giovedì 31 ottobre 2013

Donne oggetto in pubblicità

Nei giorni scorsi ho ricevuto da Change.org e accolto senza esitazioni l'invito a firmare la petizione Fiat ritiri lo svilente spot sessista della 500 S, lanciata da Annamaria Arlotta, fondatrice del gruppo Facebook La pubblicità sessista offende tutti, e rivolta a Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat S.p.A., e al Giurì dell'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria. Ecco lo spot in questione...


Per farla breve, tanto il discorso viene approfondito a dovere nelle motivazioni della petizione, a me sembra che il video qua sopra veicoli con un'efficacia tanto rara quanto degna di miglior causa il concetto di donna oggetto, equiparata nella fattispecie a un'automobile. Anche se a dire il vero non mi è mai capitato di vedere questo spot al di fuori del web (ma si sa, io oramai la tv la guardo talmente poco...), trovo che un filmato del genere non avrebbe proprio dovuto essere realizzato, anzi forse neppure concepito. Il fatto che invece lo sia stato dovrebbe indurre a riflettere su certi stereotipi duri a morire che imperversano nella società in cui viviamo. In un post scritto l'anno scorso per Tiragraffi Magazine, Sara ha affrontato la questione presentando la board Immagine della donna in pubblicità, la quale è stata creata da Roberta Milano su Pinterest ed è andata via via riempiendosi di contributi tali da far accapponare la pelle, rizzare i capelli, cadere le braccia... insomma, provocare crisi di sconforto in ogni parte del corpo (e della mente, ovvio)! :-/ Io stessa l'anno scorso non potei esimermi dall'immortalare un cartellone pubblicitario di una rozzezza fuori dal comune.


Se ritieni che il sessismo in pubblicità sia un'invenzione dei nostri tempi, dovrai ricrederti scorrendo le immagini d'epoca mostrate in questo post: le nostre mamme e le nostre nonne stavano messe addirittura peggio rispetto a noi "donne moderne"... ma questo non è affatto un motivo sufficiente per tirare un sospiro di sollievo e accettare le cose così come stanno: la strada che dovrebbe condurre a una piena parità di genere è ancora lunga, e bisogna continuare a percorrerla senza stancarsi mai. Allora, procediamo? :-)

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