martedì 31 luglio 2007

Predicare bene e razzolare male

Ieri le cronache hanno riferito con dovizia di particolari lo scandalo del deputato dell'Udc, cinquantenne sposato e padre di tre figli, che è stato costretto a dimettersi dal suo partito dopo che si è sparsa la voce del suo incontro con una prostituta in un albergo romano. Pare che lui abbia azzardato giustificazioni del tipo "Ero lontano da casa da cinque o sei giorni, non sono riuscito a resistere alla tentazione", come se il vincolo della fedeltà coniugale avesse una scadenza... così ravvicinata, per giunta!
Nessuno avrebbe saputo niente di tutta questa storia, se la ragazza non si fosse sentita male dopo aver assunto droga. Visto che in tanti hanno già messo in evidenza l'inaccettabilità di un comportamento simile da parte di un membro di un partito promotore di iniziative come il Family Day, in difesa della famiglia tradizionale basata sul matrimonio, eviterò di infierire anch'io. Mi limiterò a commentare alcuni passaggi dell'intervista pubblicata ieri sul sito del Corriere della Sera.

Ho sbagliato, (silenzio) sono pentito. (silenzio) Sono stato sfigato perché se la ragazza non si fosse sentita male non sarebbe successo nulla. (Già, la stessa cosa l'avranno pensata un po' tutti quelli che hanno appreso la notizia) Ma sono anche orgoglioso di me stesso. Quando ho avvertito la reception e poi chiesto di chiamare un'ambulanza ho capito che il mio nome poteva uscire. Molti altri se la sarebbero data a gambe. (Direi che su questo ha ragione, bisogna riconoscerlo)
[...]
Cosa è successo venerdì sera?
Sono uscito dalla Camera intorno alle nove, sono andato a cena con degli amici, non politici, al Camponeschi, un ristorante di Piazza Farnese. Dopo un po' è arrivata questa ragazza, che io non avevo mai visto prima, ma che conosceva i miei amici. È stata lei che ha cominciato a parlarmi...
Sta dicendo che è stato adescato?
Adescato? Io non sono esperto di queste cose ma non avevo capito che fosse una prostituta. (Vabbe', facciamo finta di crederci. Povero, tenero ingenuo)
E cosa pensava?
Pensavo fosse la ragazza che cercava un'avventura. (Con lei? Ma scusi, si considera tanto fascinoso? D'accordo, questa era un po' cattivella...) Ho capito solo quando siamo arrivati all'Hotel Flora.
L'ha pagata?
Pagata... non proprio. Le ho fatto un regalo, una somma in denaro, niente di esagerato però. (Ma sì, ricorriamo anche ai cavilli per sostenere che questo non si chiama pagare. I soldi li regala la zia al nipote per il compleanno, non certo un uomo ad una perfetta sconosciuta in occasione di un rapporto sessuale) Poi siamo saliti su, siamo stati insieme, e dopo io mi sono addormentato.
[...]
Crede che la sua carriera politica sia finita qui?
Deciderà il mio partito. Ma non mi sento di aver tradito niente e nessuno, se non la mia famiglia. (Almeno quella. E i valori che sbandierava, e che avranno contribuito alla sua elezione, no?)
[...]
Cosa le ha detto sua moglie? L'ha perdonata?
Perdonato... Macché, piange tutto il giorno. Non so come andrà a finire. (Povera donna, cornificata pubblicamente... ed è pure incinta! Chissà se troverà la forza di chiedere la separazione)
E con i suoi figli ha parlato?
No, non ancora. Non ho il coraggio. (Me lo immagino. Come si potrebbe iniziare un discorso del genere?)

4 commenti:

  1. Prima di rilasciare certe interviste, Mele farebbe meglio a chiedersi se sia meglio un politico che va a donnine o un politico sprovveduto.
    Perché a me certo non piace un politico interessato più ai festini sessodroga&rock’n’roll che alla Cosa Pubblica, ma è senz’altro meglio di un politico che non s’accorge che la ragazza che ha rimorchiato è una prostituta, che anziché pagarla pensa di farle un regalo e che dorme mentre nella sua stanza succede di tutto.
    In fondo in politica un po’ di pelo sullo stomaco bisogna averlo, non bisogna mica essere dei santi. La dabbenaggine in politica è un peccato molto più grave.

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  2. La cosa patetica è la menzogna, ed il cercare di giustificare cose palesi con espressioni del tipo "non avevo capito", "regalo","sfiga". Ad un certo punto uno deve dimostrare di essere Uomo e prendersi le proprie responsabilità. In parte l'ha fatto chiamando l'ambulanza, ma storpiare la lingua italiana attribuendo significati assurdi ai vocaboli per salvare la faccia NO!

    E soprattutto dire "Sono stato sfigato", come se la Coscienza di un uomo dipendesse dal pubblico dominio o meno delle proprie malefatte. Questo mi fa schifo. Amelie.

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  3. Per Primaticcio: io non credo affatto che Mele sia così sprovveduto. Penso invece che, atteggiandosi a ingenuo, abbia sperato di poter in qualche modo salvare la faccia!

    Per Amelie: già, hai ragione. Mi ero soffermata sulla frase "se la ragazza non si fosse sentita male non sarebbe successo nulla", senza fare tanto caso alla parte iniziale "Sono stato sfigato perché"... La verità è che bisognerebbe sempre agire in base alla propria coscienza, non in base a ciò che possono pensare gli altri!

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  4. Mi vergogno di essere rappresentato al governo da persone del genere.
    Ovviamente il politico di è dimesso dal partito, mica come deputato al Parlamento. Mica fesso ;)

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