A causa del COVID-19 la vita di quasi tutti noi ha subìto un cambiamento più o meno radicale, quasi sempre in peggio, rispetto a prima; la mia, di vita, è cambiata relativamente poco rispetto a quella di altri, visto che non sono mai stata dedita a una spumeggiante mondanità, ma lavoro e commissioni a parte almeno un'uscita di piacere alla settimana me la concedevo. E per quanto non fossi pienamente soddisfatta dell'esistenza che conducevo, adesso la rimpiango, rivaluto anche gli aspetti che all'epoca mi pesavano di più, e mi chiedo quando e come – il mio lato pessimista vorrebbe aggiungere un "se" – potrò tornare alla vecchia, rassicurante routine.
Quest'oggi condivido alcuni spunti al riguardo: il link all'articolo Come stiamo reimparando ad apprezzare una vita che davamo per scontata, scritto da Raffaella Ferré per The Vision, e due vignette, una di Walter Leoni - Totally Unnecessary Comics...
... e l'altra di L'incoscienza di Zen.
[Il titolo del post mi viene naturale associarlo non all'omonimo brano sanremese di Lighea, bensì a un verso di Voglio che mi ami, una canzone di Leandro Barsotti non esattamente indimenticabile, che nonostante ciò si ostina ad occupare nel mio cervello locazioni di memoria meritevoli di un impiego più proficuo ;-)]
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