martedì 20 maggio 2025

Le cose in comune

Alcuni stralci di dialoghi, in effetti quasi sempre monologhi, più o meno recenti col mio (ancora per poco) "padrone di casa".

Io: «Da quando sono venuta a vivere qui anni fa non mi hai quasi mai portata a visitare qualcuno dei tanti interessantissimi musei di Milano!»

Lui: «Bah, io non sono tipo da musei, mi annoio»

Vedendo la giornalista Cecilia Sala per l'ennesima volta ospite a Che tempo che fa...

Lui: «Rieccola, la miracolata!»

[Posso anche essere d'accordo sul fatto che, se non fosse stato per quella "questioncina" dell'arresto in Iran risoltasi felicemente, oggi lei non godrebbe dello stesso risalto mediatico, ma ciò non vuol dire che sia una stupida incompetente]

Lucio Corsi viene presentato come ospite del Concertone del Primo Maggio...

Lui: «Che palle, questo!»

[Quando l'ho scoperto, colpevolmente tardi grazie a Sanremo 2025, ho pensato «Allora c'è ancora speranza, per la musica italiana»]

Dopo l'elezione di papa Leone XIV...

Lui: «Ma che me ne frega di chi fanno papa, tanto a me non cambia niente»

[Come se non si trattasse di una delle personalità più influenti del pianeta]

Mi è tornato in mente questo sketch di Corrado Guzzanti...

... senza offesa per gli abboriggeni, che non dubito abbiano una maggiore profondità d'animo! ;-)

domenica 18 maggio 2025

Forte, tosta, indipendente

È stato un weekend lungo – venerdì ho preso ferie – talmente faticoso che sarà quasi rilassante tornare al lavoro... sempre che domattina io riesca ad alzarmi! ;-) Ho preparato quasi tutti gli scatoloni per il trasloco, riaprendo buona parte di quelli abbandonati da anni in mansarda per riorganizzarli in maniera ottimale, e trovando un po' di cose che ad averle a portata di mano mi sarebbero servite, altri oggetti da cui non avrei mai voluto separarmi... ma è la dura legge del decluttering: bisogna fare i conti con lo spazio a disposizione, che nel mio caso sarà assai esiguo.

Per sistemare meglio gli scatoloni nella minuscola cantina ho acquistato questo scaffaletto, e siccome non avevo nessuno da cui farmi aiutare per montarlo – di sicuro non intendevo chiederlo al mio attuale "padrone di casa", vista la situazione che si è venuta a creare e sulla quale potrei scrivere un libro, altro che post :'-( – mi sono fatta coraggio e ho deciso di provarci da sola. Il foglio di istruzioni incluso nel pacco era poco chiaro oltre che sbiadito... ma vuoi che su YouTube non si trovi un video che mostra come si fa? Eccolo! :-)

Solo che nel video sembrava tutto così facile... e invece quando ci ho provato io le travi, o come si chiamano, non volevano saperne di incastrarsi nel modo giusto: o si incastrava il "dente" sopra, oppure quello sotto, il che avrebbe pregiudicato la stabilità della struttura. Comunque, ci ho messo un paio d'ore, un buon quantitativo di sudore e svariate imprecazioni, ma alla fine ce l'ho fatta a montarlo nel modo corretto, almeno spero. Sono orgogliosa di me stessa! :-D

P.S.: Un po' a malincuore, visto che lei non la posso tanto vede', ho ceduto alla tentazione di citare nel titolo la canzone di Marcella Bella fanalino di coda all'ultimo festival di Sanremo... comunque a me, a differenza sua, adesso fa male tutto! ;-)

sabato 17 maggio 2025

Famiglie ben poco tradizionali

Ieri papa Leone XVI ha dichiarato che la famiglia è fondata sull'unione tra uomo e donna, facendo quindi un passo indietro rispetto alle posizioni di papa Francesco. Che dire, sarebbe stato troppo bello se avesse seguito le orme del suo predecessore in tutto. :-(

Chissà che opinione avrà papa Prevost sull'ex bassista dei Rolling Stones Bill Wyman, illustrata nello screenshot qui sotto... Roba che la canzoncina I'm My Own Grandpa, ovvero "io sono mio nonno", non sembra più un bizzarro paradosso. :-/

Più di recente ha fatto notizia la situazione dello youtuber Nick Yardy il quale ha dichiarato che la fidanzata e la suocera era incinte di lui, salvo poi ritrattare, almeno in parte: «La gravidanza era una trovata per fare hype, ma la storia tra noi tre è reale».

venerdì 16 maggio 2025

Com'è difficile amarsi

Stasera riporto la traduzione di un PDF che ho scaricato dal sito The New Happy, alla cui newsletter sono iscritta: il titolo è 60 ways to love yourself (60 modi per amare te stesso)... e in questo momento della mia vita è quanto mai importante che io (re)impari a volermi bene!

