Oggi pomeriggio sono andata al cinema a vedere il film
Wonder, diretto da Stephen Chbosky e tratto dall'omonimo bestseller di R.J. Palacio... e beh, che dire, ho avuto gli occhi pieni di lacrime per quasi tutto il tempo! La storia, del resto, era tale da addolcire anche i cuori più duri; eccone qui di seguito una sintesi (su
maperò, il blog di Lilli Mandara, puoi leggere una
recensione più approfondita).
Il piccolo August Pullman (Jacob Tremblay, già visto in Room), detto Auggie, è nato con una malformazione cranio-facciale congenita – la cosiddetta sindrome di Treacher Collins – e ha dovuto subire decine di operazioni chirurgiche che gli hanno restituito la capacità di respirare, vedere e sentire, ma non un volto "normale"; per questo preferisce camuffarsi più che può sotto un casco da astronauta. Dopo essere stato istruito in casa per anni dalla mamma Isabel (Julia Roberts), circondato dall'affetto anche del papà Nate (Owen "Crodino" Wilson) e della sorella maggiore Olivia detta Via (Izabela Vidovic), Auggie comincia a frequentare la prima media alla Beecher Prep School e deve fare i conti con le reazioni dei compagni di fronte al suo aspetto, che vanno dal disagio alla paura – c'è chi teme addirittura che la sua deformità sia contagiosa come la peste – per arrivare al bullismo vero e proprio.
Tra i compagni di scuola di Auggie c'è chi parla male di lui alle sue spalle con leggerezza, senza sapere che il ragazzino è in ascolto e senza rendersi conto del male che gli fa; una situazione che mi ha rammentato un
post pubblicato mesi fa nella pagina
Relax Kids Tamworth, del quale riporto qui di seguito la traduzione.
Oggi durante una delle nostre lezioni ho mostrato ai bambini due mele (i bambini non lo sapevano, ma prima della lezione avevo ripetutamente fatto cadere una delle mele per terra, nessuno l'avrebbe mai detto, entrambe le mele sembravano perfette). Abbiamo parlato delle mele e i bambini hanno notato come sembrassero identiche; entrambe erano rosse, di dimensioni simili e sembravano abbastanza succose da mangiare.
Ho preso la mela che avevo fatto cadere per terra e ho iniziato a dire ai bambini quanto non mi piacesse quella mela, che la trovavo disgustosa, di un colore orribile e il gambo era davvero troppo corto. Ho detto loro che, siccome non mi piaceva, non volevo che piacesse nemmeno a loro, quindi avrebbero dovuto insultarla pure loro.
Alcuni bambini mi hanno guardata come se fossi pazza, ma abbiamo fatto girare la mela in tondo insultandola, «Sei una mela puzzolente», «Non so nemmeno perché esisti», «Probabilmente hai dentro i vermi», ecc.
Abbiamo davvero fatto a pezzi quella povera mela. Ho iniziato a provare pena per la poveretta.
Abbiamo poi fatto girare in tondo l'altra mela e abbiamo iniziato a dirle parole gentili, «Sei una mela deliziosa», «La tua buccia è stupenda», «Che bel colore hai», ecc.
Ho poi sollevato entrambe le mele, e ancora una volta abbiamo parlato di analogie e differenze, non vi è stato alcun cambiamento, entrambe le mele sembravano ancora uguali.
Poi ho tagliato le mele a metà. La mela con cui eravamo stati gentili era chiara, fresca e succosa all'interno.
La mela alla quale avevamo detto parole scortesi era ammaccata e tutta molliccia all'interno.
Credo che nella mente dei bambini si sia immediatamente accesa una lampadina. Hanno davvero capito, quello che abbiamo visto dentro quella mela, le ammaccature, la poltiglia e i pezzi rotti è quello che succede dentro ognuno di noi quando qualcuno ci maltratta con le parole o le azioni.
Quando le persone sono vittime di bullismo, specialmente i bambini, si sentono malissimo dentro e a volte non mostrano o dicono agli altri cosa provano. Se non avessimo tagliato a metà quella mela, non avremmo mai saputo quanto dolore le avevamo causato.
Ho condiviso la mia esperienza di sopportare le parole scortesi di qualcuno la scorsa settimana. In apparenza sembravo a posto, continuavo a sorridere. Ma dentro di me qualcuno aveva provocato molto dolore con le sue parole e stavo soffrendo.
A differenza di una mela, noi abbiamo la capacità di evitare che questo accada. Possiamo insegnare ai bambini che non va bene dirsi l'un l'altro cose cattive, e parlare di come questo faccia sentire gli altri. Possiamo insegnare ai nostri figli a supportarsi l'un l'altro e a fermare ogni forma di bullismo, proprio come ha fatto oggi una bambina quando si è rifiutata di dire alla mela parole scortesi.
Sempre più ferite e danni avvengono dentro di noi se nessuno fa niente per fermare il bullismo. Creiamo una generazione di bambini gentili e amorevoli.
La lingua non ha ossa, ma è abbastanza forte da spezzare un cuore. Quindi presta attenzione alle tue parole.
[AGGIORNAMENTO]
Wow, non mi aspettavo questo genere di reazione, ma siccome sono venute fuori molte domande ho pensato di chiarire alcuni punti.
La mela era una mela rossa, e per assicurarmi che il suo aspetto rimanesse come se non ci fossero danni al suo interno le ho dato ripetutamente (ma delicatamente) dei colpetti sul pavimento più e più volte. Toccandola potevi sentire le ammaccature, ma non potevi vederle. Nessuno in classe l'ha notato.
Dopo che la mela è stata tagliata a metà e i bambini hanno scoperto i danni, abbiamo discusso di come io avessi volutamente ammaccato la mela prima della lezione per spiegare che spesso noi non vediamo il dolore che le nostre parole causano alle persone. Questo ha avuto un impatto molto forte. I bambini hanno afferrato e hanno compreso.
Una delle citazioni chiave di
Wonder è il precetto scritto sulla lavagna dal professor Browne il primo giorno di scuola di Auggie: «
Quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile» (non sono le stesse identiche parole che si sentono nel doppiaggio italiano, ma questa la trovo una traduzione più corretta della frase originale del dottor
Wayne W. Dyer).
A proposito di gentilezza, l'attrice e regista
Sabrina Paravicini – che forse ricorderai nel ruolo dell'infermiera Jessica nella serie televisiva
Un medico in famiglia – sta lavorando a un documentario dal titolo
Be Kind, sii gentile. Protagonista del
teaser è Nino, aspirante regista dodicenne al quale all'età di due anni e mezzo è stata diagnosticata la
sindrome di Asperger, una forma di autismo infantile. Anche grazie al coraggio e alla tenacia di sua madre, la stessa Sabrina Paravicini, il bambino ha compiuto enormi progressi sottraendosi all'isolamento totale al quale quella diagnosi infausta sembrava condannarlo. E oggi, assieme alla sua mamma, vuole raccontarci le storie di persone che hanno fatto della loro diversità un vero talento, una spinta in avanti verso il futuro, una grande avventura.
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