sabato 31 ottobre 2020

Halloween ai tempi del coronavirus

Oggi si festeggia – almeno in teoria, perché con le restrizioni attualmente in vigore la vedo difficile – Halloween (anche detto "Allauin", copyright Vincenzo De Luca)... ma per me, che già negli anni "normali" non vedevo particolarmente di buon occhio questa ricorrenza, il mio atteggiamento attuale al riguardo si riassume nell'immagine qua sotto.

Si può cancellare Halloween quest'anno?
  • Abbiamo avuto abbastanza paura
  • Indossiamo già delle mascher(in)e
  • E sono 7 mesi che mangiamo dolci e cioccolatini

Ecco qualche altra immagine a tema...




... e infine un video nel quale il comico Paolo Camilli racconta a modo suo Halloween ai tempi del coronavirus.

venerdì 30 ottobre 2020

Le emozioni di un bambino

Quest'oggi ti propongo un'immagine condivisa da una mia "facciamica" che è mamma di due bambini.

Atteggiamenti che uccidono lo sviluppo emotivo del bambino

  1. Inculcare paura («Non andare lì, c'è un mostro!»)
  2. Condizionare l'amore («Se non mangi non ti voglio più bene»)
  3. Innescare senso di colpa («Se fai così, la mamma piange»)
  4. Punire le emozioni («Se piangi ancora, niente gelato!»)
  5. Dire bugie («Se ti calmi, la mamma ti porta alle giostre»)
  6. Invalidare le emozioni («Arrabbiarti nen servirà a nulla»)
  7. Essere ipercritici («Sei un pasticcione, non sai fare nulla»)

Non puoi decidere che emozioni deve sperimentare tuo figlio,
ma puoi decidere di guidarlo verso una modalità sana di vivere e gestire le emozioni!

Io di figli non ne ho, ma bambina lo sono stata, e ho subito alcuni – magari non tutti, e non a livelli così estremi – di questi atteggiamenti che i "grandi" mettevano in atto in modo inconsapevole, sperimentando in prima persona quanto possano essere dannosi. Crescendo ho dovuto lavorare parecchio su me stessa per "riparare" almeno in parte i danni.

giovedì 29 ottobre 2020

Non c'è niente da ridere

Quest'oggi, dal momento che – tanto per NON cambiare – sono dell'umore adatto, condivido due vignette all'insegna del black humour che non fanno ridere, ma tutt'al più riflettere.

In Paradiso 
Come sei morto?
Stavo abbracciando il mio migliore amico.
No, voglio dire, che cosa ti ha ucciso?
Non m'importa. Stavo abbracciando il mio migliore amico.
Io... io vedo... una luce
Non andartene, nonno!
 
Congratulazioni, è un bel maschietto sano!

mercoledì 28 ottobre 2020

#buioinrete

 

Durante il primo lockdown i bravissimi Oblivion, che ho avuto il piacere di vedere dal vivo ad aprile 2018, hanno fatto il possibile per intrattenere il loro pubblico, rendendo disponibili su YouTube i video di alcuni loro spettacoli e caricando altri sketch registrati rigorosamente a casa, come richiesto dalle circostanze. Dopo l'ultimo DPCM, che tra le altre cose chiude cinema e teatri (considerati attività non essenziali, come se chi ci lavora non ne avesse bisogno per portare a casa la pagnotta, e come se gli stessi spettatori non avessero bisogno di evasione in un momento storico cupo come questo), hanno deciso di adottare un approccio completamente diverso, spiegandolo nel video qua sotto.

Siamo qui, ad allestire il nostro nuovo spettacolo Oblivion Rhapsody che avrebbe dovuto debuttare tra una settimana.
Non fermeremo l’allestimento (il Dpcm non lo vieta), ma non potremo andare in scena, così come tanti nostri colleghi.
Il teatro è un luogo sicuro, lo è stato in questi mesi e continua ad esserlo anche adesso, si gode da spettatori in sicurezza e ci si lavora in sicurezza, come stiamo constatando di persona da qualche settimana.
Questa primavera lo stop all’attività dal vivo ci aveva fatto venire subito la voglia di continuare a lavorare in rete. Abbiamo fatto dirette quotidiane sui social per due mesi, programmando una volta alla settimana anche lo streaming di un nostro spettacolo teatrale. Più di mille persone ci hanno seguito tutti i giorni.
Questa volta vogliamo dare un segno opposto.
A chi fa chiudere il sipario rispondiamo con una (ben più piccola) chiusura simbolica ma concreta: interromperemo l’attività sui social network fino alla riapertura della sale teatrali e oscureremo il nostro canale Youtube per questa settimana.
Il buio in sala, sinonimo dello spettacolo che sta per iniziare, diventa BUIO IN RETE.
Se dal teatro si può prescindere nella vita reale, lo si faccia anche in quel sostituto fittizio che è il web.

