mercoledì 18 gennaio 2023

Il lavoro mobilita

Sfinita per le solite otto ore abbondanti di lavoro – ultimamente sembra quasi che il mio responsabile, il quale durante il giorno non ha mai tempo per me, lo faccia apposta a venirmi a cercare quando stanno per scoccare le fatidiche ore diciotto – e le due ore di strada che mi tocca fare per andare e tornare dall'ufficio, stasera mi limito a condividere alcune notizie, in netta controtendenza rispetto alle diffuse convinzioni sui giovani-che-per-colpa-del-reddito-di-cittadinanza-non-hanno-più-voglia-di-lavorare-e-sacrificarsi, delle quali oggi si è molto discusso sui social.

Quest'ultima è la vicenda che mi ha lasciata maggiormente perplessa: cioè, 'sta tipa si alza tutte le mattine alle 4, fa su e giù per lo Stivale e rientra a casa alle 23:30 perché le conviene economicamente continuare ad abitare a Napoli, essendo il costo della vita a Milano notoriamente piuttosto elevato...? Il mio primo pensiero è stato: quanto si stancherà?! [Chissà, magari lei è una di quelle persone fortunate – io ci vivo, con una di queste ;-) – che durante il viaggio sui mezzi pubblici riescono a dormire come angioletti, cosa che per me è sempre stata un miraggio] In effetti sarebbe impossibile permettersi l'affitto di una casa, o anche solo di una stanza singola, a Milano città e sostenere tutte le altre spese potendo contare su uno stipendio mensile inferiore ai 1200 euro, ma nell'hinterland e nelle province confinanti si possono trovare sistemazioni assai più abbordabili in posti ben serviti dai mezzi pubblici. E poi un abbonamento al Frecciarossa dubito sia così a buon mercato. Uhm, c'è qualquadra che non cosa...

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