La relazione che abbiamo con noi stessi è probabilmente la più importante della nostra vita, eppure, nonostante ciò, non ci viene mai insegnato come renderla sana, positiva e amorevole.
In realtà, la cultura della Vecchia Felicità ci insegna il contrario: come odiare e umiliare noi stessi. Ci hanno insegnato a trattenere l'amor proprio finché non abbiamo raggiunto un obiettivo o non siamo diventati una versione migliore di noi stessi. Una volta ottenuto quel lavoro, cercato quel tipo di lavoro, trovato un partner, conseguito quella laurea, allora ne sarai degno. Ma anche se alla fine riesci a raggiungere questi obiettivi esterni, sembra che tu riesca sempre a trovare qualcosa di nuovo da aggiungere alla lista. Ti ritrovi a rincorrere costantemente il valore dall'esterno, anziché coltivarne la conoscenza interiore.
Sento ripetere sempre la stessa cosa dai membri della nostra community: «Vorrei cambiare il modo in cui mi tratto, ma non ho idea da dove iniziare». In questa guida ho raccolto 60 modi scientificamente provati per coccolarti con amore. Stampalo da qualche parte come promemoria e consultalo tutte le volte che ne hai bisogno. In qualsiasi momento della giornata puoi scegliere una risposta amorevole, e ogni volta che lo fai, sappi che stai trasformando il tuo rapporto con te stesso.
60 modi per amare te stesso
Ama il tuo corpo
  • Fai stretching per cinque minuti
  • Mangia cibo che ti dà energia
  • Assapora il cibo mentre mangi
  • Fai una breve passeggiata meditativa
  • Disconnettiti dalla tecnologia
  • Concentrati sul tuo respiro oppure medita
  • Fai caso quando vai di corsa stai correndo e rallenta
  • Fatti i complimenti allo specchio
  • Fai un bagno o una doccia
  • Preparati un pasto preferito o una sorpresa
  • Metti su una canzone e balla
  • Canta la tua canzone preferita
  • Cammina sull'erba
  • Guarda l'alba o il tramonto
  • Datti un abbraccio
Ama il tuo cuore
  • Quando hai paura, sii curioso del perché
  • Quando sei triste, parla con te stesso gentilmente
  • Quando sei arrabbiato, riconosci ciò che ti fa male
  • Quando sei in lutto, onora ciò che hai perso
  • Quando ti vergogni, apriti con qualcuno
  • Quando sei solo, aiuta qualcun altro
  • Quando sei felice, goditelo
  • Quando sei grato, esprimilo
Ama la tua mente
  • Rimuovi un elemento dalla tua lista di cose da fare
  • Sfida la voce crudele nella tua testa
  • Guarda uno spettacolo o un film interessante
  • Impara qualcosa di nuovo
  • Chiediti «Di cosa ho bisogno oggi?»
  • Afferma te stesso («Io sono abbastanza»)
  • Imposta il telefono in modalità "Non disturbare"
  • Fatti un complimento
  • Pratica la meditazione della gentilezza amorevole
Ama le tue scelte
  • Identifica i tuoi valori fondamentali
  • Utilizza quei valori per prendere decisioni
  • Mantieni le promesse che fai a te stesso
  • Se commetti un errore, perdonati
  • Stabilisci un limite per proteggere il tuo benessere
  • Trova un hobby e rendilo una priorità
  • Chiediti «Cosa mi renderebbe felice oggi?»
  • Stabilisci un obiettivo che conta per te
  • Apprezza le cose belle della tua vita
  • Non dire subito di sì
  • Di' di no quando ne hai bisogno e lo vuoi
  • Stabilisci aspettative realistiche per ciascuna giornata
  • Fai qualcosa di carino per il tuo te stesso futuro
  • Pulisci il tuo feed dei social media
  • Lascia andare qualcosa che hai portato con te
  • Fai una lista dei sogni per la tua vita
  • Rifletti sulle sfide che hai superato
  • Chiedi aiuto ogni volta che ne hai bisogno
  • Ricorda i momenti positivi del passato
  • Fatti ridere
  • Scegli una nuova abitudine sana da adottare
  • Affronta un problema che hai evitato
  • Nota i tuoi punti di forza unici
  • Presta attenzione alle tue piccole vittorie quotidiane
  • Quando qualcosa va bene, festeggialo
  • Rifletti su come sei cresciuto
  • Chiedi ai tuoi cari cosa apprezzano e ammirano di più di te
  • Quando ricevi un complimento da qualcuno, di' «Grazie»
  • Invece di confrontarti, concentrati sui tuoi obiettivi e sui tuoi progressi
  • Trascorri del tempo di qualità con le persone che ami di più

P.S.: Il titolo del post è la citazione di un singolo di Rosario Di Bella uscito trent'anni fa che ricordo ancora perfettamente perché mi piaceva un sacco.<3 Solo che in quel caso "amarsi" non era usato in senso riflessivo (amare sé stessi), bensì in senso reciproco (amarsi l'un l'altrə).

giovedì 15 maggio 2025

Legale ma immorale

Stasera condivido due post pubblicati su Instagram che riguardano un aspetto particolarmente odioso della sanità italiana.

Il primo l'ha pubblicato il 1° aprile scorso la giornalista Francesca Mannocchi.

Ogni sei mesi devo fare la mia terapia di Ocrelizumab per la Sclerosi Multipla.
E ogni sei mesi devo ripetere una lunga serie di analisi e la risonanza magnetica per vedere se questa stronza di malattia è ferma oppure no.
Dunque, siccome pago le tasse e vivo in un paese in cui le cure sono garantite a tutti per Costituzione, mi avvalgo dei mezzi a disposizione della me-cittadina e chiamo il CUP della mia regione per avere un appuntamento, la cui spesa dovrebbe essere coperta dallo Stato.
Per giorni il messaggio pre-registrato mi dice che le linee sono intasate e dunque suggerisce di richiamare 'in un altro momento'.
Oggi, finalmente, rispondono.
La prima risonanza magnetica disponibile è a luglio 2025 a Frosinone, in un'altra provincia, a 90 chilometri da casa mia.
Per le due strutture dove di solito faccio le risonanze non c'è proprio disponibilità e non si sa per quanto.
Così ho chiamato la clinica dove ho fatto la prima risonanza magnetica e un po' delle successive, ho detto "Buongiorno, ho la sclerosi multipla, l'esenzione e blablabla. So che non c'è posto per noi malati che godiamo di un diritto (l'esenzione), ma se prenoto privatamente quanto costa e quando c'è posto?"
Costa 680 euro e c'è posto dopodomani, mi hanno risposto con la cortesia che si riserva a chi paga.
E quindi ho preso appuntamento. Perché ne ho bisogno, perché è urgente, perché ho la fortuna di potermelo permettere.
E' così che si demoliscono le democrazie.
Dando l'illusione che i diritti siano per sempre protetti, dal diritto e dalla Costituzione, mentre vengono quotidianamente erosi dalla politica che non è all'altezza del presente.
Tina Anselmi, a cui si deve il Servizio Sanitario Nazionale, nel 2006 scrisse in 'Storia di una passione politica' che la democrazia 'è un bene delicato, fragile e deperibile, una pianta che attecchisce solo in certi terreni precedentemente concimati attraverso la responsabilità di un popolo'.
La responsabilità di un popolo, come dice la Costituzione.
Art. 32 della Costituzione Italiana
"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti."

