giovedì 19 novembre 2015

Senza parole

L'anno scorso ho condiviso sul mio tumblr l'immagine qui sotto, tratta da ScienceDump.


«E se il nostro utilizzo degli emoji divenisse gradualmente così esteso da farci tornare di fatto a scrivere in geroglifici?», recitava la scritta. Ebbene, quello che all'epoca poteva sembrare null'altro che un paradosso, un'iperbole, pian piano "rischia" di diventare realtà. È notizia di questi giorni che la parola dell'anno scelta dai prestigiosi dizionari Oxford perché «riflette meglio l'ethos, l'umore e le preoccupazioni del 2015» non ha lettere e non si può pronunciare perché, a differenza delle altre "candidate" sulle quali ha avuto la meglio, da refugee (rifugiato) a sharing economy (consumo collaborativo)... non è neanche una parola, bensì un pittogramma: sto parlando dell'emoji qua sotto.


Oramai sono diventata talmente guardinga nei confronti di ciò che leggo in Rete che sulle prime ho sospettato si trattasse di una bufala o di un pesce d'aprile fuori stagione... ma a quanto pare è tutto vero. La faccina in questione, ufficialmente denominata "Face with Tears of Joy" ovvero faccia con lacrime di gioia, ha il significato di "sto ridendo fino alle lacrime"... ma la vedo usata non di rado in maniera impropria, e ciò non è proprio il massimo per un'immagine che dovrebbe veicolare un concetto in maniera immediata e inequivocabile. :-/
Concludendo... Ironia della sorte, per questa notizia ci sarebbe da ridere per non piangere... ;-)

Nessun commento:

Posta un commento