Nelle scorse settimane l'AGIS (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo) aveva reso noto che «Su 347.262 spettatori in 2.782 spettacoli monitorati tra lirica, prosa, danza e concerti, con una media di 130 presenze per ciascun evento, nel periodo che va dal 15 giugno (giorno della riapertura dopo il lockdown) ad inizio ottobre, si registra un solo caso di contagio da Covid 19 sulla base delle segnalazioni pervenute dalle ASL territoriali. Una percentuale, questa, pari allo zero e assolutamente irrilevante, che testimonia quanto i luoghi che continuano ad ospitare lo spettacolo siano assolutamente sicuri».

 

Eppure si chiudono i teatri, mentre i mezzi pubblici continuano a circolare stracolmi senza alcun rispetto delle norme di sicurezza. C'è chi obietta: eh, ma la gente al lavoro o a scuola deve pur andarci. Non vorrei fare l'uccello del malaugurio, ma non sono certo la prima a dire che di questo passo un secondo lockdown, per quanto il governo abbia fatto di tutto per scongiurarlo, non ce lo toglierà nessuno. E prima comincia, prima si porrà un freno a questo disastro. Sperando che nel frattempo non scoppi qualcosa di molto simile a una guerra civile; ci sono già stati segnali parecchio inquietanti in tal senso.

martedì 27 ottobre 2020

A che serve studiare?

Quest'oggi condivido la foto di una pagina di giornale – non sono riuscita a risalire né al periodo né alla testata – trovata sui social: vi si legge una lettera indirizzata da un lettore al giornalista Corrado Augias.

Caro Augias, ricordo ancora la domanda che ci fece il professore di Filosofia il primo giorno di liceo: «A che serve studiare? Chi sa rispondere?». Qualcuno osò rispostine educate («a crescere bene...», «a diventare brave persone...»). Niente, scuoteva la testa. Finché disse: «Ad evadere dal carcere». Ci guardammo stupiti. «L’ignoranza è un carcere – aggiunse –. Perché là dentro non capisci e non sai che fare. In questi cinque anni dobbiamo organizzare la più grande evasione del secolo. Non sarà facile, vi vogliono stupidi ma se scavalcate il muro dell’ignoranza poi capirete senza dover chiedere aiuto. E sarà difficile ingannarvi. Chi ci sta?». Mi è tornato in mente quell’episodio indelebile leggendo che solo un ragazzo su venti capisce un testo. E penso agli altri 19, che faticano ad “evadere” e rischiano l’ergastolo dell’ignoranza. Uno Stato democratico deve salvarli perché è giusto. E perché il rischio poi è immenso: le menti deboli chiedono l’uomo forte.

Notevole, nevvero?

lunedì 26 ottobre 2020

Vediamo se a cantarglielo gli entra in testa...

Uno dei video più carini che abbia visto riguardo a un argomento tutt'altro che piacevole come la pandemia è questo qui sotto, realizzato da Noah Lindquist. Trattasi di una parodia di Be Our Guest (testo), brano tratto dalla colonna sonora del classico d'animazione Disney Beauty and the Beast (nella versione italiana La bella e la bestia la canzone s'intitola Stia con noi, e questo è il testo). Le parole originali sono state rivoluzionate allo scopo di provare a convincere anche i no-mask più refrattari a mettersi quell'accidenti di mascherina!

