Stasera condivido il testo di un post pubblicato su LinkedIn da Factanza Media...
Dormire poche ore a notte o alzarsi molto presto al mattino viene spesso considerato il segreto del successo.
La narrazione che ne consegue è che chi non riesce a ridurre il numero di ore dormite o si alza tardi al mattino è pigro, svogliato e che se non raggiunge gli obiettivi che si è prefissato è perché “è causa del suo male” non avendo la necessaria forza di volontà.
Tuttavia, il numero di ore necessarie di sonno e gli orari in cui si preferisce dormire non sono fattori puramente legati all’abitudine ma alle caratteristiche genetiche che variano da persona a persona. C’è chi riesce a dormire cinque ore a notte per essere pieno di energie e riposato, chi invece ne ha bisogno di 9-10; chi si alza presto naturalmente e chi invece è più produttivo lavorando la sera e svegliandosi tardi al mattino.
Le ore di sonno cambiano anche con l’età: gli adolescenti, ad esempio, avrebbero bisogno di dormire più di 8 ore a notte, da adulti la quantità di ore può diminuire. In ogni caso non bisognerebbe mai dormire meno di 4 ore a notte, per evitare conseguenze gravi per la salute psicofisica.
Etichettare chi ha bisogno di dormire molto o di alzarsi tardi come “pigro/a” e alimentare la retorica del dormire poco come motivo di successo non solo è sbagliato perché crea un senso di colpa in chi non si adegua a questo standard, ma anche perché la deprivazione cronica di sonno può portare, paradossalmente, a conseguenze negative per la produttività di cui tanto si millanta. La mancanza cronica di sonno può portare a mancanza di concentrazione, difficoltà a prendere decisioni, alterazione della memoria, stanchezza e con il tempo aumenta l’ansia e lo stress, tutti fattori che non solo fanno stare male la persona ma che non contribuiscono certo a svolgere bene le proprie attività.
Nella nostra società cerchiamo il più possibile di lavorare sfruttando le ore di luce naturale, ma la verità è che per far sì che le persone siano serene, motivate e anche produttive bisognerebbe rispettare il più possibile i ritmi circadiani di ognuno, anche introducendo, dove possibile, orari flessibili e più personalizzati.
... nonché la trascrizione del testo contenuto nel relativo carousel.
SVEGLIARSI PRESTO NON È PER TUTTI: LO DICE LA SCIENZA
SVEGLIA ALLE 7.
LAVORO DALLE 9 ALLE 18.
CENA ALLE 20:30.
A DORMIRE ALLE 23.
DA CAPO.
Questa è la routine che tante persone vivono ogni giorno. Anche se siamo abituati a considerarli "normali", però, non è detto che questi ritmi siano in realtà adatti a tutti.
Il nostro organismo è dotato di un meccanismo che consente a molte attività del nostro corpo di sincronizzarsi con il ciclo naturale del giorno e della notte. Si chiama RITMO CIRCADIANO ed è il nostro "orologio biologico", che regola attività fondamentali come i cicli del sonno, la produzione di ormoni e l'attività del sistema immunitario.
Influenzando gran parte delle attività corporee, il ritmo circadiano influenza anche le nostre energie e la nostra produttività. Questo ritmo, poi, non è uguale per tutti, ma varia da persona a persona. E questo ha importanti ripercussioni sul nostro rendimento durante la giornata.
Le persone si possono dividere in due "cronotipi" principali:
- CRONOTIPO "ALLODOLA". Si svegliano presto, sono molto attivi di giorno, specialmente di mattina, mentre perdono energie a sera.
- CRONOTIPO "GUFO". Faticano a svegliarsi, hanno bisogno di molto tempo per attivarsi al mattino, mentre diventano produttivi nel tardo pomeriggio e fino a notte fonda [Quando andavo all'università ero proprio così... poi col tempo ho raggiunto lo stato attuale, in cui mi alzo stanca e arrivo a sera annientata ;-) NdC]. E SONO PROPRIO I "GUFI" A ESSERE PARTICOLARMENTE PENALIZZATI DAI RITMI DELLA NOSTRA SOCIETÀ.
Gli orari imposti dal lavoro o dalla scuola possono risultare molto pesanti per i cronotipi "gufo" che, essendo biologicamente più produttivi di sera, non riescono a sfruttare al meglio le ore mattutine e finiscono spesso per rincorrere e adattarsi a dei ritmi che, semplicemente, non sono i loro.
Non rispettare il proprio "orologio biologico" può avere delle ripercussioni anche sulla propria salute. I cronotipo gufo, per questo motivo, sono più soggetti ad avere stili di vita sregolati: mangiano tardi, hanno più disturbi del sonno, ansia e stanchezza diurna (Fonte: Istituto Superiore di Sanità).
Anche se seguire i propri ritmi biologici è fondamentale per il proprio benessere, sono poche le persone che ci riescono, specialmente a causa dei ritmi imposti dal lavoro.
Chi lavora su turni può avere la cosiddetta "sindrome del turnista": a causa dei ritmi di lavoro irregolari, sviluppa insonnia, sonnolenza diurna o difficolta di concentrazione.
Imparare a conoscersi e ad assecondare i propri ritmi è importante per stare bene, ma può essere difficile riuscirci a causa del ritmo frenetico della nostra società. I ritmi sociali che regolano la nostra vita, però, non sono immutabili: se ci rendiamo conto che non aiutano il nostro benessere, bisogna rimetterli in discussione.
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