lunedì 2 gennaio 2023

Gli italiani e le lingue straniere, un rapporto conflittuale

Qualche giorno fa il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha dichiarato a Il Messaggero «Credo che un certo abuso dei termini anglofoni appartenga a un certo snobismo, molto radical chic».

Senza nemmeno rendersene conto – probabilmente non si ascolta quando parla – il ministro in un certo senso ha fatto bingo! Andando con ordine...

  • snobismo deriva dall'inglese snob, parola passata a significare «persona non fine, non adeguata a un ambiente colto e raffinato», e diffusa in Europa dal romanzo The book of snobs (1848) di W. Thackeray (è priva di fondamento l'opinione, molto diffusa, che sia un'abbreviazione della locuzione latina s(ine) nob(ilitate) «senza nobiltà»).
  • radical-chic è composto dall'inglese radical «radicale» e dal francese chic «elegante», che a sua volta deriva dal tedesco Schick «abilità, destrezza» (derivato di schicken «preparare, sistemare»), e denota chi, per moda o convenienza, professa idee anticonformistiche e tendenze politiche radicali.

Come osservato nella voce Wikipedia dedicata al termine snob, che «Per estensione [...] è utilizzato per identificare una classe di persone, anche di rango elevato, che ostentano altezzosità o disprezzo verso le classi o i gruppi di persone che considerano inferiori o plebee», «In Italia questo termine viene talvolta erroneamente associato all'espressione radical chic, la quale è invece semanticamente il suo contrario». Insomma, se non fosse già abbastanza discutibile aver buttato lì una sfilza di tre parole di origine straniera in un discorso in difesa della lingua italiana, in pratica "snobismo radical chic" è un ossimoro. ;-)

Inoltre, nella puntata del talk show pomeridiano di Rai 1 Oggi è un altro giorno andata in onda il 26 dicembre scorso, la conduttrice Serena Bortone ha lodato il "perfetto inglese" sfoggiato da Carlo III d'Inghilterra nel suo primo discorso ufficiale da re. Come osservato ironicamente dal giornalista Onofrio Dispensa, «A lei [...] comunichiamo che Carlo ha imparato l'inglese da bambino e in un buon quartiere di Londra». Se anche tu, come me quando l'ho letto, non riesci a crederci, vai al minuto 1:19:10 circa della puntata in questione.

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