venerdì 19 aprile 2019

Bisogna saper non vincere

Oggi ho fatto una cosa che mi è capitato di fare pochissime volte da quando sono iscritta a Facebook: ho rimosso un contatto dagli amici. Nella stragrande maggioranza dei casi, se proprio non riesco a sopportare certi post filo-leghisti, fascistoidi oppure irritanti per i motivi più disparati, mi limito a smettere di seguire, e nessuno mai è venuto a chiedermi conto del fatto che non lo degnassi più di un commento o di una reaction. "Rimuovi dagli amici" è la soluzione estrema, a cui fare ricorso quando è l'"amico invisibile" a venirmi a importunare sulla mia bacheca. Ed è proprio quello che è successo oggi.
Ho rimosso un contatto dagli amici, dicevo, e l'ho fatto per una ragione per cui mai avrei pensato di poterlo fare: il calcio. Mi definisco infatti una "juventina non praticante": lo sono diventata non in seguito a Calciopoli – una fase durante la quale sono rimasta fedele alla Vecchia Signora a tal punto da andare a vederla allo Stadio Adriatico in serie B... anche perché se aspettavo che il Pescara tornasse in A stavo fresca! ;-) – bensì quando il mio idolo Alessandro Del Piero, anziché concludere la carriera a Torino come avrebbe meritato da grande bandiera bianconera qual era, è dovuto andare a giocare all'altro capo del mondo pur di non appendere gli scarpini al chiodo anzitempo.
Come saprai, questa settimana l'Ajax ha eliminato la Juventus nei quarti di finale di Champions League. Sui social gli anti-juventini non sono riusciti a contenere le loro manifestazioni di giubilo: mi risulta che a Napoli si sia festeggiato manco fosse Capodanno. Ebbene, ieri sera è toccato proprio ai partenopei uscire dall'Europa – per la precisione, Europa League – per mano (o meglio "per piede") dell'Arsenal. Stamattina mi sono permessa di scrivere su Facebook che io, a differenza degli anti-juventini, mi guardavo bene dall'esultare, perché a me interessano soltanto i risultati della mia, di squadra.
Ebbene, questo mio contatto – tifoso non del Napoli, bensì del Torino – ha tenuto ad informarmi che ebbene sì, lui ha goduto eccome per l'eliminazione della Juve, perché «voi siete il male» (ci mancava soltanto che lo scrivesse con la M maiuscola). E ha rivangato tutta una serie di malefatte della Juve, di alcune delle quali non avevo mai sentito parlare, mentre altre saprei collocarle soltanto vagamente in un passato più o meno remoto (ma ho tutta l'intenzione di approfondire, perché non è da me nascondere la testa sotto la sabbia). Esasperata da quello sfogo così denso di livore, per ripulire la mia bacheca ho eliminato direttamente il mio post, anche se avrei potuto limitarmi a cestinare il suo commento. Poco dopo ho pubblicato un altro post per sottolineare che io sono juventina da molto prima che iniziasse l'era Moggi, e che se in passato la Juve ha commesso delle scorrettezze non è certo colpa mia; detto tra noi, sarei molto ma molto più contenta se sui successi della mia squadra non gravasse alcuna ombra. Il tizio si è palesato di nuovo per farmi sapere che in pratica il suo pippone me l'ero andato a cercare perché «voglio decidere quello che devono pensare gli altri», aggiungendo che certi episodi controversi non si limitano solo al passato. A quel punto ho cancellato i suoi commenti e l'ho rimosso dagli amici. Che sollievo!
L'accusa di voler decidere quello che devono pensare gli altri mi è sembrata talmente ridicola da non meritare risposta. Il fatto è che vedere così tanta gente ostentare esultanza per la nostra sconfitta – per l'occasione ho coniato una specie di aforisma, «Grama è la vita di chi gode per le sconfitte altrui», ma la citazione attribuita all'Avvocato che puoi vedere in apertura del post è molto più esplicita – mi ha provocato un dispiacere ancora più grande della sconfitta in sé. E comunque nessuno dovrebbe mai permettersi di andare sulle bacheche degli altri ad insultare quello a cui tengono: si tratti di sport, di affetti, di religione, di cultura o chissà che altro!

Nessun commento:

Posta un commento