Giorni fa Matteo Salvini ha ringraziato via social padre Livio Fanzaga – a proposito, le esternazioni più controverse del direttore di Radio Maria sono state riepilogate l'altro giorno da Andrea – per le belle parole spese nei suoi confronti: «Salvini segue un cammino di fede non per interesse politico. È un sincero cattolico». E io lì a pensare sarcastica «Ma certo, come no».
Qualche giorno dopo ho letto la notizia del processo a don Alberto Vigorelli, sacerdote ottantunenne querelato da Matteo Salvini per diffamazione. La sua colpa? Quella di aver osato dire nel 2016 durante una predica «O sei cristiano, o sei di Salvini». Parole che dal mio punto di vista non fanno una grinza, specialmente perché pronunciate dopo il famoso passaggio evangelico che recita «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto». Ma qualche salviniano che era presente a messa – è noto quanto siano devoti i leghisti ;-) – non ha gradito la contrapposizione e ha "fatto la spia" all'interessato, il quale ha deciso che non poteva lasciar correre un simile "affronto". Ovviamente, anche per via dell'età avanzata del parroco di Mariano Comense, mi auguro di cuore che la faccenda si risolva per lui nel migliore dei modi, e nel più breve tempo possibile.
L'altro giorno il Capitone ne ha combinata un'altra delle sue: ha condiviso sui social la foto della giovanissima Bianca di Chieti con in mano un disegno che ritrae lei accanto a Salvini, entrambi con in mano un tricolore, corredato dalle scritte «Matteo ti voglio tanto bene» (dentro un grande cuore) e «Forza Lega»; in seguito lui ha voluto anche farsi fotografare con la bambina in occasione del suo tour elettorale nel capoluogo teatino. Inevitabile farsi venire il dubbio che un'iniziativa del genere da parte di una ragazzina così piccola, che in genere pensieri così affettuosi li riserva tutt'al più ai suoi idoli della TV per ragazzi, non certo ai politici, sia stata ben poco spontanea ma piuttosto indirizzata dai genitori o da chi per loro. Aggiungo che Salvini si è ben guardato dal rendere irriconoscibile il volto della bambina nelle foto, come richiesto dalle regole deontologiche dell'ordine dei giornalisti al quale egli – può sembrare assurdo, ma è così – tuttora appartiene. È ormai chiaro che la regola a cui lui si attiene in casi come questo è un'altra: «Strumentalizzare i minori per finalità di propaganda è riprovevole sempre, tranne quando sono io a farlo!».
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