Il primo film in assoluto che ho visto al cinema in vita mia è stato La carica dei cento e uno. Ovviamente non all'epoca dell'uscita iniziale nel 1961 – quando non solo ero ben lungi dal nascere, ma i miei genitori ancora nemmeno si conoscevano ;-) – bensì in occasione della riedizione del 1985. Poiché ero una bambina delle elementari, credo sia normale che non fossi assolutamente in grado di leggere nei cartoni animati qualcosa di diverso dalla trama: nella fattispecie la storia di una supercattiva, Crudelia De Mon, che desidera a tutti i costi un cappotto di pelliccia di cuccioli di dalmata.
Da allora non mi pare di averlo più rivisto, quel film, ma se lo avessi fatto, anche da adulta, non sono affatto sicura che sarei riuscita a decifrare il suo messaggio metaforico. A questo punto tu forse ti starai chiedendo: quale? Nel video qua sotto il designer e scrittore Riccardo Falcinelli risponde a questa domanda.
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Ecco la trascrizione del testo.
Ho detto non è molto colorata, diventa sempre meno colorata: questi fotogrammi sono quasi in bianco e nero, non c'è colore. Allora, un altro studio, di fronte a un problema del genere, dice «Dobbiamo animare 101 cani bianchi e neri», avrebbe fatto i fondali colorati. Qua invece la direction Disney comincia a togliere, toglie sempre di più.
Guardate, la seconda parte del film è un film in bianco e nero: questo è un film di guerra. Qua Disney sta citando i cinegiornali degli anni '40. Sono i soldati della seconda guerra mondiale, o della prima, che camminano in mezzo alla neve nelle trincee: stanno scappando per non essere presi. La carica dei 101, se fa la parodia di un genere, è quella del film di guerra, della fuga... da che cosa?Eh, da questo. Devono far finta di essere di un'altra razza: per non farsi prendere, si fanno passare per dei labrador. È Auschwitz.
La carica dei 101 parla della società di massa, della pubblicità della società di massa nello sterminio e nella gestione delle masse. Voi considerate che nel '64 questo tipo di immaginario era trasparente, molto più che per noi oggi, che pure abbiamo visto decine di puntate di Rai Storia.
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