[Il titolo del post parafrasa le notizie che non lo erano de Il Post]
Qualche giorno fa il calciatore ceco Jakub Jankto, che tra il 2014 e il 2021 ha giocato in Italia per Ascoli, Udinese e Sampdoria e in questa stagione milita nello Sparta Praga, ha fatto coming out dicendo apertamente di essere gay in un messaggio pubblicato sui social che finisce così:
Voglio vivere la mia vita liberamente.
Senza paura.
Senza pregiudizi.
Senza violenza.
MA con amore.
Sono omosessuale e non voglio più nascondermi.
Oggigiorno una cosa del genere non dovrebbe neppure fare notizia... fatto sta che Jankto è il primo calciatore in attività, ampiamente conosciuto in ambito internazionale e con ancora la prospettiva di molti anni ad alti livelli ad essersi dichiarato omosessuale. E considerata l'arretratezza culturale imperante nel mondo del calcio e, diciamolo, anche in molti di quelli che lo seguono – le battutacce sui compagni di spogliatoio di Jankto che d'ora in poi dovranno guardarsi le spalle si sono sprecate :-/ – plaudo al suo coraggio, e gli auguro il meglio per il futuro.
A tal proposito, il quotidiano Libero ha titolato come segue: «Arriva a fine carriera e si ricorda che è gay», aggiungendo «Jakub Jankto fa outing» (in realtà si dice "coming out", e un giornalista la differenza fra i due termini dovrebbe conoscerla).
Abolizione del suffragio universale ha commentato in modo ineccepibile.
Domanda: “Perché c’è bisogno di fare coming out?”
Risposta: “Perché ci sono ancora titoli come questo”.
P.S. Si dice coming out, non “outing”. Non è a fine carriera: Jankto è del 1996, ha 27 anni. Non ci si “ricorda” di essere gay, al massimo lo si nasconde a causa di giornali di merda come questo.
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