Oggi in pausa caffè alcuni colleghi parlavano di Yuka, un'app indipendente che dà una valutazione dei prodotti alimentari – basandosi sui criteri delle caratteristiche nutrizionali, della presenza di additivi e della dimensione biologica – e cosmetici in commercio semplicemente scansionandone il codice a barre, e assegna a ciascuno un punteggio in centesimi. Arrivata a casa, io che di alimenti confezionati ne consumo fin troppi sono entrata in cucina e ho passato in rassegna buona parte dei prodotti che avevo a portata di mano in dispensa e in frigorifero, ottenendo alcuni risultati piuttosto prevedibili – i cubetti di pancetta affumicata...
... il salame Milano e i wurstel hanno ottenuto zero punti, lo speck 2, mentre l'unico affettato ad aver raggiunto un punteggio non scarso, 31, ma comunque mediocre è stato il prosciutto di Parma – e altri più sorprendenti, sia in negativo sia in positivo. 9 miseri punti per il mio amato succo di frutta vitaminico, perché contiene additivi a rischio ed è un po' troppo dolce e calorico, e solo 30 punti per la bevanda con fermenti probiotici e vitamine. Per contro alcuni dei primi pronti industriali che sono solita acquistare, non avendo quasi mai né il tempo né la voglia di prepararmi una "schiscetta" più genuina per pranzo, hanno ottenuto punteggi abbastanza decenti: 57 il risotto coi funghi porcini, 69 la parmigiana di melanzane e addirittura 90 le zuppe pronte...
... oltre allo yogurt greco 0% grassi con pezzi di frutta. Notevoli anche i 78 punti delle arachidi.
Il vino in brick, che uso più che altro per cucinare – comunque purtroppo non sono astemia, anche se dovrei seguire l'esempio del mio compagno, che lo è sempre stato, e diventarlo – ha dato luogo al responso seguente.
Eh già, casomai non lo sapessi, il proverbio «Il vino fa buon sangue» è totalmente privo di fondamento!
Magari Yuka non rivoluzionerà la mia alimentazione – a quello ci penserà il dietologo, quando finalmente mi deciderò ad andarci – ma sarà un valido aiuto per mangiare un po' più sano. :-)
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