Metti la mascherina / Metti la mascherina / È davvero chiedere tanto? / Lega un po' di stoffa intorno al viso, oh, è il compito più semplice / In palestra / Al negozio / Non trattarlo come un lavoro di routine / No, questi ordini non sono dannosi / Tutte le tue teorie sono immaginarie / Basta bugie / Basta litigi / Nessuno ti sta togliendo i tuoi diritti / Tutte queste congetture mi fanno venire voglia di una fiaschetta / Venite a leggere un po' di dati / Voi tutti che mettete in discussione le mascherine / Metti la mascherina / Metti la mascherina / Metti la mascherina / È una mascherina / È una mascherina / Santo cielo, è solo una mascherina / È un peccato che chiedere alla gente di seguire le regole dia così fastidio / Puoi gridare / Puoi lanciare occhiatacce / Ma ascolta, Karen, non mi interessa / Non ho mai visto la gente fare tante storie / Per un f***uto pezzo di stoffa / «Non riesco a respirare!» / «Sento troppo caldo!» / Smettila di lamentarti, c'è un pensiero / Fattene una ragione e non seccarmi / Abbiamo molto da fare / E non è "solo un'influenza" / Quindi metti la mascherina / Metti la mascherina / Metti la mascherina / Metti la mascherina / Metti la mascherina / Metti la mascherina / Tira fuori la testa dalla sabbia [l'espressione originale era un pochino meno elegante, diciamo ;-) NdC] / Provare a pensare a qualcun altro oltre a te stesso è tutto ciò che chiediamo / Mentre sei seduto / A guardare la FOX / A ignorare la scienza e i medici / Wow! La tua ignoranza si sta manifestando mentre il bilancio delle vittime continua a crescere / Caso per caso / Test per test / Non dimenticare che non sei oppresso / Fino a quando non ci saremo buttati questa dannata pandemia alle spalle / Cerca di non essere così irascibile / Abbi un po' di fiducia in Fauci / Metti la mascherina / Metti la mascherina / Lavati le mani, e metti la MASCHERINA!!!!!

La rima grouchy/Fauci è qualcosa di sublime!!!

[UPDATE] A quanto pare l'idea era troppo bella perché altri non cercassero di imitarla, con esiti che lascio giudicare a te. Ecco una versione in dialetto, per fortuna sottotitolata, e una in italiano rovinata a mio parere dal superfluo featuring di Barbara D'Urso.

domenica 25 ottobre 2020

Chi preferisce colare a picco?

Quest'oggi condivido un'immagine pubblicata dalla (consigliatissima) pagina Facebook IFLScience.

Se il naufragio del Titanic accadesse oggi 
«Muoiono più persone uccise dalle capre che per annegamento, smettetela di allarmare la gente» 
«Io chiamo i giubbotti di salvataggio "pannolini per il corpo"» 
«Sai che la candeggina ti tiene al caldo? È vero. L'ho sentito dal video di YouTube che mi ha detto che l'iceberg ha un adesivo "made in China" sul retro» 
«Torno dentro, se cambiamo il nostro modo di vivere l'iceberg ha vinto» 
«Si tratta di controllo. Ci stanno togliendo il diritto di rimanere su transatlantici che stanno affondando»
«Questo è assolutamente terribile per l'economia»

In effetti, vedendo in che modo una parte tutt'altro che trascurabile del genere umano sta affrontando l'attuale disastro, mi vengono seri dubbi sul fatto che ci stiamo evolvendo. Perlomeno non dal punto di vista della razionalità...

sabato 24 ottobre 2020

Andrà come deve andare

Su questo blog ho già accennato un paio di volte a quanto mi desse fastidio la retorica dell'"andrà tutto bene"... e a giudicare da come sta evolvendo la pandemia mi sento un po' come Cassandra, ahimè. Il governo sta lavorando a un DPCM ancora più restrittivo rispetto a quello annunciato domenica scorsa, ma non si parla di un secondo lockdown: anche se a questo punto sarebbe forse l'unico modo per contenere efficacemente i contagi, temo che il Paese non possa proprio permetterselo dal punto di vista economico e sociale.

Ecco alcune immagini che ho raccolto sui social e che declinano l'"andrà tutto bene" in vari modi, ma tutti più realistici rispetto all'originale.







Quel che è certo è che in un modo o nell'altro se ne uscirà, e a quel punto dovremo tutti – tutti i superstiti, sottinteso :-/ – rimboccarci le maniche. La metafora del pianeta da ridisegnare rappresentata nell'immagine qua sotto, condivisa da un mio "facciamico", è un tantino iperbolica ma rende l'idea del cambiamento epocale che stiamo attraversando. E speriamo che non ci si spezzino le matite colorate... ;-)

venerdì 23 ottobre 2020

Non sono solo favolette

Il centenario della nascita dello scrittore Gianni Rodari, specializzato in letteratura per l'infanzia, è stato celebrato anche da Google con il Doodle odierno.

