Mah, sarò io che ho la mente contorta, ma mi sono subito tornate alla memoria certe catene di sant'Antonio descritte anni fa da Paolo Attivissimo nell'ambito della sua attività di detective antibufala.
- L'appello di George Arlington per la sua bambina malata di leucemia: «L'uinico (sic) modo con il quale loro [AOL e ZDNet, NdC] possono aiutarci è questo: Io invio questa email a voi e voi inviatela ad altre persone. AOL rileverà la traccia di questa e-mail e calcolerà quante persone la riceveranno. Ogni persona che aprirà questa e-mail e la invierà ad altre 3 persone ci donerà 32 centesimi». Sorvolando per il momento sul fatto che in realtà si trattava di una vera e propria bufala... come giustamente osserva Paolo Attivissimo, «Credete davvero che aziende come AOL (America Online) e ZDNet siano così crudeli da organizzare questa sottospecie di lotteria? "Caro George, mi spiace, ma non ci hanno risposto in numero sufficiente, per cui non ti paghiamo l'operazione e lasciamo morire tua figlia..." Suvvia, siamo seri».
- Riguardo alla catena di sant'Antonio per raccogliere fondi a favore di Alexandra, una bimba polacca rimasta gravemente ustionata in un incendio, questa volta il caso è autentico, ma non è vero che con ogni messaggio mandato i suoi genitori ricevono 3 centesimi. Anche in questo caso il Disinformatico commenta: «come al solito prima di inoltrare bisognerebbe chiedersi perché mai verrebbe organizzata questa sottospecie di "lotteria della vita", in cui il facoltoso sponsor eroga soldi soltanto se c'è gente che inoltra il messaggio: se per caso non si raggiunge il numero di inoltri necessario, che succede? Lo sponsor lascia morire la bambina?».
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