Il secondo l'ha pubblicato venerdì scorso @maledizioni, al secolo Adamo Romano, ed è più che altro un carosello di illustrazioni.

mercoledì 14 maggio 2025

Si dice o non si dice?

Nel suo ultimo reel, Manolo Trinci si occupa del nuovo singolo di Alfa, giovanissimo cantautore genovese che apprezzo sempre di più col passare del tempo sebbene il suo target siano soprattutto ragazzine/i che hanno meno della metà dei miei anni. A me mi piace, featuring Manu Chao, è una cover del singolo Me gustas tú, tormentone dell'estate 2001 inciso appunto dal cantante francese naturalizzato spagnolo.

A me mi piace dire "a me mi" anche se non si dice
però rende l'idea in maniera molto più efficace

Ma è proprio vero che "a me mi" non si dice? Manolo chiarisce che, sebbene tale espressione sia definita da alcune grammatiche un pleonasmo, cioè un'inutile ripetizione, in contesti informali si può usare tranquillamente, e peraltro è molto utile per mettere in evidenza la persona a cui piace qualcuno o qualcosa, mentre è da evitare nella lingua scritta e parlata di tono formale.

Nel reel precedente Manolo "corrigeva" un erroruccio commesso nientepopodimenoché dal neoeletto papa Leone XIV: «Papa Francesco che benediva Roma», anziché benediceva. Il verbo benedire, infatti, si coniuga come il verbo dire. Ma bisogna riconoscere che papa Prevost, pur essendo di madrelingua inglese, si esprime in italiano molto meglio rispetto a tanti sedicenti "patrioti"... e del resto lo stesso errore – che potremmo definire logico e naturale, come spiegato nel video – l'hanno commesso tutti (o quasi) i nostri connazionali almeno una volta nella vita.

martedì 13 maggio 2025

A volte basta cambiare punto di vista

In un periodo così, dopo una giornata così, mi ci voleva proprio il post nel quale mi sono imbattuta per caso aprendo LinkedIn. L'ha pubblicato ieri Bianca Arrighini, CEO & Co-Founder (parlando come magno, amministratrice delegata e cofondatrice) di Factanza Media.

Qualche gentle reminder per iniziare la settimana cambiando punto di vista 🌷
Se ti sembra che vada tutto male, potresti essere qui ↓ [«E quando penso che sia finita / È proprio allora che comincia la salita», per citare Antonio Venditti detto Antonello, NdC]
Se ti sembra di non farcela, fai. Un. Passo. Alla. Volta
Se ti sembra che un problema non si possa affrontare, prova a cambiare punto di vista
La vita degli altri: quello che vediamo noi / come pensiamo che sia / com'è davvero
Non esiste un solo modo per crescere

lunedì 12 maggio 2025

Non chiamarli giocattoli!

Come dovrebbe essere noto ai lettori più assidui di questo blog, ho la passione per i mitici mattoncini LEGO, a tal punto da aver dedicato loro un tag. Al momento i numerosi set in mio possesso sono quasi tutti semi-smontati nelle relative confezioni, pronti per il trasloco, e probabilmente lì rimarranno anche nella casa in cui andrò ad abitare il mese prossimo, perché non ci sarà spazio a sufficienza per esporli... ma quando avrò una casetta tutta mia – uno dei progetti futuri che al momento mi aiutano ad andare avanti – conto di dedicare loro una bella vetrinetta, così non si riempiono di polvere! :-)

Conoscendomi è strano che della linea LEGO Technic io possieda poco o niente, comunque mi incanto a guardare i video del canale YouTube Brick Experiment Channel. Il video qua sotto mette a confronto 5 diversi modelli di "LEGO Walkers", ovvero "camminatori", dal punto di vista della capacità di superare vari tipi di ostacoli.

[Qualora qualcuno fosse interessato a costruirne uno o più, quest'altro video mostra come si fa]

domenica 11 maggio 2025

Auguri a tutte le mamme, anche quelle senza figli

Oggi, Festa della Mamma, condivido un po' di link raccolti nel corso del tempo sul tema della maternità, che mi tocca particolarmente da vicino. Infatti, per farla breve, anche se quando mi sono trasferita al Nord per convivere col mio compagno avevo intenzione di avere dei figli, alla fine non me la sono sentita per una serie di ragioni che in parte sono le stesse per cui la natalità in Italia (e non solo) è in calo, in parte riguardano la mia persona e la mia salute fisica, psichica ed emotiva. Dovevo entrare in menopausa, con conseguente depressione, perché il mio compagno, di recente divenuto ex, che all'inizio della nostra relazione aveva detto di volere dei bambini ma negli anni successivi non ha più affrontato in modo diretto il discorso, "si svegliasse" e mi accusasse di avergli sempre mentito sul mio desiderio di maternità al solo scopo di tenerlo legato a me, e per rincarare la dose mi rinfacciasse ingiustamente la qualunque. Può sembrare assurdo, a me pare di vivere in un incubo, ma è andata proprio così. :'-(

Comunque, ecco i link.

