraggioso sindaco di Pollica che un mese fa è rimasto vittima di un attentato di stampo camorristico a breve distanza dalla location dove si era svolta gran parte delle riprese del film. Neanche a farlo apposta, il protagonista di Benvenuti al Sud arriva per la prima volta a Castellabate munito addirittura di giubbotto antiproiettile... e il suo interprete Claudio Bisio, che quelle scene le aveva girate prima dell'assassinio, ha amaramente commentato: «Dopo l'uccisione di Vassallo m'è venuto da pensare che forse le cose sarebbero andate diversamente se quel giubbotto antiproiettile l'avesse indossato lui»
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