giovedì 27 febbraio 2025

Levàteje er vino!

Quando ieri sera ho sentito in televisione Francesco Lollobrigida affermare che anche l'abuso di acqua, non solo quello di vino, può essere nocivo, sono stata presa dallo sconforto. Capisco che, in quanto ministro dell'Agricoltura, debba difendere gli interessi del settore vitivinicolo... ma qui si esagera!

Il chimico e divulgatore scientifico Ruggero Rollini ha detto la sua in un video.

Di seguito riporto la trascrizione, corredata da qualche link esplicativo.

Il nostro ministro riprende Paracelso e, nel difendere un consumo moderato di vino, ci ricorda di come sia sempre la dose a fare il veleno e di come anche l'acqua, in certe quantità, possa essere pericolosa. Ed è vero: ci sono dosi in cui anche l'acqua può farci del male. Un esempio lo cita proprio nel post che fa per ribadire le proprie affermazioni su Facebook, ed è l'iponatriemia, che è proprio una condizione che ad esempio può verificarsi quando si assumono grosse quantità di acqua in un breve periodo di tempo. E nel riprendere Paracelso si avvicina quasi di più a quella che era la sua visione originale, che era più o meno sulla falsariga di "Tutto è veleno. Non c'è niente che non contenga veleno. Solo la dose può renderlo meno velenoso". E infatti noi sappiamo che non solo ci sono dosi in cui l'acqua non è pericolosa, non è velenosa, ma in cui è fondamentale assumerla proprio per tutelare la nostra salute.
Allora chiediamoci: qual è la dose di alcol che possiamo ritenere sicura, in cui non è pericoloso, non è velenoso? Questa dose esiste, ed è zero. Non ci sono quantità considerabili sicure di alcol. Poi è chiaro che ci sia una profonda differenza tra bersi mezzo bicchiere a cena o un calice ogni tanto, e sfondarsi di alcolici e praticare il binge drinking. Però anch'io so che, quando mi concedo un calice di vino oppure, voi sapete che amo il whisky, mi bevo un bicchiere di whisky, mi sto assumendo dei rischi. Però sono informato e prendo una decisione consapevole, e so che purtroppo potrei aumentare, anche se di poco, le probabilità che ho di sviluppare alcuni tipi di tumore. La cosa più importante però, nella comunicazione del rischio, la prima regola, è: mai negare il rischio. Poi nessuno dice che dovremmo smetterla di consumare alcolici. Sarebbe la scelta migliore da un punto di vista di salute? Probabilmente sì, però ci sono anche altri fattori da considerare: quello sociale, quello culturale, quello economico. Insomma, va preso tutto in considerazione, ma una volta che si è ben e correttamente informati, tutti poi sono liberi di prendere delle decisioni di conseguenza. Ora, io credo che quella del ministro, quest'accostamento un po' infelice tra l'acqua e il vino, sia stata una svista, o al più un'affermazione dettata da un misto di amore per il vino e questo settore e un pizzico di ignoranza: non possiamo del resto essere onniscienti, no? Non voglio credere che ci sia stata malafede. Però bisogna comunque stare molto attenti quando si parla di certi argomenti, perché passare da Paracelso a paraculo è un attimo!

[La GIF è per la conclusione del discorso ;-)]

Un dubbio che avevo al riguardo non mi è stato chiarito né da Rollini né da questo articolo del Corriere: quanta acqua si deve bere, grosso modo, per procurarsi danni alla salute? E soprattutto quanto è frequente che ciò accada, se si eccettuano i casi patologici menzionati dal Corriere, visto che c'è chi si è inventato addirittura le borracce aromatizzate per indurre la gente a bere più acqua? Io mi rifiuto di cedere a quello che reputo un inganno commerciale e, da quando mi sono resa conto che non idratandomi a sufficienza la mia salute era a rischio, mi sforzo semplicemente di bere di più... anche se non ho quasi mai sete, a meno che non abbia mangiato qualcosa di particolarmente salato o speziato.

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