martedì 7 dicembre 2010

Rapunzel

Della tradizionale fiaba Raperonzolo, giunta fino a noi grazie alla rielaborazione pubblicata dai fratelli Grimm, ricordavo soltanto due cose: i capelli prodigiosamente lunghi e forti della protagonista (chissà che shampoo usava...? ;-)), e il richiamo con il quale la maga Gothel, che l'aveva strappata alla famiglia spacciandosi per la sua vera madre, la invitava a sciogliere le trecce fuori dalla finestra per potervisi arrampicare e raggiungerla in cima alla torre dove la teneva reclusa. La versione riportata sul libro in mio possesso era più o meno questa:
Raperonzolo, Raperonzolo, porgimi il tuo codinzolo!
La traduzione che ho trovato qui è parecchio diversa e più letterale, oltre che meno ridicola... ;-)
Oh Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli
che per salir mi servirò di quelli.
Per curiosità, ecco qui di seguito la versione originale in lingua tedesca della chiamata (che per essere pignoli non fa neanche rima! ;-)).
Rapunzel, Rapunzel,
Laß mir dein Haar herunter.
La fiaba ho voluto rileggerla dopo aver visto ieri sera al cinema Rapunzel – L'intreccio della torre in 3-D (qui il trailer), la cui trama è una consistente rivisitazione in chiave moderna del racconto tedesco; le numerose differenze del film rispetto all'originale sono elencate su Wikipedia. La pellicola, il cui filo conduttore è quello assai intrigante dei sogni che danno un senso alla nostra vita, l'ho trovata di sicuro più piacevole, allegra e positiva rispetto alla fiaba: un vero spasso destinato al fanciullino che alberga in ognuno di noi! :-D Già, si ride parecchio, anche grazie alle mute performance dell'adorabile camaleonte Pascal (che mi ricordava vagamente Carletto, la mascotte dei Sofficini ;-)), e i personaggi conquistano l'immancabile lieto fine in maniera non troppo convenzionale... se si considera ciò che racconta all'inizio della storia il fascinoso protagonista maschile Eugene Fitzherbert, "in arte" (si fa per dire, visto che fa il bandito) Flynn Rider. Per quanto riguarda Rapunzel, ci troviamo al cospetto dell'ennesima principessa dall'aspetto leggiadro, ma dall'indole "tosta" e intraprendente, tipo Fiona nella saga di Shrek: decisamente una svolta, rispetto alle noiose e svenevoli damigelle protagoniste delle favole che hanno segnato la mia infanzia! :-) Volendo proprio trovare un difettuccio al film... beh, a differenza della fiaba, non viene spiegata l'origine dell'insolito nome attribuito alla fanciulla. La colonna sonora invece è azzeccata, come da migliore tradizione Disney; peccato solo che manchino "pezzi forti" all'altezza di successi da Oscar come Beauty and the Beast. Per non parlare poi della strabiliante qualità delle animazioni in CGI, curate in ogni minimo dettaglio (ad esempio, è stato ingaggiato uno specialista apposta per rappresentare nel modo migliore la bionda chioma di Rapunzel): non per niente si tratta del film d'animazione più costoso della storia, con un budget di 260 milioni di dollari.

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