sabato 14 luglio 2007

Un atleta da ammirare

Avevo cominciato a sentir parlare del Golden Gala che si è tenuto ieri sera allo Stadio Olimpico di Roma quando ho saputo che Oscar Pistorius, un ventunenne sudafricano privo di entrambe le gambe dal ginocchio in giù, aveva intenzione di partecipare a tale manifestazione gareggiando insieme agli atleti normodotati, grazie alle sue speciali protesi in fibra di carbonio. Ebbene, Pistorius ha corso la finale B dei 400 metri ed è arrivato secondo con un tempo di tutto rispetto (46"90). Sono rimasta sbalordita quando ho scoperto qui la ragione per cui la federazione internazionale è contraria al fatto che Pistorius competa con atleti normodotati: egli sarebbe avvantaggiato dal fatto di avere gambe "non tradizionali". Comunque non c'è che dire, il coraggio e la determinazione di quel ragazzo dovrebbero servire da esempio per chi si butta giù pur non essendo affatto così sfortunato... me compresa!
Un'altra notizia sul Golden Gala: un giavellotto, lanciato male dal finlandese Pitkamaki, è andato a infilzare nel costato un malcapitato saltatore in lungo, il francese Salim Sdiri, che per fortuna non ha riportato danni seri ed è già stato dimesso.

2 commenti:

  1. Se devo ammeterlo, io sono d'accordo con chi pensa che con le sue protesi Pistorius possa essere avvantaggiato: certamente è da lodare la sua determinazione ed è un vero peccato che un atleta di tale portata sia nato con questo grave problema, ma IMHO le Paralimpiadi esistono proprio per chi, nonostante le disabilità, vorrebbe ed avrebbe le capacità per gareggiare in competizioni di tale portata.

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  2. In linea di principio potrebbe anche darsi che le protesi avvantaggino Pistorius, ma va detto che:
    - alla partenza e nelle curve Pistorius non ha un gran rendimento;
    - il suo personale nei 400 metri è di oltre 3 secondi superiore al record mondiale.

    Poi è vero che le Paralimpiadi sono nate per dare agli atleti diversamente abili la possibilità di gareggiare ad alto livello, ma:
    - l'idea era soprattutto quella che gli atleti disabili, avendo di norma prestazioni sensibilmente inferiori rispetto agli atleti normodotati, non dovessero affrontare la probabile frustrazione di misurarsi con questi ultimi, ma bensì con altri atleti in condizioni simili alle loro;
    - se un atleta disabile se la sente di gareggiare con quelli normodotati, non mi sembra giusto che glielo impediscano (a meno che non si dimostri che è effettivamente avvantaggiato);
    - vuoi mettere il fascino ed il richiamo delle Olimpiadi propriamente dette?

    Grazie mille per le visite: ricambierò quanto prima, lo prometto! :-)

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