Ieri ho aperto il mio cuore su queste pagine come forse non avevo fatto mai in tanti anni di attività bloggatoria... e anche oggi parlo di me, ma lo faccio indirettamente, condividendo un video pubblicato su Facebook dalla BBC con il titolo The Quiet Power of Introverts (Il potere tranquillo degli introversi) nel quale mi sono rispecchiata un sacco... e mi ha anche aiutata a sentirmi un po' meno sbagliata e fuori posto in questo pazzo pazzo mondo.
Sono un'introversa e adoro esserlo. E non sono sola.
Gli introversi sono ovunque, e il nostro approccio tranquillo alla vita, il nostro bisogno di passare del tempo da soli, non è un difetto: è un dono. Ma da introversi, non è sempre facile rendersi conto di quanto si sia meravigliosi.
Il mondo sembra un posto che premia gli estroversi. Dove parlare ad alta voce viene scambiato per un segno di sicurezza e felicità. Dove tutti hanno qualcosa da dire, ma nessuno ascolta. Un mondo di uffici open space, feste in rete e grandi personalità. Per quelli che parlano a bassa voce, è facile sentirsi esclusi.
Da bambina mi confondevo con lo sfondo. Molti pensavano che avessi poco da dire, o che semplicemente non mi piacessero gli altri. Ma questo non era vero.
Le persone spesso pensano che gli introversi siano timidi o asociali. Ma queste sono convinzioni errate. Gli introversi, come chiunque, possono trovare divertente socializzare. Ma mentre le feste lasciano gli estroversi pieni di energia, dopo un po' di tempo gli introversi hanno bisogno di ricaricarsi, lontano da tutti.
C'è una teoria scientifica per questo. Nel cervello di tutti noi sono presenti due importanti sostanze chimiche: dopamina e acetilcolina. La dopamina è come una botta di energia quando corriamo dei rischi o incontriamo persone nuove, e fa sentire alla grande gli estroversi. Ma gli introversi sono più sensibili alla dopamina, e vengono rapidamente sovrastimolati. Ecco perché preferiamo la sensazione che proviamo quando i nostri cervelli rilasciano acetilcolina. Questo accade quando ci concentriamo, leggiamo o focalizziamo le nostre menti. Fa sentire noi introversi rilassati, vigili e contenti. Ma si registra a malapena negli estroversi.
Ovviamente, come ogni altra cosa, è una scala mobile. Si può tendere in un verso o nell'altro. Oppure essere un po' entrambe le cose: un tratto caratteriale noto come ambiversione.
Adesso mi capisco meglio, sono profondamente grata per come sono. Invece di riempire lo spazio con le chiacchiere, ascolto pazientemente e faccio valere le mie parole. Ho pochi amici, ma il nostro legame è profondo. Adoro passare del tempo da sola. È lì che il caos di una lunga giornata può finalmente placarsi. Posso riflettere e ascoltare i miei pensieri, ed alla fine riconnettermi con me stessa. Solamente dopo, sono pronta a condividere di nuovo con il mondo.
Ho imparato delle strategie per trovare conforto nel nostro chiassoso mondo: dall'uso della musica per creare bolle di pace, alla fuga in un parco tranquillo all'ora di pranzo. Adoro l'intensità e la caotica bellezza del mondo. Ma è negli spazi tranquilli che mi sento veramente a casa.
Se l'introversione fosse maggiormente apprezzata dalla società, potrebbe fare una grande differenza per il nostro futuro collettivo. Gli attributi peculiari degli introversi sono davvero una forza profonda e tranquilla. E come dice Gandhi, «In modo gentile, puoi scuotere il mondo».Evviva l'acetilcolina! :-)
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