Per l'occasione ti propongo, tra le innumerevoli possibilità, due suoi componimenti nei quali mi sono imbattuta di recente e che trovo incredibilmente ricchi di significato. Anche per i "grandi"!

Prima Il dromedario e il cammello, un vero e proprio inno alla tolleranza e all'accettazione delle diversità...

 ... poi I bravi signori, che mette in guardia contro il rischio di dare troppa importanza a ciò che effimero lasciandosi sfuggire le cose davvero importanti.

Un signore di Scandicci
buttava le castagne
e mangiava i ricci.

Un suo amico di Lastra a Signa
buttava i pinoli
e mangiava la pigna.

Un suo cugino di Prato
mangiava la carta stagnola
e buttava il cioccolato.

Tanta gente non lo sa
e dunque non se ne cruccia:
la vita la butta via
e mangia soltanto la buccia.

Niente male per una filastrocca, nevvero? :-) Il testo è diventato una canzone portata dal successo da Sergio Endrigo con il titolo Il signore di Scandicci.

giovedì 22 ottobre 2020

Per chi ha bisogno di bellezza

Per due giorni di seguito le immagini scelte come Astronomy Picture of the Day hanno reso omaggio all'Italia e ai suoi splendidi paesaggi sormontati da cieli mozzafiato.

Due giorni fa è toccato a Saturn and Jupiter over Italian Peaks – Saturno e Giove (quasi) in congiunzione sopra le Tre Cime di Lavaredo, immortalati da Giorgia Hofer due settimane fa...

... mentre ieri è stata la volta di A Night Sky Vista from Sardinia, fotografia scattata da Tomáš Slovinský in Sardegna, che raduna un gran numero di famosi oggetti celesti.

Se non riesci a riconoscerli, la versione "annotated" ti sarà senz'altro d'aiuto.

mercoledì 21 ottobre 2020

Speak as you eat!

[A quanto pare questo è già il terzo post che intitolo così... Non so se dare la colpa alla scarsa inventiva oppure al rimbambimento incombente! ;-)]

L'altro giorno una mia "facciamica" ha raccontato di aver sentito la pubblicità di una rivista femminile che diceva più o meno «Tutti i brand del momento! Accessori, i must have che non devono mancare! Per essere sempre fashion». Ho cercato lo spot ma invano, in compenso ho trovato un articolo dal tono simile pubblicato a giugno di cui riporto alcuni frammenti piuttosto eloquenti.

Accessori estate 2020, "i fantastici 4" must have per non passare inosservate
Finalmente l'estate è arrivata e la wish list che avevamo stilato mesi fa è pronta per trasformarsi in realtà. Nella vostra c'erano sandali, leggeri vestiti a fiori, bermuda e costumi da bagno? Bravissime siete delle vere fashion addicted, ma non credete di aver dimenticato qualcosa? "L’unica cosa che ci separa dagli animali è la nostra capacità di mettere accessori", scriveva Robert Harling e noi non possiamo che essere d'accordo con lui, gli accessori sono importantissimi e mai come in questa estate sono indispensabili.
Per questa estate così particolare che profuma ancora di più di libertà e spensieratezza i più importanti brand di moda hanno pensato a vere e proprie chicche super fashion che non dovranno assolutamente mancare nei vostri armadi. Scoprite con noi gli accessori estate 2020 per essere sempre al passo con la moda, anzi un passo in avanti.
Ve l'avevamo detto, quest'anno sulla nostra testa sarà lui il vero e indiscusso protagonista. Leggero, versatile, colorato e con un tocco anni 90 che non guasta mai. Utilissimo per proteggersi dal sole o da sfoggiare come accessorio glam, il bucket hat è un vero e proprio must have dell'estate 2020. A tesa larga, maxi o classico, è un accessorio da acquistare assolutamente! [...]
Sentite anche voi un pezzo delle Spice Girls e la siglia di Beverly Hills che risuonano nell'aria? Sì, gli iconici anni 90 sono tornati e con le loro tendenze, lo stile urban e la fantastica moda che ha caratterizzato i Nineties. [...]
Da sapore di vintage, la borsa di paglia negli anni 60 era un vero e proprio must have per gli outfit casual di Jane Birkin che amava girare con un cestino di vimini trovato in un mercatino londinese. Chissà se Jane avrebbe immaginato che un giorno, nel 1974, proprio quel suo adorato cestino di vimini sarebbe arrivato sul red Carpet di Cannes? [...]
Modelli classici, squadrati, cat eye, super chic, montature a farfalla, aviator, con lenti oversize o con uno stile minimal, per questa stagione ce n'è davvero per tutte, Ciò che accomuna tutti i modelli degli occhiali da sole di tendenza per l'estate 2020 è sicuramente il colore.