  • L'ultimo episodio di Sigmund, il podcast "con il pallino della psicologia" del Post, dal titolo Le vie della genitorialità sono infinite (per fortuna), è anche su Spotify.
  • Un video di Factanza dal titolo Nei paesi ricchi non si fanno più FIGLI: ma dare più SOLDI alle famiglie basta?.
  • Un post de La Stampa su Instagram riguardo al ruolo di welfare familiare che in Italia, soprattutto d'estate, svolgono i nonni. Ebbene, se io avessi avuto dei figli non avremmo avuto nonni su cui contare, perché il mio compagno è orfano da prima che lo diventassi io, e neanche parenti né amici stretti. Capito come mai mi preoccupavo che il peso della genitorialità sul piano concreto e su quello astratto finisse quasi tutto sulle spalle mie?
  • La replica di Emiliano Miliucci alla dichiarazione di Giorgia Meloni secondo la quale lei «è costretta ad andare a lavoro seppur ammalata poichè priva di tutele sindacali» (peraltro mesi prima la Meloni, dopo aver portato con sé la figlia Ginevra in visita istituzionale in Cina, aveva commentato «se io, che sono presidente del Consiglio, riesco a dimostrare che il mio incarico è compatibile con la maternità, allora non ci saranno più scuse per quelli che usano la maternità come pretesto per non far avanzare le donne sul posto di lavoro». Come se noi poveracce potessimo permetterci come lei l'esercito di babysitter necessario per conciliare un lavoro impegnativo con la maternità).
  • La testimonianza dell'attrice Monica Bellucci, che ha avuto la primogenita Deva all'età di 40 anni e la secondogenita Léonie a 45.
  • L'intervista di Vanity Fair all'attrice Sabrina Impacciatore: «È ora di smettere di considerare una donna completa solo se diventa madre».
  • Last but not least, la puntata del podcast di Giulia Salemi – mai avrei immaginato di ascoltare un podcast condotto da una che non so manco bene chi sia e che ruolo abbia nella società ;-) – con ospite la cantante Noemi. L'ho ascoltato perché da alcuni stralci che avevo letto ho intuito che la sua situazione fosse in qualche modo simile alla mia: pure Noemi, a 43 anni compiuti, per una serie di ragioni non proprio frivole non ha ancora avuto figli, nonostante il marito li desiderasse. E oggi dichiara: «Mi dispiace, perché mi sembra che al mio compagno gli ho un po’ negato questa cosa. Il peso lo sento più per lui che per me. Poi lui è rimasto, noi siamo molto legati. Litighiamo da morire io e Gabri, però sono litigi che durano venti secondi. Nessuno di noi tiene mai il muso». Chettedevodadi', Noemi, beata te...

P.S.: Il titolo del post è l'augurio che la mia "facciamica" Daniela Farnese, nota sui social come Dania, è solita fare in occasione dell'odierna ricorrenza

sabato 10 maggio 2025

Il papa e il gabbiano

Condivido velocemente – poi mi preparo e vado a cena fuori, da sola... perché meglio sola che male accompagnata! ;-) – alcuni spunti divertenti su due protagonisti della giornata di venerdì in piazza San Pietro a Roma.

Uno è papa Leone XIV stesso, al quale i Gemelli di Guidonia hanno dedicato una parodia di The Lion Sleeps Tonight, mentre i Contenuti Zero hanno raccontato le fasi prima e durante il conclave sotto forma di chat WhatsApp (in realtà impossibili, visto che per garantire l'isolamento dei cardinali tutta la zona intorno al Vaticano i cellulari non prendevano) e quella dopo sotto forma di messaggio vocale proveniente da... molto in alto. La sorprendente somiglianza fra papa Prevost e l'allenatore della Roma Claudio Ranieri ha ispirato Gli Autogol.

Ecco alcune immagini riguardanti un aspetto del curriculum del neo-pontefice che la sottoscritta, avendoci provato a suo tempo e avendo fallito molto presto, gli invidia parecchio: la laurea in matematica.



(In realtà, se non ho sbagliato a fare i calcoli, non fa 8/1000 bensì 8/1125)

E l'altra è la famigliola di gabbiani con il nido nei pressi del comignolo della Cappella Sistina che in pratica è diventata virale a propria insaputa.




E c'è anche un reel pubblicato da Striscia la Notizia... :-D

venerdì 9 maggio 2025

Ridere per sdrammatizzare

Prendo spunto da un post di una mia "facciamica" insegnante la quale, durante il conclave, si è sentita domandare dai suoi alunni "che lavoro facesse il papa", per proporre un simpatico reel del Milanese Imbruttito (nella persona di Germano Lanzoni) alle prese con Frank Gramuglia.

Frank: Capo...
Capo: Dimmi, Frank.
Frank: Eh, ho un problema.
Capo: Se è per quella storia dei permessi, te l'ho già detto: le terme non valgono come visita medica, chiaro?
Frank: No, no, ho un problema serio.
Capo: Stai male?
Frank: No... cioè, forse sì.
Capo: Cos'hai, Frank?
Frank: Non so bene come dirlo, cioè, all'inizio era solo un pensiero, ma poi è diventato un dubbio sempre più insistente, cioè, sono anche andato dallo psicologo, solo che neanche lui è riuscito a darmi una risposta. Ora questo dubbio è diventato un'ossessione: cioè, io non riesco a pensare ad altro, e faccio fatica anche a dormire di notte!
Capo: Frank, non pensavo che fosse un problema così serio! Se posso permettermi, dimmi qual è questo pensiero.
Frank: È da quando sono arrivato qui che mi chiedo...
Capo: Cosa?
Frank: Ma noi, esattamente, che lavoro facciamo?
Capo: Eh?
Frank: E c***o, è un anno che io vengo in quest'ufficio, mando mail, faccio call, partecipo a riunioni. Ma... ma su cosa? Cioè, alla fine, io, lei, gli altri, di cosa ci occupiamo?
Capo: Ah... allora ho capito.
Frank: Capito cosa?
Capo: Vedi, Frank, pensa a tutti i tuoi amici di Milano: lavorano tutti, no?
Frank: Sì.
Capo: E che cosa fanno?
Frank: Eh, uno strategist, l'altro consultant, HR...
Capo: Che cosa fanno realmente?
Frank: Eh, boh?
Capo: Hai chiesto di spiegartelo?
Frank: Sì!
Capo: E ci sono riusciti?
Frank: No...
Capo: Bingo! Hai capito, Frank? A Milano tutti lavorano, ma nessuno sa cosa fa esattamente. Prendi me: io sono qui da quindici anni e non ho ancora capito un c***o di quello che faccio.
Frank: Eh, ma perché?!
Capo: Perché a Milano è così! L'importante non è che tu sappia cosa fai veramente: l'importante è che tu faccia qualcosa.
Frank: Eh, ho capito, ma alla fine, quindi, noi cosa facciamo?
Capo: Ssshhh... È questo il segreto, Frank: non chiedertelo mai e vivrai felice, nell'ignoranza ma con il grano, quindi felice.
Frank: Ma quale grano, che sono povero come la m***a...

