A una settimana dalla conclusione di Sanremo 2025, posso dire che ho notato come nessun momento o esibizione del Festival abbia scatenato reazioni univoche, nel senso di tutti a favore o tutti contro, con vari livelli di convinzione: su qualunque tema ho riscontrato una polarizzazione più o meno netta. Faccio un paio di esempi.
- Giorgia. A mio modestissimo parere avrebbe dovuto vincere "a tavolino" perché era troppo superiore a tutti gli altri cantanti in gara: altro che sesta classificata. Il pezzo come al solito non era memorabile, la preferisco quando interpreta certe cover... ma sul piano vocale ha sfiorato la perfezione, e se non dico semplicemente che è stata perfetta è solo perché non ho le necessarie competenze. Eppure... Il paroliere Mogol, dopo aver dichiarato «Sono un autore non un critico, giudicare non è il mio mestiere», si è contraddetto affermando – e nella mia bolla svariate persone, compresa una musicista professionista, gli hanno dato ragione – «A Giorgia offrirei volentieri, gratuitamente, un corso da noi [eccerto, perché ha proprio bisogno di lezioni, NdC], ha una voce fantastica ma canta come si cantava trent’anni fa, usa troppo la voce. Che, per carità, è bellissima ma la usa come si faceva in passato, la voce deve esser credibile per quello che dice, è la credibilità che riesce ad emozionare». Mah, sarà che la trovo pure umanamente simpatica, ma a me emoziona eccome. Essendo consapevole che la mia opinione conta come il due di coppe quando la briscola è bastoni, segnalo i post del vocal coach Salvatore Cilia e di Tony Troja, musicista e cantante di professione.
- Simone Cristicchi. Come ho già accennato, il suo brano ha polarizzato il pubblico: mentre alcuni si sono commossi fino alle lacrime, altri lo reputano una "paraculata", preferendo sullo stesso argomento Ricordi dei Pinguini Tattici Nucleari. All'inizio ero schierata decisamente tra i primi, ma quando ho visto questo spezzone di Domenica In la mia convinzione ha un tantino vacillato. Per recuperarla ho letto le testimonianze dello scrittore Enrico Galiano – il video a cui si riferisce è questo – e di Roberto Mercadini.
A proposito di canzoni più o meno ingiustamente sottovalutate, facciamo un salto nel passato di trentacinque anni. Vattene amore, che vinse Sanremo 1990, viene ricordata più che altro, non senza qualche risatina, per il "trottolino amoroso" del ritornello. Ma il cantautore Amedeo Minghi, autore delle musiche del brano nonché interprete insieme alla cantante Mietta, ha rilasciato un'intervista che mi ha indotta a rivalutarne il testo, scritto con il paroliere Pasquale Panella che non è proprio uno sprovveduto.
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