Sui social si è scatenato un dibattito tra coloro che difendono la scelta di condividere il video in nome del diritto/dovere di cronaca e coloro – la maggior parte, in verità – che obiettano che la diffusione di quelle immagini «nulla aggiunge e nulla toglie alla tragedia: pura pornografia del dolore. Mera esibizione di atroce sofferenza umana per chiunque: per i morti, per i vivi, per le famiglie». A dire il vero ho trovato forse persino meno rispettoso che si rovistasse nei dati biografici delle vittime per confezionare articoli strappalacrime, ma non per questo intendo minimizzare quel che è accaduto oggi, e che è stato stigmatizzato pure dal procuratore della Repubblica di Verbania Olimpia Bossi in un comunicato stampa. L'ho detto e lo ripeto: mi vergogno di me stessa, innanzitutto.
P.S.: Cercando la parola funivia su Facebook – quelle tragiche immagini oramai le avevo viste, ahimè, ma a quel punto volevo leggere le opinioni dei miei amici al riguardo – ho scoperto che in nome del clickbait il video era stato condiviso pure su pagine che non c'azzeccavano niente, tra cui addirittura una dedicata alle ricette per il Bimby. (!)
Ho scelto di non guardare, pur sapendo dai social che le immagini erano ormai in rete. Pura pornografia del dolore a cui bisogna dire no.
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