La rubrica del linguista Giuseppe Antonelli pubblicata sul settimanale 7 del Corriere della Sera il 23 dicembre scorso riportava i risultati di un "sondaggio" in cui oltre un migliaio di persone avevano indicato tramite social network e posta elettronica le parole ed espressioni più antipatiche degli ultimi anni. Ecco le prime trenta classificate.
- Tanta roba
- Trovare la quadra
- Performare/performante
- Resilienza
- H24
- E poi mi taccio
- Tutta la vita
- Nel senso
- Anche no
- Combinato disposto
- Ma di cosa stiamo parlando?
- Senza se e senza ma
- Plastico/plasticamente
- Aprire un/sedersi intorno a un tavolo
- Ci sta
- Come se non ci fosse un domani
- Mettere/messa a terra
- Gettonare/gettonato
- Praticamente
- A 360°
- Mettere in campo
- Eccellenza
- Quello/-a/-e/-i che è/sono
- Detto ciò/ciò detto/detto questo
- Il tema è
- Solare
- Mozzafiato
- Narrazione
- Sostenibile
- Importante
La diciassettesima classificata, "mettere a terra", è salita di prepotenza sul mio personale podio da quando ho partecipato di recente a una riunione con una persona che continuava a parlare di "mettere a terra i valori aziendali". Ma sebbene l'abbia ripetuto innumerevoli volte non sono mica riuscita a capire esattamente cosa intendesse dire! ;-)
Tra le altre mie parole "schiferite" (cit. Sio) ci sono alcuni anglicismi usati spesso a sproposito al lavoro: "deliverare" al posto di "consegnare" (dall'inglese "to deliver"), "mandatorio" al posto di "obbligatorio" (da "mandatory"), "schedulare" al posto di "fissare, programmare" (da "to schedule")...
[E non venirmi a dire che in realtà derivano tutte dal latino, ché tanto non regge]
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