Diciamo che io, che peraltro lavoro in un'azienda alle porte di Milano, mi ci sono ritrovata abbastanza, a parte il fatto che sono impiegata in un settore decisamente concreto: quello che faccio da un po' di tempo a questa parte corrisponde assai poco al job title, rigorosamente in inglese, che mi è stato assegnato, e se devo spiegare di cosa mi occupo faccio una certa fatica. Beh, diciamo che questa situazione mi dà modo di sviluppare un'ampia gamma di skills differenti! ;-)

Concludo con un altro video divertente, anche se l'argomento – i possibili effetti del cambiamento climatico – non lo è affatto. Gli Oblivion hanno idealmente celebrato la Giornata Mondiale della Terra in una nuova località balneare: Aosta Lido, parodia di Ostia Lido di J-Ax. Insomma, con l'innalzamento del livello del mare, rischiamo di ritrovarci le spiagge alle pendici delle Alpi...

E niente, in questo periodo ho un disperato bisogno di leggerezza e di sorrisi...

giovedì 8 maggio 2025

Habemus Papam!

Mentre uscivo dall'ufficio ho visto la fumata bianca sul canale YouTube Vatican News, e temevo di non giungere a casa in tempo per l'Habemus Papam. Fino alla settimana scorsa ci mettevo circa un'ora per rientrare, poi lunedì abbiamo traslocato nella nuova sede e i tempi di percorrenza si sono ridotti, ma non così tanto. Comunque, quando sono rincasata, non era ancora nota l'identità del nuovo pontefice; molti commentatori davano per certa, dopo soli quattro scrutini, l'elezione del cardinale Parolin. E invece, sorpresa: è stato eletto il 69enne Robert Francis Prevost, che ha scelto di prendere il nome di Leone XIV. Non mi pare che fosse tra i papabili più quotati, e sulle prime ho avuto lo sgradevole sospetto di un'ingerenza da parte di Donald Trump: si tratta infatti del primo papa statunitense – e non "americano"... pure papa Bergoglio, argentino, lo era! – cosa di cui il presidente USA non ha mancato di bullarsi. Ma dopo che ho letto su questo profilo Twitter – che secondo il Post non è detto che sia quello autentico di Prevost, ma a me sembrerebbe molto strano che non lo fosse – un recente tweet contro le idee del vicepresidente Vance sui migranti, e uno molto più datato contro quelle di Trump, ho provato un certo sollievo.

Qui c'è il primo discorso ufficiale di papa Leone XIV, che si è espresso in un buon italiano e in un altrettanto apprezzabile spagnolo (ha la cittadinanza del Perù, dove ha fatto il missionario per anni). Che dire, speriamo bene...

mercoledì 7 maggio 2025

Tra paradiso e inferno

Giusto per restare in tema di religione, stasera ti propongo due barzellette sul Paradiso e sull'Inferno. La prima la raccontò il comico irlandese Dave Allen (video in inglese con sovraimpressa la traduzione in italiano)...

... e la seconda si trova online in innumerevoli versioni; eccone una opportunamente adattata.

Un peccatore gaudente, per nulla pentito, fino alla morte gode sfrenatamente dei piaceri del mondo. Arrivato nell'aldilà, viene introdotto in un edificio lussuoso dove un signore elegante di nome Satana gli comunica che si trova all'inferno e che secondo la procedura gli verrà assegnata una sede, che spera sarà di suo gradimento ecc. ecc. Detto fatto: una bella signorina sorridente accompagna l'ormai ex peccatore in una villa con parco, piscina, sauna, sala massaggi, palestra, servitù e ogni tipo di confort. Prima di andarsene dà il suo numero di cellulare al nostro stupito amico dicendo di chiamarla per "qualsiasi cosa potrebbe desiderare". Sempre più stupito e timoroso di qualche trappola, accompagnato dal maggiordomo, si mette ad esplorare la grande villa fino a che al fondo di un salone vede una pesante tenda rossa, mossa come da un vento. Il maggiordomo gli sconsiglia di avvicinarsi assicurandogli che non è una zona "interessante", ma lo stupito neo-dannato vuole andare fino in fondo, si avvicina alla tenda, la scosta e vede... un'enorme fornace ardente dove migliaia, milioni di persone patiscono le pene dell'inferno incalzati da una miriade di diavoli inferociti. Con aria tremante chiede al maggiordomo: «Ma quello, che posto è?». «È l'inferno dei cattolici, signore, a loro piace così...».

P.S.: A quanto pare quest'ultima è nel repertorio non soltanto di atei impenitenti ma anche, se non soprattutto, di ferventi cattolici... :-)

martedì 6 maggio 2025

Diamo il via al papavoto!

A causa del poco tempo libero, in arretrato avevo non solo innumerevoli articoli da leggere, come ho scritto qui, ma anche altrettanti video da guardare, che mediamente richiedono pure più tempo per essere smaltiti. È così che solo di recente ho guardato questo video pubblicato dall'attore Giovanni Scifoni il 5 marzo scorso, durante il ricovero di papa Francesco al Policlinico Gemelli. Ecco la relativa descrizione.

Il 29 gennaio abbiamo avuto il dono di poter intervistare papa Francesco e tante altre persone a Rebibbia, Regina Coeli, Comunità Cenacolo, Wecare Hub e amici. È nata questa cosa bella, voluta e sostenuta dalla Penitenzieria Apostolica e da don Angelo. È stato un viaggio incredibile, di cui sarò per sempre grato. Grazie papa Francesco, perché sei un pastore che sta in mezzo al gregge. Forza, siamo con te! Buona quaresima a tutti.
#ritrovarelavia

All'indomani della scomparsa del pontefice, Scifoni ha pubblicato questo spezzone della sua ultima intervista, rilasciata all'attore medesimo per conto delle Iene, sul tema del perdono.

E due giorni fa il comico Paolo Ruffini ha riproposto la poesia di san Tommaso Moro letta da Luciana Littizzetto il 14 giugno 2024 in occasione del discorso del Santo Padre Francesco agli artisti del mondo dell'umorismo.

Dammi Signore, una buona digestione
e anche qualcosa da digerire.
Dammi la salute del corpo,
col buonumore necessario per mantenerla.
Dammi Signore, un’anima santa,
che sappia far tesoro di ciò che è buono e puro,
e non si spaventi davanti al peccato,
ma piuttosto trovi il modo di rimettere le cose a posto.
Dammi un’anima che non conosca la noia,
i brontolamenti, i sospiri e i lamenti,
e non permettere che mi crucci eccessivamente
per quella cosa tanto ingombrante che si chiama “io”.
Dammi Signore, il senso dell’umorismo,
fammi la grazia di capire gli scherzi,
perché abbia nella vita un po’ di gioia
e possa comunicarla agli altri.

