giovedì 2 marzo 2023

Il sonno, che mistero

Il fatto di dormire poco e male durante la settimana lavorativa è uno dei miei più grandi crucci. Per vari motivi non riesco mai ad andare a letto presto quanto vorrei e dovrei, e dal lunedì al venerdì la sveglia suona – o meglio vibra – inesorabile alle sei e mezza di mattina; inoltre lo stress influisce negativamente sulla qualità del mio sonno. Nei limiti del possibile cerco di recuperare nel fine settimana... ma questo video pubblicato nella sezione shorts del canale YouTube di Hashem Al-Ghaili mi ha allarmata abbastanza. Ecco la traduzione di ciò che viene detto.

Quando non dormi bene, il tuo cervello inizia letteralmente a mangiare sé stesso. Durante il sonno, il cervello elimina i neuroni vecchi per far posto a quelli nuovi e alle nuove connessioni. E le cellule che fanno questo sono chiamate astrociti e cellule della microglia, e lo fanno usando un processo chiamato fagocitosi che assomiglia a questo.
[L'immagine dovrebbe essere tratta da questo articolo]
Ma quando non dormi per molto tempo, le cellule della microglia iniziano a divorare il tuo cervello. Le cellule della microglia diventano più attive. Esagerano e iniziano a mangiare neuroni che non sono solo vecchi, ma anche nuovi. Il problema è che questo processo è irreversibile e se provi a recuperare dormendo di più, tutto quello che è andato è andato. Questo porta alla perdita di connessioni sinaptiche e, per questo motivo, perdi una grossa fetta del tuo cervello, il che porta all'insorgenza precoce di Alzheimer, demenza e Parkinson.

Cercando qualche fonte ho trovato questo articolo, che in effetti si riferisce a uno studio effettuato su topi. Beh, speriamo bene...

Qualche giorno dopo, Hashem ha pubblicato un altro video sempre sul sonno, ma di ben altro tenore.

Esistono due tipi di dormienti: quelli che richiedono dalle 7 alle 8 ore di sonno a notte per funzionare correttamente, e quelli che possono funzionare correttamente con solo 4-5 ore di sonno a notte. Ma perché? È tutto grazie a un gene chiamato ADRB1. Una semplice mutazione in questo gene fa sì che alcune persone dormano meno di 6 ore e possano comunque completare le loro attività quotidiane senza problemi. Questo gene aiuta a controllare una regione del cervello chiamata ponte dorsale che aiuta a controllare il ciclo del sonno e la qualità del nostro sonno. Secondo i ricercatori, chi dorme meno tende a beneficiare maggiormente di questo gene. Sono più energici, più ottimisti e più bravi nel multitasking. Hanno anche una maggiore tolleranza al dolore e non soffrono di jet lag. Ma soprattutto, potrebbero anche vivere più a lungo. Hai l'evoluzione da incolpare per aver favorito alcune persone rispetto ad altre.

Io non ho bisogno di effettuare alcun test genetico per affermare con assoluta certezza che la sottoscritta, quella mutazione genetica, è impossibile che ce l'abbia! ;-)

Vabbè, ti lascio con due immagini a tema e me ne vado a dormire...

La cosa a cui do la priorità sopra ogni altra cosa è il sonno.
(LeBron James, cestista)

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