Tutto ciò mi ha fatto tornare in mente – per le cose futili ho una memoria prodigiosa! – un brano portato in gara al Festivalbar 1990 dal duo femminile Lorimeri (se ne parla qui). Tell me why, s'intitolava, ed era dedicato a un insopportabile bellimbusto che cercava di atteggiarsi a figo infarcendo il suo eloquio di parole inglesi a più non posso. A trent'anni di distanza, posso dire che la situazione è nettamente peggiorata...

martedì 20 ottobre 2020

Viva la libertà di essere quel che si è

Quest'oggi condivido alcuni spunti riguardanti le discriminazioni alle quali sono soggetti omosessuali e trans in una società retrograda come la nostra. Comincio con una vignetta...

... adeguatamente tradotta in italiano...

... che illustra il concetto di transfobia.

Questo brano degli Oblivion dimostra che se dovessimo prendere alla lettera ogni singolo brano della Bibbia – non solo il "famigerato" Levitico 20, 13 dedicato agli omosessuali – sarebbero guai un po' per tutti...

... e in effetti, se non il più grosso, qual è uno dei principali problemi dei gay?

Concludo con un bellissimo video di OREO che è in inglese e senza sottotitoli, ma il concetto si comprende perfettamente. Soprattutto sul finale, lo steccato ridipinto la dice lunga sull'atteggiamento del papà! <3

lunedì 19 ottobre 2020

Quante cose vorrei dirti ancora

In Italia e nel mondo sono innumerevoli le persone che hanno pagato un prezzo altissimo, in senso affettivo prima ancora che economico, alla pandemia di coronavirus. Tra questi c'è Luca Paladini, il portavoce de I Sentinelli di Milano, movimento nato per contrapporsi idealmente alle famigerate Sentinelle in piedi e che ha al suo attivo numerose lodevoli iniziative a sostegno della laicità dello Stato.

In primavera Luca ed entrambi i suoi genitori hanno contratto il COVID; sono sopravvissuti sia lui sia il padre, il quale però da allora non è più in sé, mentre la madre purtroppo non ce l'ha fatta.

L'altro giorno Luca ha pubblicato un post davvero toccante per raccontare di aver scritto un lungo messaggio WhatsApp a sua mamma; anche se sapeva che non gli sarebbe mai apparsa la doppia spunta blu – né si aspettava alcuna risposta come invece è successo a questa ragazza – e anche se non crede a anime, spiriti, angeli, reincarnazioni, ha voluto in qualche modo recuperare tutti quei momenti di comunicazione perduti in questi mesi, che quando lei era viva avvenivano quotidianamente. Più o meno quello che succedeva a me con mia madre. E dopo averlo fatto lui ha dormito bene, segno che per quanto irrazionale quel gesto gli aveva regalato un certo sollievo.

Allora ho pensato: e se facessi anch'io la stessa cosa con mia mamma? A lei non potrei certo scrivere un messaggio WhatsApp; non ha mai voluto uno smartphone, lei, al massimo si portava all'orecchio i nostri quando le passavamo qualcuno al telefono. Neanche gli SMS ha mai imparato a usare, figuriamoci. Potrei scriverle una lettera... al PC, non a penna, visto che anni di scrittura al computer mi hanno disabituata a scrivere di getto e mi ci vorrebbero innumerevoli "brutte copie". Cosa le scriverei? Beh, condividerei con lei un po' di quei gossip che le piacevano tanto – «A ma', hai visto che si è sposato Lino Guanciale? Hai visto cosa sta succedendo a Ballando con le Stelle?» (non una parola sull'andamento della pandemia, «lascia perdere i notiziari ché tanto ti agiti e basta», le ripetevo in continuazione, ma tanto non mi dava mai retta) – ma soprattutto le direi tutto quello che non ho fatto in tempo a dirle perché non mi aspettavo che il tempo sarebbe scaduto così all'improvviso, le domanderei cose che non saprei a chi altro chiedere, e cercherei di chiarire certe questioni rimaste in qualche modo irrisolte nel nostro rapporto. Ma che a questo punto dovrò trovare il modo di elaborare per conto mio. E non sono sicura che metterle per iscritto mi farebbe bene come ha fatto a Luca...

domenica 18 ottobre 2020

Quando un'immagine del profilo è per sempre (o quasi)

Il caso ha voluto che tre giorni fa venisse pubblicato sia un video dei The Jackal dedicato al "problema" della scelta di quali foto di sé pubblicare sui social...

