Oggi, leggendo un post pubblicato sulla pagina Facebook Terra, sono venuta a sapere che
Un uomo di 61 anni, in emodialisi per insufficienza renale allo stadio terminale a causa del morbo "Linfoma di Hodgkin" ha contratto la #COVID19.
Dopo 11 giorni di cure è stato dimesso e dopo 4 mesi, il tumore è pressoché sparito.
Si ipotizza (quindi non si hanno ancora dati certi) che l'infezione SARS-CoV-2 abbia innescato una risposta immunitaria antitumorale facendo regredire la malattia.
Se Terra non ti sembra abbastanza attendibile, mi auguro che non avrai obiezioni riguardo alla fonte a cui si fa riferimento, SARS‐CoV‐2‐induced remission of Hodgkin lymphoma, pubblicato sul British Journal of Haematology.
[Piccola nota personale: il linfoma di Hodgkin mi fa paura da quando all'età di diciannove anni lessi il libro autobiografico Il male addosso, nel quale Sandra Verda, che fino ad allora conoscevo solo come sceneggiatrice delle storie di Topolino, raccontava la battaglia che, quando era ancora più giovane di quanto fossi io all'epoca, combatté – a qualcuno la terminologia bellica usata in ambito sanitario fa storcere il naso, ma io la trovo più azzeccata che mai – contro questa forma tumorale. Soltanto adesso scopro che l'autrice è morta d'infarto nel 2014, ad appena 55 anni.]
D'altro canto certi giornali italiani, per qualche clic in più, non esitano a usare titoli fuorvianti che rischiano di favorire tendenze deleterie, soprattutto in chi si ferma al titolo senza prendersi la briga di leggere l'articolo. Ad esempio Il Secolo XIX ha titolato Anziana vaccinata in rsa genovese muore per emorragia cerebrale (in seguito il titolo è stato modificato, presumo in seguito alle numerose critiche): praticamente un invito a nozze per no-vax e complottisti vari. Leggendo l'articolo si scopre che...
Data la concomitanza degli eventi sono state avviate indagini autoptiche e "al momento non si rilevano nessi causali diretti tra emorragia e vaccino".
... ma oramai il danno è fatto: sono già pronte contestazioni del tipo «al momento non si rilevano nessi causali, ma chissà, in futuro?», «sicuramente un nesso c'è ma non CIELO dicono!!!1!».
Ironia della sorte, il termine covidiota, coniato per definire gli stupidi che ignorano il protocollo di distanziamento sociale contribuendo così a diffondere il COVID-19, è stato adottato da no-vax e negazionisti vari, i quali lo usano per appellare noi, sì, proprio noi che ci preoccupiamo per questa pandemia che secondo loro è tutta una montatura ideata non si sa bene a quale scopo. Un ribaltamento di significato davvero sconcertante.