Lunedì scorso, mentre ascoltavo in macchina Radio Dimensione Suono, ho sentito il conduttore Marco Liorni affermare con convinzione che il giorno precedente, 13 dicembre, era stato il dì più corto dell'anno; «Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia», recita in effetti il detto popolare. Eppure basterebbe una minima infarinatura di astronomia per rendersi conto che in realtà il giorno più corto dell'anno, cioè quello con il minimo intervallo di tempo fra l'alba e il tramonto, deve ragionevolmente coincidere con il solstizio d'inverno, ossia il momento in cui il Sole, nel suo moto annuo lungo l'eclittica, viene a trovarsi alla sua minima declinazione (ho cercato una definizione più semplice e intuitiva, ma non mi è venuta... :-S): quest'anno tale evento si verifica proprio oggi, 21 dicembre, per la precisione alle ore 17:47 UTC.
La credenza secondo cui il giorno più corto sarebbe quello di Santa Lucia, comunque, non è priva di un suo fondamento... per risalire al quale bisogna però tornare indietro di oltre quattrocento anni. Fino al 1582, in effetti, il solstizio d'inverno cadeva appunto fra il 12 e il 13 dicembre; questo perché nel corso dei secoli si era creato un significativo sfasamento tra calendario civile e calendario solare. Per porre rimedio a tale anomalia Papa Gregorio XIII decretò, sulla base di accurate osservazioni astronomiche, che si sopprimessero i dieci giorni di sfasamento accumulati, passando direttamente dal 4 ottobre al 15 ottobre 1582 (e, per evitare che il problema si riproponesse a distanza di tempo, venne pure cambiata la regola usata per determinare gli anni bisestili): ecco quindi il famoso calendario gregoriano, che prese il posto di quello giuliano. Questa circostanza dei dieci giorni "spariti nel nulla" dovrebbe essere nota a chi, come me, si è cimentato nell'implementazione di un sia pur semplice calendario perpetuo (con il Commodore 64, bei tempi...! :-)).
Per farla breve, dopo la riforma del calendario il solstizio passò al 21-22 dicembre. Va comunque rilevato che ancor oggi, attorno al 13 dicembre, si ha effettivamente un "accorciamento" delle giornate, nel senso che quello è il periodo dell'anno in cui il Sole tramonta prima. D'altronde, in occasione del solstizio, il Sole tramonta un pochino più tardi, ma pure l'alba è ritardata di alcuni minuti: in definitiva, pur tramontando dopo, il Sole resta sopra l'orizzonte circa tre minuti in meno rispetto al giorno 13, e così si ha il dì più corto dell'anno.
[Per la stesura di questo post sono debitrice delle Guide di Supereva :-)]
Bene, da oggi si allungano le giornate. :-)
RispondiEliminaGià... :-) Teoricamente il solstizio dovrebbe rappresentare anche il giorno più rigido dell'inverno; in realtà non è mai così, perché se ben ricordo l'inverno meteorologico è sempre in ritardo di qualche settimana rispetto a quello astronomico. Ma si vede che la meteorologia non è una scienza esatta, dal momento che qua a Pescara da ieri abbiamo un clima primaverile! :-)
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