[Magari il titolo del post può prestarsi a facili equivoci... ma ti assicuro che non è proprio il caso!]
Ieri sono capitate una cosa bruttissima e un'altra bellissima, collegate tra di loro. Non sono successe a me direttamente, ma mi hanno colpita così tanto che da più di ventiquattr'ore non riesco quasi a pensare ad altro.
Giovedì è improvvisamente venuto a mancare un mio amico di Facebook; a darne l'annuncio ieri in un post è stata la sua compagna, nonché madre dei suoi due bambini, mia "facciamica" pure lei. Entrambi li avevo conosciuti virtualmente su FriendFeed, ma non ricordo di averli mai incontrati di persona, e sul loro conto non sapevo nulla di più di quello che condividevano sui social; anzi, sapevo molto meno... anche perché, se dovessi tenermi aggiornata su tutte le attività social di tutti i miei amici, non solo dovrei smettere di lavorare, ma probabilmente non mi basterebbero ventiquattr'ore al giorno!
Riguardo alla coppia in questione, ignoravo – e devo ancora riuscire a scoprire – se lei lavori (lui di sicuro lavorava), e se fossero sposati o meno (il che fa un'enorme differenza nel caso in cui uno dei due muoia inaspettatamente), il nome di battesimo di lei l'ho scoperto solo ieri visto che sui social, Facebook compreso, usa un nickname... eppure ho un magone indescrivibile.
Sono entrata a far parte di un gruppo Telegram creato per ricordare lo scomparso che comprende quasi duecento persone, ex friendfeeder ma non solo, alcuni dei quali oggi pomeriggio hanno preso parte al funerale e hanno consegnato alla compagna un foglio con i nostri nomi. Devo ancora riuscire a leggere l'enorme mole di messaggi che sono stati scritti... ma prima o poi lo farò, poco ma sicuro. Comunque a colpirmi maggiormente è stato il fatto che ieri è stata creata una raccolta fondi a favore della compagna e dei figli, e al momento è già stata superata la cifra di dodicimila euro. Niente male, se si considera quanto la gente normalmente è restia a metter mano al portafogli, specie per aiutare qualcuno che neppure conosce di persona, come nel mio caso e quello di tanti altri che hanno contribuito. Chiara ha spiegato molto bene queste dinamiche in un post. Anche lei è un'ex friendfeeder... ma perché poi "ex"? Come ha scritto qualcuno, «Once a friendfeeder, always a friendfeeder»: se sei stato un friendfeeder, lo rimarrai per sempre. Altro che socialino dell'odio!
[L'immagine che apre il post, trovata oggi su Facebook, riassume i principali tormentoni del compianto FriendFeed]
io avevo visto lui solo una volta, e lei due o tre volte al più (ma si sa che non faccio una grande vita sociale). Ieri però al funerale c'ero anch'io, per una ragione semplicissima. Siamo dei cazzari totali, ma siamo anche una comunità.
RispondiEliminaQuesto è ammirevole. Io purtroppo non c'ero, perché non ce l'ho fatta ad organizzarmi, ma conoscendomi sono sicura che se anche fossi andata non sarei riuscita a dirle nulla, forse neppure ad avvicinarla. E questo pensiero mi fa sentire terribilmente a disagio.
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