Così sia.

Alla vigilia dell'inizio del conclave, voglio illudermi che siano di buon auspicio affinché il successore di Francesco non sia troppo diverso da lui. (Per quanto mi riguarda, tramite questo test mi sono scoperta prevedibilmente compatibile al 100% con il cardinale Matteo Zuppi... come del resto buona parte della mia bolla, per quello che vale)

lunedì 5 maggio 2025

Time to say goodbye

In questi giorni sto cominciando a preparare i primi scatoloni in vista del trasloco nella casa dove andrò ad abitare il mese prossimo... e siccome il monolocale è piccolo e ha in dotazione solo una minuscola cantina la cui superficie non raggiunge i 4 m2, ne approfitto per fare un po' di decluttering. Come punto di riferimento per scegliere cosa tenere e cosa buttare non mi affido al bestseller di Marie Kondo, che peraltro non ho letto, bensì cerco di ispirarmi al "trentalogo" qui sotto, trovato su internet, facendo comunque qualche strappo alla regola.

Ecco qui di seguito la traduzione.

COSE DI CUI LIBERARTI DELLE QUALI NON SENTIRAI MAI LA MANCANZA
  1. Cosmetici e prodotti per la cura della pelle scaduti (la tua pelle ti ringrazierà!).
  2. Vecchie ricevute (a meno che non ti servano per pagare le tasse, buttale via!).
  3. Calzini coi buchi (cosa li tieni a fare?).
  4. Contenitori Tupperware a cui mancano i coperchi (adesso sono inutili).
  5. Prodotti scaduti nella dispensa (controlla le spezie!).
  6. Orecchini spaiati (quello perduto non tornerà più).
  7. Menù da asporto (ora sono tutti online!).
  8. Elastici per capelli allentati (procuratene di nuovi!).
  9. Vasetti di candele vuoti (tanto non li userai per il fai-da-te).
  10. Caricabatterie per dispositivi che non possiedi più.
  11. Asciugamani logori (trasformali in stracci per le pulizie!).
  12. Bottiglie d'acqua inutilizzate (di quante hai veramente bisogno?).
  13. Vecchi biglietti d'auguri di compleanno (conserva solo quelli con un valore sentimentale).
  14. Jeans che non ti entrano (liberatene!).
  15. Penne e pennarelli secchi (provali e buttali!).
  16. Libri che non leggerai mai più.
  17. Medicinali scaduti (smaltiscili in modo sicuro!).
  18. Gioielli rotti (se sono "in attesa di essere aggiustati" da anni...).
  19. Riviste e quotidiani (non li leggerai mai più).
  20. Opuscoli di viaggio (esiste Google).
  21. Articoli da toeletta degli hotel (di quanti mini shampoo hai bisogno?).
  22. Materiali per il bricolage inutilizzati (sii sincero, li stai usando?).
  23. Scarpe consumate (se ti fanno male ai piedi, devi liberartene!).
  24. Disegni dei bambini (tienine solo alcuni, non l'intera catasta!).
  25. Dispositivi elettronici obsoleti (vecchi telefoni, cavi, caricabatterie: addio!).
  26. Chiavi a caso (se non sai cosa aprono...).
  27. Utensili da cucina inutilizzati (ad esempio, quell'affetta-avocado che non usi mai).
  28. Reggiseni allentati (hanno fatto il loro dovere!).
  29. Ombrelli rotti (non li aggiusterai).
  30. Omaggi e articoli promozionali (se non li usi, lasciali perdere! [in inglese fa rima: "if you don't use them, lose them!", NdC])

Qualche strappo alla regola, dicevo. Alcuni elementi di quest'elenco ci tengo a conservarli per ricordo e per il loro valore affettivo... e poi dovrei forse disfarmi della collezione (quasi) completa dei cellulari che ho avuto dal 1999 a oggi, ma scherziamo?! ;-) Per non parlare dei libri, che non si sbolognano. MAI. :-)

P.S.: Il titolo del post è quello della versione inglese di Con te partirò di Andrea Bocelli, interpretata insieme al soprano Sarah Brightman. Il brano di per sé non mi fa proprio impazzire, e il cantante ancora meno, ma quel verso mi è sembrato perfetto per la circostanza!

domenica 4 maggio 2025

Rivoglio l'inverno!

Siamo ormai in primavera inoltrata, fa già fin troppo caldo per i miei gusti di irriducibile del team inverno (meno male che nei prossimi giorni dovrebbe rinfrescare)... ma, approfittando di questo lungo weekend per recuperare un po' degli innumerevoli articoli messi da parte per quando avessi avuto tempo da dedicare loro, in questa raccolta di frasi sull'inverno (!) preparata da ilLibraio.it ho trovato una citazione tratta dal libro Dieci donne della scrittrice cilena Marcela Serrano che ho trovato parecchio congeniale. Nell'articolo la citazione è riportata con un'ellissi, ma qui su Strisciarossa ho trovato la versione completa.

Mi sono affezionata all’inverno perché sento che è vero, non come l’estate che vola via e sembra così divertente e allegra ma non lo è, perché il sole è sempre di corsa e lascia tutti con l’amaro in bocca. L’inverno non pretende di confortare, ma in fin dei conti sento che è consolante, perché una si raggomitola su se stessa e si protegge e osserva e riflette, e credo che soltanto in questa stagione si possa pensare per davvero.

sabato 3 maggio 2025

Titolisti che non hanno un amico

Il 30 aprile scorso è uscita sul Corriere Torino un'intervista all'attore e comico Luca Bizzarri con il titolo Luca Bizzarri: «Dal punto di vista umano sono un fallimento, niente figli, niente famiglia, vivo soltanto per il mio lavoro». L'ho scoperto perché su Facebook ne hanno parlato sia Luca Trapanese, con fare benevolo e comprensivo, sia Sebastiano Alicata, con toni vagamente piccati (forse perché pure lui non ha figli, non è sposato e non ha una famiglia). Persino nel gruppo Facebook FriendFeeders, del quale lo stesso Luca fa parte, così come faceva parte del defunto FriendFeed, c'è chi ha interpretato quel titolo alla lettera.