... sia un post della pagina Facebook Le fotografie che hanno fatto la storia che cercava di spiegare come mai i soggetti delle fotografie di una volta non sorridessero praticamente mai. Il post si conclude con una citazione attribuita a Mark Twain: «Una fotografia è il documento più importante e non c’è nulla di peggiore che passare alla posterità che con uno sciocco e stupido sorriso fissato sulla faccia per l’eternità». E ho pensato: accidenti, proprio IO che non pubblico MAI foto mie sui social, al massimo vengo taggata da altri a mia insaputa e a volte contro la mia volontà, ho scelto come immagine del profilo – su Facebook e sui (rari) social, tra i quali LinkedIn, in cui uso le mie vere generalità – una delle rarissime foto in cui SORRIDO?! (per inciso lo scatto risale al matrimonio di mia cugina celebrato una decina d'anni fa, e da allora non mi sono state fatte foto che reputassi degne di sostituirla – dei selfie non ne parliamo, vengo una schifezza – ma non per vantarmi mi sembra di non essere cambiata poi tanto) Cosa direbbe di me la buonanima di Mark?! ;-)

Con tutto il rispetto per il celebre scrittore e umorista, comunque, non m'interessa conoscere un'ipotetica risposta. Mi piace quella foto, e finché riterrò che mi rappresenti non la cambierò di certo!

sabato 17 ottobre 2020

Poveri medici!

Il video pubblicato ieri da Le Coliche mi è piaciuto talmente tanto da convincermi a reiscrivermi al loro canale YouTube (mi sono disiscritta e poi reiscritta svariate volte perché 'sti ragazzi vanno a periodi, capita che pubblichino uno di seguito all'altro svariati video che non mi interessano e così smetto di seguirli).

Vi si racconta l'amaro destino dei medici ai quali, dopo anni di studio e specializzazione, tocca avere a che fare con pazienti che sono laureati all'Università della Vita e pensano di saperla lunga a tal punto da poter fare a meno di seguire le prescrizioni ricevute.

Il punto in cui il paziente ironizza sulla grafia illeggibile del dottore – un problema assai diffuso che si è parzialmente risolto con le ricette stampate al computer, e per fortuna non ha mai preso piede il font immaginato da Lercio ;-) – mi suggerisce di condividere un paio di immagini trovate sui social.


venerdì 16 ottobre 2020

#MovimentoGrandiMinuti

Sui social mi capita con una certa frequenza di intercettare una questione a mio modo di vedere abbastanza irrilevante: la lamentela per il fatto che il tempo di cottura della pasta sulle confezioni è scritto troppo piccolo e difficile da trovare. Mah, sarà che io consumo quasi sempre pasta della stessa marca – De Cecco forever – e i tempi di cottura dei formati più comuni come penne, spaghetti e tortiglioni oramai me li ricordo a memoria (a proposito, io punto il timer, non assaggio. MAI), in caso contrario so dove si trovano sulla confezione... ma, ripeto, mi sembra una protesta piuttosto futile, giustificabile solo se si soffre di incipiente presbiopia! ;-) Ciononostante mi ha fatto sorridere questo post che mostra le confezioni delle marche più comuni ridisegnate in modo tale che il tempo di cottura sia impossibile da non notare a prima vista.

 

Pure la Findus si è accodata a questa tendenza social che a quanto pare è davvero sentita...

