Primo giorno di
smart working ovvero lavoro da casa – c'è chi sostiene che le due espressioni non siano necessariamente equivalenti, ma al momento mi sfugge la differenza – concesso dalla mia azienda a tutti i dipendenti, in particolare quelli che come me si recano in ufficio coi mezzi pubblici, per fronteggiare l'
emergenza coronavirus. Considerato quanto ci metto per andare e tornare dall'ufficio, mi illudevo che oggi avrei avuto più tempo libero per dedicarmi ai fatti miei... e invece,
maddeché: mi sono schiodata dalla mia postazione provvisoria ben due ore dopo la fine del mio orario consueto. Anche nelle normali giornate lavorative in ufficio capita non di rado che mi trattenga più del dovuto, sempre senza alcun tornaconto economico, ma in genere evito di sforare più di mezz'ora perché, oh, devo tornare a casa. E invece oggi a casa c'ero già, quindi... vedi di concludere più faccende possibile, stacanovista che non sei altro! ;-)
Insomma, anche se stamattina ho potuto puntare la sveglia a un'ora più "umana", mi sento più stanca del solito, a tal punto che l'unica cosa che ce la faccio a condividere è
questo tweet di
@azael. Non conosco nessun utente di internet che possa negare quanto è vero! ;-)
Mi è tornato in mente il meme qua sotto, diffuso in rete da anni in molteplici varianti... ma il succo è sempre lo stesso.
La più grande menzogna di sempre: "Ho letto e accetto i termini di utilizzo".
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