Io Non hanno un amico, il podcast di Luca, lo seguo con una certa regolarità; ogni tanto lui accenna alla sua vita privata, e tutto mi sembrava tranne che vivesse la sua condizione di "scapolo impenitente" come un fallimento, per cui quel titolo mi era parso poco coerente con la sua immagine pubblica. Ma poi, vedendo quanti lo stavano prendendo sul serio, il dubbio mi è venuto... finché non è stato l'interessato stesso a fugarlo. Il giorno successivo all'uscita dell'intervista, infatti, Luca ha parlato dell'accaduto nel suo podcast. La descrizione dell'episodio – «Le parole sono importanti, ma anche l’ironia con cui si pronunciano. Ironia che però nel titolo di un’intervista che mi hanno fatto non traspare affatto» – ne riassume il senso. Insomma, Luca ha chiarito di aver usato la parola "fallimento" in chiave autocanzonatoria, e che l'intervistatrice questo l'aveva capito. A dire il vero leggendo l'articolo questo non è poi così chiaro... e sicuramente il titolo non aiuta a cogliere tale sfumatura.

Ho trovato notevole la conclusione dell'episodio: «Dopo aver letto quel titolo, dopo aver commentato tra me e me che no, non è così, la mia vita non è affatto un fallimento, e proprio nel momento in cui senza quasi pensarci, in maniera del tutto automatica, mi sedevo davanti al computer per scrivere queste parole, quelle che state ascoltando, che sto scrivendo or ora, mi è sorto un piccolissimo dubbio. Perché appena mi è successa una cosa, questa cosa, quella del titolo, il mio primo pensiero è stato: eh, questo potrebbe essere l'episodio di domani! Ecco, ragiono a episodi. Analizzo quello che mi succede nella vita: questo è un episodio, questo non lo è. Non sarà un fallimento, ma è abbastanza preoccupante...», che potrebbe far sentire in qualche modo chiamati in causa tutti noi che abbiamo un blog personale. :-)

P.S., a proposito di personale: Pur avendo qualche anno di meno rispetto a Luca, anch'io non ho figli né una famiglia – quest'ultima mi illudevo di averla, fino a un mese e mezzo fa – e di concreto mi è rimasto solamente il lavoro. Comunque non mi considero di certo un "fallimento"; posso aver fatto delle scelte che si sono rivelate fallimentari, questo sì. Ma cerco di convincermi che non è mai troppo tardi per rendersene conto e riprendere a cercare la propria strada.

venerdì 2 maggio 2025

Non avere paura

Questa sera condivido un pensiero pubblicato su Live Life Happy pochi giorni dopo quello al quale avevo dedicato questo post... dopodiché le pubblicazioni si sono di nuovo interrotte, ma spero riprendano quanto prima.

«Dieci anni fa eri terrorizzato da cose così diverse, ma sei comunque sopravvissuto. Lo stesso vale per cinque anni fa e due anni fa. Tutto quello che ti è sempre sembrato un ostacolo, l'hai superato. Quindi abbi paura, identifica le tue paure e poi permettiti di ricordare che, tra poco, questa sarà un'altra cosa che avrai superato.»
slfcare
L'arte di vincere la paura: una riflessione sulla resilienza
La paura è universale, ma lo è anche la nostra capacità di superarla, anche quando non siamo consapevoli della nostra forza.
Pensa a te stesso dieci anni fa. Cosa ti teneva sveglio la notte? Forse si trattava di domande di iscrizione all'università, di un primo colloquio di lavoro o di un trasferimento in una nuova città. Quelle montagne che un tempo sembravano impossibili da scalare ora sono appena visibili nello specchietto retrovisore.
Cinque anni fa sono arrivate nuove sfide. Forse problemi relazionali, decisioni di carriera o pressioni finanziarie. Eppure eccoti qui, dopo aver navigato in quelle acque.
Anche due anni fa, un periodo relativamente recente nel tuo percorso di vita, hai dovuto affrontare ostacoli che sul momento ti sono sembrati insormontabili. La pandemia ha stravolto vite in tutto il mondo, costringendoci ad adattamenti che non avremmo mai immaginato necessari. Eppure gli esseri umani hanno dimostrato una notevole resilienza.
Questo schema rivela un aspetto cruciale della paura: è temporanea, anche quando non la si percepisce così. Le nostre ansie cambiano nel tempo non perché il mondo diventi meno impegnativo, ma perché sviluppiamo continuamente la forza di affrontare nuove sfide.
Quando oggi la paura ti assale, prova questo esercizio: dai un nome specifico alle tue paure. Annotane i nomi. Il semplice fatto di identificare ciò che ti spaventa lo priva un po' del suo potere. Poi ricordati dei tuoi precedenti: hai già avuto paura in passato e sei sopravvissuto ogni volta.
Non si tratta di ignorare legittime preoccupazioni o di incitare all’incoscienza. Si tratta piuttosto di contestualizzare le sfide odierne all’interno della tua storia personale di superamento degli ostacoli.
La prossima volta che l'ansia ti sembra insopportabile, fermati e rifletti: tra due, cinque o dieci anni, questa lotta attuale sarà probabilmente solo un'altra dimostrazione di coraggio nel tuo percorso, un'altra storia di come hai affrontato le tue paure e hai continuato ad andare avanti comunque.