 

Personalmente aderirei con assai maggiore convinzione a un movimento contro le confezioni su cui vedi scritto «da consumare preferibilmente entro il – vedi lato», e poi devi rigirarle da tutte le parti per trovare la data di scadenza, a volte poco leggibile. Ma stampatela direttamente là sotto, no?! Mi hanno spiegato che questo avviene perché si stampa un lotto molto grande di confezioni tutte uguali e poi si sovrastampano le scadenze lotto per lotto per risparmiare sui costi... comunque il sistema andrebbe perfezionato, che diamine!

giovedì 15 ottobre 2020

La magia delle cicale

Oggi mentre lavoravo ho vissuto un momento di serendipità che voglio raccontare. Stavo cercando tutt'altro quando, in un thread del forum NI dedicato alla programmazione LabVIEW, ho visto che si parlava di... cicale. E che c'entra?! Qualcosa c'entra eccome, ma sarebbe troppo lungo e complicato spiegarlo, specie considerate le mie attuali facoltà mentali, per cui mi limito a tradurre il frammento in questione.
Le cicale sono insetti che trascorrono la maggior parte del loro tempo sottoterra, succhiando il fluido dalle radici degli alberi. Ogni paio d'anni escono tutte allo stesso tempo e i boschi risuonano del loro frinire. Esistono diverse versioni di cicala e sono conosciute come cicale di 7 anni, cicale di 13 anni, ecc. C'è una teoria secondo cui poiché ciascuna versione si riproduce solo a intervalli di anni che sono numeri primi, non c'è possibilità che una versione si accoppi [voce del verbo accoppiare, non accoppare! ;-) NdC] con l'altra versione.

Non ci hai capito granché? Beh, chi l'ha scritto è un ingegnere, mica un entomologo... ;-) Senza dubbio troverai più chiara e rigorosa la pagina Wikipedia dedicata alla Magicicada – ho l'impressione che le cicale nostrane non mostrino simili peculiarità – e questa paginetta tratta dal sito di Zanichelli.

[Foto tratta da Il BioAmatore]

mercoledì 14 ottobre 2020

Se una tartaruga s'innamora di un reggilattine

Quest'oggi ti segnalo un video musicale al quale hanno collaborato due uomini che apprezzo parecchio, ciascuno nel proprio campo: il comico e cantautore Lorenzo Baglioni – specializzato in un genere che definirei "educativo", e il fatto che sia laureato in matematica non mi sembra casuale – e il geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi. Il tema del brano, gli effetti nefasti delle grandi quantità di plastica che finiscono in mare, viene raccontato sotto forma di un'improbabile storia d'amore fra una tartaruga e un reggilattine: la classica relazione autodistruttiva nella quale uno dei due, ahimè, finisce male.

La canzone merita non soltanto perché è tenera e caruccia, e neppure perché lo stesso Mario Tozzi oltre a parlare si cimenta brevemente nel canto – senza offesa, Marié, ma la musica non è proprio il tuo forte ;-) – quanto perché tutto il ricavato dalla vendita del singolo – disponibile per le principali piattaforme di streaming musicale – sostiene Save The Planet Onlus.

martedì 13 ottobre 2020

No vaccini, no party!

Da stamattina non si parla d'altro che del DPCM varato oggi e contenente le nuove misure anti-COVID rese necessarie dall'andamento dei contagi che sta tornando a crescere in modo preoccupante. Uno dei punti più discussi, prendendo a prestito le parole dello stesso presidente del consiglio Giuseppe Conte, è questo:
Obbligo di mascherine, ma dobbiamo migliorare i comportamenti anche nelle abitazioni private: dobbiamo indossare mascherine se ci si avvicina a persone fragili, se si ricevono ospiti e vi invitiamo a limitare il numero di ospiti non più di sei e di non svolgere feste e party in casa, sono situazioni di insidie pericolose. Ma non manderemo la polizia nelle case.

Come ho accennato l'altro giorno, la cosa mi tange assai poco, ma molti vivono questo "invito" come un'inaccettabile ingerenza nelle loro sacrosante libertà personali.

I memi sull'argomento stanno spuntando come funghi sui social: eccone alcuni.



Due giorni fa il ministro della Salute Roberto Speranza, ospite a Che tempo che fa da Fabio Fazio, è stato talmente "incauto" da lasciar intendere che, in caso di assembramenti nelle case private, si aspetta che i vicini "facciano la spia" («ci saranno segnalazioni», le testuali parole). Lì per lì, essendo cresciuta con in testa la cantilena «Chi fa la spia non è figlio di Maria», ho provato un senso di disagio, lo ammetto. Ma poi ho riflettuto: come mai è considerato lecito se non doveroso denunciare altri tipi di situazioni, dalle risse ai droga-party, mentre nel caso in cui tu venga a sapere che i tuoi vicini si sono riuniti in gran numero – comportamento che d'istinto è più facile considerare umanamente accettabile, in effetti – mettendo però a rischio la salute di tutti i convitati, sei un infame a segnalarli?

