domenica 7 luglio 2019

Le diversità di vedute ai tempi dei social

L'altro giorno un mio "facciamico", che per comodità chiamerò X, ha pubblicato un post per rendere noto che un altro "facciamico", chiamiamolo Y, non soltanto l'aveva rimosso dagli amici, ma l'aveva pure bloccato, senza un motivo apparente. A dimostrazione di ciò allegava lo screenshot di un'app tipo Unfriend Finder, senza premurarsi di occultare il nome e cognome di Y.
In realtà altro che senza motivo, secondo me Y una ragione per non vedere più X di buon occhio poteva avercela eccome. Poco tempo prima X aveva condiviso su Facebook il link a un post del proprio blog nel quale diceva la sua sul caso Sea-Watch 3: opinioni in larga misura discordanti da quelle di Y, che si era espresso chiaramente al riguardo sulla sua bacheca, e che così deve aver optato per una drastica "pulizia contatti". Ironicamente X pubblicando il link al post aveva esordito come segue: «1) Un buon modo per farmi togliere dai contatti. 2) Una occasione per confrontarsi in modo costruttivo»
Per quanto mi riguarda, sebbene la mia opinione sull'argomento sia decisamente più simile a quella di Y che a quella di X, non ho preso alcun tipo di "provvedimento" contro quest'ultimo; negli ultimi tempi sto facendo largo uso del provvidenziale "Smetti di seguire" nei confronti di "facciamici" inaspettatamente filo-leghisti, ma in questo caso non ho ritenuto di dover arrivare a "tanto". Comunque non posso di certo biasimare Y per aver deciso diversamente. Non mi sento invece di essere altrettanto indulgente nei confronti di X, che in un certo senso ha esposto alla "gogna social" (accusa da lui respinta) l'ex amico (pure nella cosiddetta "real life"), senza che quest'ultimo avesse modo di venirlo a sapere – a meno che qualche amico comune non glielo abbia riferito – né tantomeno potesse chiarire, in pubblico o tramite messaggio diretto, le ragioni della propria scelta.

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