sabato 16 novembre 2019

Non ci posso credere, deve essere un fake

Quando l'altroieri ho visto su Facebook lo screenshot del tweet nel quale Matteo Salvini, in occasione della manifestazione per Lucia Borgonzoni al PalaDozza di Bologna, dichiarava con enfasi che «gli ospedali saranno aperti di notte, di sabato e di domenica, come in Veneto», il mio primo pensiero è stato che dovesse essere per forza un fake: non può averlo detto davvero, dai... lo sanno tutti che persino nelle zone più disagiate d'Italia – e lasciamo stare l'Emilia-Romagna, che ha un sistema sanitario d'eccellenza – di notte e nei weekend non si smette di certo di assistere i ricoverati e di accogliere chi arriva in pronto soccorso. Anche se dover avere a che fare in qualsiasi modo con quel figuro mi fa ribrezzo, ho aperto il suo profilo Twitter e ho verificato che il tweet era autentico. Nelle discussioni sui social qualcuno ha osservato che la proposta non era priva di senso: estendere la fascia oraria in cui è possibile sottoporsi a visite ed esami ospedalieri servirebbe ad accorciare le famigerate liste d'attesa. In un paese ideale magari sì, obietto io, non certo in uno che taglia continuamente i fondi alla sanità pubblica: come li paghiamo, i medici e le risorse necessari per far fronte a tutto ciò?
Anche se io tutto sono fuorché una simpatizzante di Salvini, quando le spara troppo grosse mi viene il dubbio che possa trattarsi di una fake news... I suoi sostenitori, invece, ragionano al contrario, cioè bollano come fake qualunque notizia che possa ledere l'immagine "eroica" del loro idolo; un caso particolare di quel bias di conferma di cui parlavo giorni fa. Ecco un esempio tristemente illuminante.


All'indomani della sentenza di condanna dei carabinieri che picchiarono selvaggiamente Stefano Cucchi provocandone la morte, un mio "facciamico" ha condiviso l'immagine qui sopra, che riporta una dichiarazione rilasciata qualche tempo fa da Salvini riguardo a Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, la quale si è battuta strenuamente per avere giustizia. Ebbene, anche se sarebbe bastata una ricerca su Google per verificare che Salvini quelle parole le aveva pronunciate davvero, tentando subito dopo di metterci una pezza (su Bufale.net c'è anche l'audio), parecchi commentatori negando l'evidenza hanno parlato di fake news creata ad arte dai fomentatori d'odio. Detto dai seguaci di un politico che ha fatto carriera speculando sui peggiori istinti degli italiani, farebbe quasi sorridere... se non ci fosse da piangere.
Nel corso della discussione sorta in calce al post del mio "facciamico" c'è stato uno scambio di battute davvero surreale, che riporto anonimizzandolo.
A: Giusto per togliervi dal dubbio: non è un fake, è la trascrizione di una dichiarazione fatta durante un'intervista (vista da tante persone, compresa la sottoscritta).
B: non era cosí
A: e come era?
B: non mi serve convincerti [basta, finito qua]
A proposito del caso Cucchi, un giornalista di Fanpage.it ha chiesto a Salvini se, alla luce della sentenza, non ritenesse di dover porgere delle scuse alla famiglia. E lui, glissando completamente sulle sue dichiarazioni dell'epoca, ha risposto «Perché, ho ucciso qualcuno, io? Non posso chiedere scusa per eventuali errori altrui», aggiungendo con rara faccia tosta «Devo chiedere scusa anche per il buco nell'ozono?» (la solita vecchia tattica di far finta di non capire, tanto i tuoi fan non capiranno per davvero). E ha concluso ribadendo più volte, con un insopportabile tono paternalistico e da presa per i fondelli, il concetto che «la droga fa male sempre e comunque e io combatto la droga in ogni piazza». In questo modo ha parlato alla pancia degli italiani più cinici, quelli che considerano Cucchi solamente un tossico che tanto presto o tardi sarebbe morto lo stesso. Peccato che nessuno gli abbia chiesto conto della stretta di mano con l'ultrà milanista Luca Lucci, il quale tre mesi prima aveva patteggiato un anno e mezzo di carcere per spaccio di droga. Ma tanto già all'epoca lui aveva cercato di minimizzare...

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