A partire da oggi 3 novembre 2015 alle ore 13:40 ora italiana, non do a Facebook o agli enti associati a facebook il permesso di usare le mie immagini, informazioni o pubblicazioni, sia del passato e il futuro. Per questa dichiarazione, dò avviso a Facebook che è severamente vietato divulgare, copiare, distribuire o prendere qualsiasi altra azione contro di me in base a questo profilo e / o il suo contenuto. Il contenuto di questo profilo sono informazioni private e riservate. La violazione della privacy può essere punita dalla legge (UCC 1-308-1 1 308-103 e lo statuto di Roma). Nota: Facebook è ora un'entità pubblica. Tutti i membri devono pubblicare una nota come questa. Se preferisci, puoi copiare e incollare questa versione. Se non pubblichi una dichiarazione almeno una volta, starai tacitamente permettendo l'uso delle tue foto, così come le informazioni contenute negli aggiornamenti di stato di profilo.A tal proposito, consiglio di leggere il post di Paolo Attivissimo dal quale ho copincollato il testo.
Non condividere. Devi copiare e incollare
Contro tale genere di bufala – perché di questo si tratta – ha preso posizione anche un addetto ai lavori, Guido Saraceni, docente di Filosofia del Diritto e di Informatica Giuridica presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Teramo. E l'ha fatto con un'arguzia tale da riscuotere un enorme successo sui social... e da indurre la sottoscritta, da sempre refrattaria alle asperità del lessico giuridico, ad accarezzare l'idea di frequentare Legge anche solo per assistere alle sue lezioni! :-)
Il 30 novembre dello scorso anno il professor Saraceni – mi fa uno strano effetto chiamarlo così, tanto più che sembra talmente giovane – ha pubblicato sulla sua pagina Facebook il seguente messaggio di stato:
Avviso agli studenti di informatica giuridica
Chi tra di voi ha pubblicato sul suo profilo una sorta di autocertificazione a tutela della privacy è pregato di chiudere per sempre l'account facebook - per evitare di procurare danni a persone o cose-, lasciare la Facoltà di Giurisprudenza ed iscriversi a Scienze degli Snack al Formaggio. Andiamo male ragazzi, molto, molto male.
Il 4 novembre scorso, essendo ritornato prepotentemente in auge un fenomeno che sembrava ormai sopito, Saraceni si è espresso di nuovo sulla questione scrivendo...
Titolo: avviso agli appassionati di privacy e social network.
Sottotitolo: una leggera sfumatura giuridica.
Il novantanove per cento dei vostri “amici” sono perfetti sconosciuti; citate frasi di autori che non avete mai letto; condividete foto del vostro grande amore scattate con il telefono che vi ha regalato l’amante per S. Valentino; vi vantate di risultati mai ottenuti recitando una felicità che non avete mai provato in tutta la vostra vita.
Insomma, l’unica cosa vera del vostro profilo è il nome - e spesso neanche quello.
Per questo motivo, vi invito a smetterla di chiedere ai gestori di Facebook che rispettino la vostra privacy. Al massimo, dovreste pretendere che vi paghino i diritti d’autore.
Andiamo male internauti.
Molto. Molto male.
Il nostro eroe ha anche un blog, nel quale l'altro giorno ha pubblicato un post raccogliendo alcune pungenti risposte rivolte a coloro che lo avevano attaccato per i suoi inattaccabili post su Facebook. In particolare mi ha divertita questo frammento, tratto dal punto 3, che fa riferimento al ben noto #jesuischarlie: «Alla fin fine, pochissimi di noi possono dire di essere veramente Charlie. La maggior parte assomiglia di più a Snoopy» [Già che ci siamo... se ti fidi della mia opinione, non andare a vedere Snoopy & Friends – Il film dei Peanuts, a meno che tu non debba accompagnare un bambino piccolo. L'ho visto giusto ieri, ed è stato una delusione pazzesca]
[I memi che ho inserito nel post li aveva condivisi un mio amico, indovina un po'?, su Facebook :-)]
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