In effetti ci si potrebbe anche provare, a risolvere la questione in modo tranquillo, andando a suonare alla porta dei vicini e sussurrando «Mi rincresce farvi notare che il vostro comportamento viola le direttive anti-COVID». In un mondo ideale ci si sentirebbe rispondere «Ha ragione, mi scusi, dico subito ai miei ospiti che è meglio che vadano». Ma siccome il mondo in cui viviamo è tutt'altro che ideale, mi sembra assai più probabile una risposta del tipo «Fatti i c***i tuoi!!!». Mediamente gli italiani si saranno anche comportati bene in questi lunghi mesi di pandemia, ma è ormai chiaro che non sempre si può fare affidamento sul senso di responsabilità individuale.

Concludo condividendo pari pari il post di Lorenzo Tosa sull'intervento del ministro Speranza.

lunedì 12 ottobre 2020

Il jazz che piace a me

Tra i canali YouTube che seguo con maggiore interesse ce ne sono un paio che mi hanno aperto gli occhi, o meglio le orecchie, su una passione che neanche sapevo di avere: quella per le cover di brani famosi rivisitati in stile vintage.

Ecco All About That Bass di Meghan Trainor riproposta da PostmodernJukebox di Scott Bradlee (che proprio oggi ha festeggiato i cinque milioni di iscritti al canale con una diretta streaming nel corso della quale ha suonato al piano brani su richiesta)...

... Robyn Adele Anderson che interpreta Clint Eastwood dei Gorillaz con sonorità da film di James Bond...

... e infine una perla che ho scoperto l'altro giorno in un canale al quale ho preferito evitare di iscrivermi perché c'è di tutto e di più: un tributo swinging a Take On Me degli a-ha.

domenica 11 ottobre 2020

Parlare di dittatura a sproposito

Ieri in piazza San Giovanni a Roma un manipolo di sovranisti idioti – è diffamazione se li definisco così? A me pare una semplice constatazione... ;-) – ha manifestato contro la "dittatura sanitaria" che ci "obbliga" tra l'altro a indossare le mascherine per contrastare la diffusione del coronavirus, e alcuni particolarmente esagitati hanno aggredito il giornalista di Fanpage.it Saverio Tommasi che cercava solo di fare il suo lavoro documentando l'evento; ecco il video che mostra l'accaduto.

A proposito della fantomatica dittatura sanitaria, segnalo una vignetta di Fran sempre per Fanpage.it...

... e una sequenza di immagini che illustrano svariate dittature o presunte tali.

L'ultima immagine, relativa all'unica vera dittatura di cui abbiamo – o meglio dovremmo avere – memoria noi italiani, dimostra in modo inequivocabile che quelli che oggi usano questo termine non hanno idea di cosa stiano parlando, e siccome non possiamo mandarli indietro nel tempo per "godersi" il ventennio fascista, dovremmo quantomeno rispedirli sui banchi di scuola a studiare la storia...

sabato 10 ottobre 2020

#endthestigma

Oggi è la giornata mondiale della salute mentale... e mi sembra l'occasione giusta per condividere le immagini pubblicate da Grace Uwu su Facebook e caratterizzate dall'hashtag #endthestigma (porre fine allo stigma, a quella sorta di "marchio d'infamia" che troppo spesso accompagna chi soffre di disturbi mentali).

Ho un disturbo d'ansia
Ho la depressione

Sto passando una giornata difficile e va bene così

Sopravvivo agli attacchi di panico
Ho cicatrici da autolesionismo
Ho tentato oppure pensato di tentare il suicidio
Vado in terapia e non me ne vergogno

Qui sotto c'è lo spot interpretato dagli attori Anna Foglietta e Paolo Calabresi per l'occasione.

Sì, perché i disturbi mentali si possono curare, a condizione di non aver timore di affidarsi a qualcuno che sappia prenderli sul serio anziché minimizzarli, come nella parte superiore dell'immagine qua sotto...


... che sottintende «Ti senti depresso? Vai a farti una passeggiata meditativa nei boschi e passa tutto». Antidepressivi e ansiolitici non sono m***a: in molti casi, se assunti sotto controllo medico, sono l'unico modo – nonché un modo sano e clinicamente testato – per ridurre gli effetti dei disturbi più gravi, che a volte impediscono di condurre una vita normale.