venerdì 10 luglio 2020

Quando i social media manager hanno tempo da perdere

Il post di stasera è più leggero del solito, per cercare di tirare un po' il fiato dopo l'insopportabile pesantezza delle ultime settimane.
Devi sapere che l'azienda per cui lavoro ha sede in un centro direzionale che ospita una decina di locali dove possiamo scegliere di andare a spendere i nostri buoni pasto in pausa pranzo. O meglio potevamo, prima del lockdown; io in ufficio non ci sono ancora tornata da febbraio, comunque mi risulta che quasi nessuno di quei locali abbia ancora riaperto.
Come chiunque abbia dato un'occhiata al mio profilo Instagram avrà intuito, ormai uno dei miei soggetti di gran lunga più frequenti sono le pietanze che mangio, soprattutto quelle dall'aspetto particolarmente appetitoso. E quelle che ordinavo in pausa pranzo spesso lo erano.
Ebbene, ieri sera l'account di uno dei locali che si trovano nel centro direzionale in questione ha commentato diciassette – le ho contate – mie foto semplicemente con l'emoticon di una fiamma. Non ci metterei la mano sul fuoco – ehm – ma personalmente l'ho interpretato come un messaggio stizzito, del tipo «Anvedi questa che va sempre dai Fratelli La Bufala e Old Wild West ma da noi non viene mai a mangiare!». Ebbene sì, tutte le foto commentate le avevo scattate in locali diversi da quello associato all'account in questione; lì ci avrò pranzato forse due o tre volte. Sulla qualità della cucina nulla da eccepire, ma capitava che due buoni pasto da sette euro non fossero sufficienti per alzarmi da tavola sazia.
Avrei voluto rispondere al commentatore in questione «Già, in effetti siete cari come il fuoco», ma poi ho lasciato perdere. ;-)

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