sabato 24 luglio 2021

Tu quoque, amice mi!?

Stamattina mi sveglio di malumore, perché non ho dormito tanto quanto avrei voluto e dovuto per recuperare da una settimana piuttosto stressante, apro Facebook... e il primo post che vedo è quello di un amico – incontrato forse solo una volta di persona, a una Blogfest, e che probabilmente non ha idea di chi io sia, ma vabbè – che si scaglia contro il Green Pass definendolo una misura inutile «che sancisce un principio inaccettabile: io Stato posso al tempo stesso non obbligarti a fare qualcosa, ma limitare le tue libertà se non la fai». Ha concluso straparlando di "letargo" e di "plebiscito" che rischia di fare "danni irreparabili".

Anche se i suoi ultimi post lasciavano presagire una simile involuzione, questa persona era solita esprimere riflessioni interessanti, intelligenti, perfino parecchio sensibili e profonde (oltre che ben scritte, il che dal mio punto di vista è un notevole valore aggiunto). Proprio per questo, perché da lui non me lo aspettavo, mi è dispiaciuto selezionare "smetti di seguire"; non ho ritenuto necessario rimuoverlo dagli amici, almeno per il momento, tanto credo che lui abbia di meglio da fare che venire a tuonare contro i miei post pro-vax e pro-greenpass. A proposito, ce ne ho uno pro-mask per il blog quasi pronto da settimane, e conto di ultimarlo quanto prima... tanto l'obbligo di mascherina, almeno al chiuso, è ancora in vigore, anche se troppi sembrano fregarsene.

3 commenti:

  1. Vabbè, l’errore iniziale è stato aprire FB se di cattivo umore!

    Comunque, al di là degli scherzi, l’aspetto che trovo più interessante del suo aneddoto è la polarizzazione ed estremizzazione delle idee: non ci sono mezze misure. O si è cattivi o si è buoni, o si è con me o contro di me.
    Lei stessa afferma che in passato questo suo conoscente aveva dato provo di intelligenza e sensibilità: possibile quindi che ora sia completamente impazzito?
    Non è forse più probabile che fra quello che dice si possa nascondere una parziale verità?

    Ma il “green pass” è solo il caso più recente: vediamo questa dicotomia di posizioni estreme e contrapposte, di muro contro muro, su praticamente qualsiasi questione dove vi siano delle divergenze: immigrazione, Salvini, vaccini, euro, UE, Draghi etc.

    Eppure, credo a tutti, a scuola e in famiglia ci è stato insegnato il valore della mediazione, del cercare di capire il punto di vista altrui, di raggiungere un compromesso che soddisfi tutti…

    Come si spiega questo nuovo atteggiamento tutto conflittuale?

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    1. La tua (permetti che ti dia del tu?) riflessione è molto interessante: la pandemia, ben lungi dal renderci migliori, tende a esasperare le conflittualità, a indurci a fuggire dal confronto con chi non la pensa come noi e a rifugiarci nella nostra "bolla social". Uso il plurale non a caso, perché ho notato che è un fenomeno piuttosto comune: molti miei contatti non si limitano a smettere di seguire, ma rimuovono dagli amici senza pietà. Quanto all'episodio che ho narrato, probabilmente la mia è stata una reazione abbastanza "di pancia", e lo conferma il fatto che ho postato di sabato mattina dal cellulare, cosa che di solito non faccio mai: in genere preparo i post con tutta calma, comodamente seduta al PC. Devo ammettere che del post del mio amico mi ha dato fastidio non tanto la frase che ho riportato testualmente – lui poi si è detto favorevole all'obbligo vaccinale, come se non fosse una misura molto più "delicata" rispetto al Green Pass – quanto il tono della frase successiva, del tipo «quando aprirete gli occhi sarà troppo tardi». Comunque niente di irreversibile, se cambio idea posso tornare a seguirlo in qualunque momento! ;-)

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    2. Il discorso sarebbe lungo e, credo, le cause siano molteplici a partire dal cattivo esempio di politici e media.
      Però sospetto che le stesse reti sociali contribuiscano a questo modo di pensare: il "like" è utilissimo a profilare le preferenze degli utenti per poi sparargli della pubblicità mirata ma porta anche questi ultimi a un'errata percezione della realtà.
      I "like" ricevuti, senza il contrappeso di sapere in quanti disapprovino il nostro commento, ci porta a sovrastimare l'approvazione totale ricevuta e a convincerci maggiormente della giustezza delle nostre idee: insomma ci estremizzano.
      Ma anche l'atto di mettere il "like", che equivale a un'approvazione incondizionata e totale, ci porta a dividere fra buoni e cattivi senza mezze misure. A me piacerebbe avere l'opzione per un "like abbastanza", "like a metà" e "like qualcosa" (più vari gradi di disapprovazione; anonimi, per non guastare i rapporti)! ma queste scelte ovviamente non sono disponibili.
      Secondo me l'abitudine a dividere in categorie ben nette e separate si trasferisce poi fuori dai social anche in altre valutazioni con gli esiti che vediamo.

      Personalmente cerco di capire le idee altrui anche quando non mi piacciono e, per questo, evito di bloccare i conoscenti che la pensano diversamente da me. Comunque una volta, l'ammetto, l'ho fatto anch'io: un mio conoscente aveva incominciato a pubblicare una ventina o più commenti al giorno pro-M5S ma quello che mi aveva irritato era che erano contro la compagine di governo dell'epoca (non ricordo se Lega o PD) cosa che mi sembrava particolarmente stupida: se non sei d'accordo con quello che fa il governo di cui fai parte semplicemente devi uscirne. Vabbè... scusa la digressione...

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