sabato 4 maggio 2019

Perché lui sì e lei no?

L'altroieri grazie a un post di .mau. sono venuta a conoscenza del caso di Caster Semenya: poiché la mezzofondista e velocista sudafricana ha un livello di testosterone molto più alto della media femminile, il che la fa correre più veloce rispetto alle avversarie, l'IAAF (International Association of Athletics Federations) e il TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport) hanno deciso che non potrà più gareggiare, a meno che non faccia cure per abbassare il testosterone: un doping al contrario, praticamente un "anti-doping", se mi si passa il gioco di parole.
Oggi su Facebook ho visto condivisa l'immagine qua sotto, tratta dalla pagina Yes She Can che sostiene un ruolo più attivo e decisivo delle donne in politica e nella società.

Un tribunale ha appena stabilito che l'atleta olimpica sudafricana Caster Semenya deve assumere farmaci per ridurre il testosterone che il suo corpo produce naturalmente, se vuole gareggiare.
D'altronde, quando test medici hanno dimostrato che il corpo di Michael Phelps produceva meno della metà dell'acido lattico rispetto ai suoi avversari, il comitato olimpico ha esaltato quanto lui fosse fortunato ad avere un "vantaggio genetico" così pazzesco.
Questo articolo illustra le eccezionali caratteristiche fisiche, tra le quali appunto la ridotta produzione di acido lattico, che hanno reso l'ormai ex nuotatore statunitense Michael Phelps un campione difficilmente eguagliabile.
Quando qualcuno tira in ballo il sessismo tendo spesso a considerarla un'esagerazione... ma questo qua, come vogliamo chiamarlo?!

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