Oggi, a distanza di appena due settimane, non posso fare a meno di tornare a parlare di fake news. L'odierno Buongiorno di Mattia Feltri su La Stampa era dedicato alla terribile vicenda della bambina musulmana di nove anni finita in ospedale a Padova dopo essere stata violentata dal "marito" trentacinquenne: una notizia della quale si sono occupati i principali media italiani. Peccato – per la credibilità del giornalismo nostrano, mentre per la bambina possiamo tirare un sospiro di sollievo – che si trattasse di una bufala: mi sono imbattuta su Facebook nell'articolo di debunking di David Puente prima ancora di aprire feedly per leggere l'articolo di Feltri, che nel frattempo è stato rimosso dal sito (ma ovviamente dalla prima pagina del giornale cartaceo uscito in edicola non si può cancellare, e ne rimane traccia anche sul web grazie ad archive.is). Feltri si è scusato, pur ricordando che «il fenomeno delle spose bambine, e quasi esclusivamente nella comunità musulmana, rimane un dato di fatto (e la condizione della donna a maggior ragione) come segnala per esempio Amnesty International». La rettifica è stata commentata da Leonardo Bianchi, dal cui post prendo a prestito il grafico del ciclo di una notizia falsa in Italia (clicca per ingrandire).
Sempre a proposito di fake news, Repubblica ha dedicato un articolo all'inchiesta del sito d'informazione statunitense BuzzFeed sul «network italiano delle bufale» – comprendente siti (tristemente) noti come Direttanews.it e iNews24.it – che fa capo all'imprenditore Giancarlo Colono. Evidentemente a chi l'ha scritto pareva brutto inserire un link al lavoro di BuzzFeed, che personalmente ho trovato con una veloce ricerca su Google (ma perché obbligare il lettore a un passaggio che potresti e dovresti risparmiargli?) e che è incluso anche nel post scritto da Paolo Attivissimo al riguardo.
UPDATE del 28/11: In questo post Carlo Gubitosa smonta punto per punto il messaggio di scuse di Mattia Feltri.
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