venerdì 5 aprile 2019

La sinistra riparta da Simone


Da due giorni non si parla d'altro che di Simone, il quindicenne di Torre Maura (zona di Roma che non mi pareva di aver mai sentito nominare prima d'ora... ma quante ne esistono?!) che ha saputo più che degnamente tener testa agli esponenti di CasaPound che manifestavano contro un centro di accoglienza per rom. Un autentico gigante al cospetto di quei nani fascistoidi, come suggerisce questa vignetta davvero evocativa di Giancarlo Covino.


[Per fortuna è firmata e sono potuta risalire così alla fonte, perché qualcuno che l'aveva condivisa non si era premurato di citare né tantomeno taggare l'autore. Ma ci voleva tanto?!]
E Simone mi appare come un gigante pure rispetto alla scrittrice Elena Stancanelli, la quale non si è potuta trattenere dal salire virtualmente in cattedra twittando «Per carità, il pischello di Torre Maura, che gli vuoi dire, coraggioso... ma che uno a quell'età non sappia parlare in italiano non vi fa impressione?».


A me è lei che fa impressione, ma tanta, non certo lui. A parte il fatto che Simone va a scuola, e non è mica detto che non sappia parlare un buon italiano nei contesti che lo richiedono [UPDATE: che ne sia perfettamente in grado lo conferma il suo professore di italiano e storia]... ma scagliarsi contro la sua parlata dialettale significa impuntarsi sulla forma ignorando la sostanza, guardare il proverbiale dito anziché la luna. E comunque Simone ha fatto affermazioni assolutamente efficaci, condivisibili e di buon senso che si capivano benissimo... ammesso di volerle capire, certo!
P.S.: Il titolo del post allude alla frase fatta «La sinistra riparta da [personaggio più o meno famoso che ha fatto qualche cosa considerata a torto o a ragione "di sinistra"]». Un esempio recente è «La sinistra riparta da Jim Carrey», in seguito al battibecco avuto dall'attore canadese (non statunitense) con la nipote di Benito Mussolini su Twitter. A proposito, se mi è concesso andare in controtendenza... sarà che sono da sempre contraria alla pena di morte senza se e senza ma, ma non mi viene per nulla da ridere quando qualcuno si diverte a sbeffeggiare l'immagine del Duce appeso a testa in giù. Senza dubbio era una persona orrenda che meritava la fine che ha fatto, ma sinceramente avrei ritenuto più giusto che passasse la vita in galera a meditare sulle sue malefatte, piuttosto che divenire da morto il bersaglio del dileggio di chi è – con tutte le ragioni di questo mondo, e ci mancherebbe altro – fieramente antifascista. Secondo me la morte è tutto fuorché divertente, in ogni caso.
P.P.S.: L'immagine che apre il post è tratta dalla pagina Facebook de I sentinelli di Milano.

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