Oggi è il primo giorno di primavera, giusto?
Beh, NO. Anche se molti di noi sono abituati a pensare che le stagioni comincino sempre "il giorno 21" – di marzo la primavera, di giugno l'estate, di settembre l'autunno e di dicembre l'inverno – l'equinozio di primavera è caduto ieri, alle 10:37 ora italiana.
A tal proposito capita a fagiuolo un post della mia "facciamica" Selene, la quale nella sua pagina Facebook si definisce «comunicatrice scientifica con un'enorme passione per l'astronomia». Lo riporto qui di seguito corredato da qualche link per approfondire.
Perché la data dell'inizio delle stagioni cambia?
L'attrazione gravitazionale della Luna e del Sole esercita un'influenza sull'asse di rotazione del nostro pianeta (l'asse terrestre è un immaginario asse attorno al quale la terra gira su sé stessa, come una trottola o - come racconto ai bambini - un gigantesco spiedino infilzato in una gigantesca polpetta).
Questa attrazione gravitazionale (più forte per il sole, che però è più distante e più lieve per la Luna che però è più vicina) tende a modificare la direzione dell'asse di rotazione terrestre. Pensate anche che la Terra si muove sul suo piano orbitale, trascinando con sé il nostro satellite naturale.
A causa di questa forza, dunque, la rotazione terrestre non è precisa, ma descrive in senso orario come una sorta di cono (proprio come una trottola quando si sta fermando).
Questo movimento, viene descritto in poco più di 26.000 anni.
L'asse di questo cono è perpendicolare al piano dell'orbita terrestre, e il piano orbitale coincide con l'eclittica.
(Per l'osservatore terrestre l'eclittica corrisponde alla linea immaginaria su cui passa il Sole nel cielo durante l'anno).
Di conseguenza i poli celesti (che sono il prolungamento dei poli terrestri nello spazio) descrivono un cerchio attorno ai corrispondenti poli dell'eclittica, come se il polo celeste dotato di matita "disegnasse" nello spazio un circolo, impiegando 26.000 anni per farlo.
La prima conseguenza di questo movimento è la variazione - nell'arco dei 26.000 anni - del punto verso cui volge il polo nord nello spazio, ovvero la stella polare.
Lo spostamento del Polo Nord Celeste tra le stelle avvicenda nel tempo le stelle polari, cioè delle stelle luminose che, di volta in volta, risultano più vicine ad esso.
Il piano equatoriale è solidale con l'asse di rotazione, per cui i suoi punti d'intersezione con l'eclittica (che coincide col piano orbitale terrestre) che sono chiamati punto Gamma e punto Omega, scorrono lentamente in senso orario, muovendosi di circa 50" all'anno.
Gli equinozi pertanto (il momento in cui il Sole interseca il piano dell’equatore celeste nel punto equinoziale di primavera o d'autunno) sembrano precedere le stelle verso il tramonto, da qui il nome di Precessione degli Equinozi che viene dato a questo fenomeno e che provoca il precedere della data degli equinozi e dei solstizi.
La Precessione degli Equinozi non ha praticamente alcun effetto sul pianeta Terra, in quanto lascia invariata l'inclinazione dell'eclittica, da cui dipende l'ampiezza della variazione stagionale dell'inclinazione dei raggi solari, che scaldano il suolo terrestre.
Oltre all'avvicendarsi delle stelle che indicano il nord, però, la precessione degli equinozi determina anche uno spostamento del Sole rispetto alle cosiddette costellazioni zodiacali, che giacciono anch'esse sulla linea dell'eclittica. E che sono 13, non 12.
Questo, Ofiuco - la tredicesima costellazioni zodiacale "dimenticata" per fare spazio agli oroscopi - e la diversa dimensione delle costellazioni zodiacali nel cielo, ci danno la misura del perché le nostre vite siano influenzate dagli astri celesti solo... con la forza di gravità.
P.S.: La foto che apre il post l'ho scattata oggi dopo pranzo a un albero di prugne. È questo il genere di fiori che adoro, chi li vuole quelli recisi?! <3
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