venerdì 8 marzo 2024

Cose in cui credere

Qualche giorno fa, in occasione del cinquantatreesimo compleanno di Stefano Accorsi – il tempo passa per tutti... e nel suo caso, non avendolo mai trovato particolarmente affascinante, sarà più facile farmene una ragione ;-) – la pagina Facebook de ilcinegico.com, che ho iniziato a seguire da poco, ha pubblicato la trascrizione di una delle scene più famose di Radiofreccia (1998), il primo film da regista del cantautore Luciano Ligabue che vedeva l'attore bolognese come protagonista. Pur non andando pazza, lo ripeto, per Accorsi, trovo che questi tre minuti scarsi abbiano il loro bel perché.

Buonanotte... qui è Radio Raptus... e io sono Benassi... Ivan.
Forse lì c'è qualcuno che non dorme, be', comunque, che ci siate oppure no, io c'ho una cosa da dire.
Oggi ho avuto una discussione con un mio amico; lui... lui è uno di quelli bravi, bravi a credere a quello in cui gli dicono di credere.
Lui dice che se uno non crede in certe cose non crede in niente.
Be', non è vero... anch'io credo.
Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith Richards.
Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa che vuole l'affitto ogni primo del mese.
Credo che ognuno di noi si meriterebbe di avere una madre e un padre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi.
Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suárez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa.
Credo che non sia tutto qua, però prima di credere in qualcos'altro bisogna fare i conti con quello che c'è qua, e allora mi sa che crederò prima o poi in qualche Dio.
Credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con trecentomila al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose.
Credo che c'ho un buco grosso dentro, ma anche che il rock 'n' roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici, be', ogni tanto questo buco me lo riempiono.
Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddy Merckx.
Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri.
Credo che per credere, certi momenti ti serve molta energia.
Ecco, allora vedete un po' di ricaricare le vostre scorte con questo...
[Partono le note di Rebel Rebel del compianto David Bowie, che comunque all'epoca era ancora vivissimo]

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