Quel riferimento a dieci anni fa mi ha "triggerato", come dicono i gggiovani. Dieci anni – e mezzo, vabbè – fa una certa persona ha fatto "irruzione" nella mia vita stravolgendola, e in quel momento tutto provavo fuorché paura. Un po' ne ho provata due anni dopo, quando ho lasciato la mia comfort zone per trasferirmi a casa sua... ma conoscendomi non mi sarei aspettata un tale coraggio dalla sottoscritta. In questi anni ho affrontato momenti molto difficili, dalla morte di mia madre alla perdita del lavoro. La vera sfida, comunque, la sto vivendo adesso: quasi tutto quello che credevo di aver costruito è andato in frantumi, e devo ricominciare daccapo, sempre in una zona d'Italia a me estranea dove praticamente non ho amici. Ma d'ora in poi, per quanto io sia timida e introversa di natura, ho intenzione di aprirmi al prossimo; finora ho dedicato tutte le mie attenzioni a una persona sola, e si è visto il risultato. Oggi ho firmato il contratto d'affitto, e tra un mese e un giorno potrò finalmente lasciarmi alle spalle questa casa dove mi manca l'aria, e andare a vivere da sola per la prima volta in vita mia, alla mia "teneranda" età. Sarò incosciente, ma io non vedo l'ora... :-)

giovedì 1 maggio 2025

Mille morti all'anno

Oggi si celebra la festa dei lavoratori... e non del lavoro, a differenza di ciò che ha scritto Andrea nel suo post, nel quale ha comunque espresso preoccupazioni piuttosto condivisibili. Riguardo all'impatto delle intelligenze artificiali sul mondo del lavoro, ci sarebbero un paio di articoli del Post che consiglio di leggere: ChatGPT ha già cambiato il modo in cui lavoriamo e Perché le intelligenze artificiali funzionino serve che le intelligenze umane facciano lavori noiosissimi (in effetti il primo è dell'anno scorso e il secondo di due anni fa, che in questo ambito equivalgono più o meno a un'era geologica).

In questo momento sto seguendo la parte finale del Concertone di piazza San Giovanni a Roma, nella quale si esibiscono gli artisti più popolari. Il tema dell'evento è "Uniti per un lavoro sicuro". A questo proposito, condivido una vignetta di Stefano Tartarotti...

Di media ogni anno muoiono sul lavoro più di mille persone (circa tre morti al giorno). Statisticamente sono 31 morti ogni milione di abitanti. La statistica raddoppia (65 morti) se i lavoratori sono immigrati.

... e il testo di un post di Emiliano Miliucci.

Mi chiamo Paolo, 47 anni e faccio il muratore.
Cioè, faccio…
Diciamo che io sono un muratore.
Perchè io da quando ho memoria, ho memoria di calce, di cazzuole e di foratini.
A scuola non m’è mai piaciuto andarci.
Troppo noioso.
Invece quando c’era da andare al cantiere col nonno era festa.
Che a me quella cosa di mettere i mattoni in fila è sempre piaciuta.
Io a 10 anni sapevo già impastare il cemento.
A 13 bevevo già la birra con la gazzosa e a 14 ho tirato su il primo muro tutto da solo.
A 16 il primo contratto vero e a 20 sono entrato in un’impresa edile bella grossa.
Da lavorare c’è sempre.
Poi ultimamente col bonus non ti dico.
Magari certi momenti c’è crisi ma tra lo stipendio e i lavoretti alla fine me la cavo sempre.
È un mestiere duro e diventa sempre peggio.
La gente ha fretta ma io non mi faccio fregare.
Il presto è nemico del bene.
I clienti se c’è da aspettare aspettano che i tempi di consegna tanto sono solo un’opinione.
Al cantiere si cerca di lavorare sicuri.
Ma a volte tutta quella dannata fretta toglie un po’ di prudenza.
Quando ci sono penali da pagare i tempi di consegna diventano un’ opinione decisamente convincente.
Ultimamente cerco di lavorare un po’ meno.
Almeno la domenica cerco di evitare qualche lavoretto.
Mia figlia Giorgia adesso ha 12anni e voglio stare un pochino di più con lei.
I suoi primi anni di vita me li sono persi.
Sempre in giro per cantieri.
I soldi non bastano mai.
Ma neanche il tempo basta mai.
E io non lo so come ho fatto a buttare via in quel modo stupido tutto quel tempo.
No.
Non il tempo passato a lavorare. Quello ho dovuto.
Parlo del tempo futuro.
Più di 30 anni di esperienza ed è bastato un piede messo male sul ponteggio.
Avevo pure il caschetto ma quando cadi da tre metri non è che te ne fai un granchè.
Sono stato proprio un fesso.
Però tutta quella fretta e tutta quella stanchezza.
Provateci voi a stare attenti 12 ore al giorno.
Adesso gli inquirenti indagano, i giornali si indignano e il mio padrone suda freddo.
Ma tanto ormai che indagano a fare.
Io non voglio mica niente.
A me porca miseria servivano solo 10 minuti in più.
Adesso sto qua che aspetto di passare dall’altra parte.
C’è una fila da non credere.
Solo dall’Italia ogni anno arriviamo in 1.000 come quelli di Garibaldi, ma niente giubbe rosse.
Solo teli bianchi a coprire i nostri corpi freddi.
1.000 persone che la mattina escono per andare a lavoro e poi si ritrovano qui a far la fila per passare dall’altra parte.
E io mai avrei pensato di trovarmi in fila con questi mille.
A me m’hanno messo in camera con un bracciante che non ha visto arrivare il trattore e c’è anche un camionista che ha avuto un colpo di sonno.
Io sto qua e mi dispiace un casino.
Mi sarebbero bastati 10 minuti.
Un minuto per fare gli auguri a tutti i lavoratori.
Oggi è la loro festa e nonostante tutto è la festa anche di noi 1.000.
Un paio di minuti sarebbero stati per nonno.
Volevo dirgli di non sentirsi in colpa. Io sono stato felice di essere diventato un muratore come mi ha insegnato lui.
Che a me sta cosa di mettere i mattoni in fila è sempre piaciuta.
Un paio di minuti per mia moglie.
Ci sono un sacco di cose che non sono mai riuscito a dirle.
E di certo non sarei riuscito a dirgliele in due minuti.
Ma volevo esser certo che le abbia capite.
Cinque minuti con Giorgia.
L’avrei solo abbracciata.
E le avrei detto di ricordarsi sempre di chiudersi il giubotto.
Che quella di inverno va in giro col va giubotto aperto e poi s’ammala.
E io da quassù non glielo posso più abbottonare…

La cartina qua sopra – clicca per ingrandire – contrassegna in rosso i Paesi del mondo che oggi celebrano la Festa dei lavoratori, mentre negli Stati Uniti e in Canada il Labor Day si celebra il primo lunedì di settembre.