A un mese esatto di distanza dal mio precedente post sull'argomento "il vino fa male", condivido il testo di un ottimo post pubblicato due settimane fa su Facebook dal giornalista Rai Gerardo D'Amico, caporedattore salute e sanità di RaiNews, curatore e conduttore della rubrica di medicina e salute Basta la Salute, coordinatore della Task Force Rai contro le Fake News e l'Approfondimento Scientifico sulla pandemia e membro del Comitato Tecnico Sanitario del Ministero della Salute, sezione rilascio licenze pubblicità sanitaria.
Io non ho niente contro il vino, due dita di rosso accompagnano i miei pasti.
Lo faccio sapendo che è piacevole ma fa male: un po’ meno se saltuario, parecchio di più se le dita diventano spanne.
Faccio tante altre cose, sapendo che fanno male: sto col motorino fermo nel traffico, mangio troppo, faccio poca attività fisica.
Faccio delle scelte, sapendo che fanno male.
Quello che mi indigna profondamente, nella gazzarra che si è scatenata attorno al vino, è l’ipocrisia che sfocia nella manipolazione che degenera nelle fake news.
In nome di un enorme interesse commerciale, legittimo, invece di spiegare che bere una piccola quantità di alcol fa meno male ma comunque fa male- questa l’evidenza scientifica- e quindi a voi la scelta, nutrizionisti e perfino medici affermano il contrario di quello che la medicina basata sulle evidenze ha dimostrato chiaramente: e questa è ignoranza, o disonestà.
Gravissimo, se sei un medico che hai giurato sul “primum non nocere”.
Nessuno vuole vietare niente a nessuno. Qui però è entrata in ballo la credibilità scientifica di chi ancora cita studi osservazionali ampiamente dimostrati inaffidabili, come fa il Presidente del CREA, che sarebbe il vecchio Istituto Nazionale di Nutrizione, che pure è un cardiologo.
Il fatto che il CREA sia controllato dal Ministero dell’Agricoltura, che legittimamente difende i produttori di vino, non può rendere tollerabile uno sviamento tanto eclatante dalle chiare posizioni dell’OMS e delle Società Scientifiche nazionali ed internazionali.
La posizione della Federazione Mondiale di cardiologia non lascia dubbi, entrando nel merito di quegli studi osservazionali di cui parlavo: nel link uno degli ultimi documenti, datato 2022 ( grazie al prof. Enrico Bucci che me lo ha girato).
Non esiste dose minima di alcol che non faccia male, questo il sunto: ed il vino, come la birra, contiene alcol.
Lo vogliamo bere? Prosit. Ma nessuno, per favore, ci venga a dire, nel 2023, che libera le coronarie e fa bene alla circolazione.
Soprattutto se è un medico.
P.S.: Tre anni fa oggi, nel giorno che in pratica segnava l'arrivo "ufficiale" della pandemia in Italia, pubblicavo questo post. Per quanto io sia pessimista, mai mi sarei aspettata che succedesse quello che poi è successo. Potrei dire (sottovoce) che a questo punto ne stiamo uscendo, ma sono stati tre anni davvero tremendi.
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