giovedì 23 maggio 2019

Dieci euro al mese risparmiati

Non avevo mai provato Spotify – caspita, ricordo un po' il tizio dello spot anni '80 che non aveva mai provato Urrà ;-) – fino a dicembre scorso, quando ho approfittato di un'offerta lancio: tre mesi a 99 centesimi, quando di norma Spotify Premium costa 9,99 euro al mese, trenta volte tanto. E una volta l'abbonamento l'ho pure rinnovato, per sbaglio, perché mi ero scordata di annullare il rinnovo in tempo utile (e il signor Spotify si è ben guardato dall'avvisarmi via e-mail dell'imminente scadenza, GRRRRR). Ma terminato il mese extra sono passata alla versione Free, che ha alcune limitazioni rispetto alla Premium:
  • Modalità offline – Scarica e ascolta dove vuoi. Non ne ho mai usufruito neppure quando avevo la Premium, perché i 7 giga al mese assicurati dal mio gestore telefonico mi bastano e avanzano, almeno per il momento.
  • Ascolta senza pubblicità – Musica senza interruzioni. Questa in effetti può risultare un tantino seccante, ma per me che sono cresciuta ascoltando le radio commerciali, registrando le mie canzoni preferite su cassetta e mettendo in pausa durante la pubblicità, una breve interruzione ogni quattro o cinque brani è ampiamente tollerabile. Peccato che all'incirca metà degli spot riguardi proprio Spotify Premium... Ahó, l'ho già provata e so già cosa mi sto perdendo, grazie! ;-)
  • Ascolta qualsiasi brano – Anche sul cellulare. Altra limitazione non troppo simpatica: non posso scegliere un brano specifico da ascoltare, ma solo la playlist da riprodurre, per lo più in modalità casuale. E stasera mi sono accorta di non poter tornare all'inizio del brano corrente – la mia adorata Starlight dei Muse – ma solamente saltare al brano successivo.
  • Skip illimitati – Ti basta premere Avanti. La Free mi dà diritto a sei salti ogni ora; sicuramente più di quanti me ne servano, dal momento che le playlist che scelgo sono del tutto immuni da generi tipo trap e neomelodico napoletano! ;-)
Un'altra limitazione? Avevo collegato il mio account Spotify ad Alexa per ascoltare musica sull'Amazon Echo, ma da quando è scaduta la Premium, se chiedo ad Alexa di farmi ascoltare qualcosa con Spotify, mi risponde «Il tuo account Spotify non supporta la riproduzione in streaming su questo dispositivo».
In conclusione, per il momento mi accontento di Spotify Free; tornerei a Premium solamente se potessi usufruire di un'altra offerta come quella di dicembre – ho sentito dire che dopo un po' di tempo Spotify ti concede di ripetere l'esperienza a prezzo stracciato – oppure se venisse ridotto sensibilmente il costo. Dieci euro al mese di per sé non sono tanti, ma secondo me non valgono un servizio di questo tipo, per quanto valido. E se non altro non rubo niente a nessuno: conosco un tizio che l'accesso a Spotify Premium l'ha "craccato", «perché per Netflix i soldi ce li spendo, mentre per Spotify non ne vale la pena». :-/
L'immagine che apre il post l'ho generata con l'app Festify in base alla musica che ho ascoltato con Spotify, e rappresenta idealmente la locandina del festival musicale dei miei sogni. Protagonisti assoluti i Muse, ça va sans dire, seguiti da due piacevoli scoperte recenti: la cantautrice canadese Sarah McLachlan e il gruppo italiano emergente La rappresentante di lista, che si è esibito pure al Concertone del 1° maggio; del loro ultimo album Go Go Diva mi fanno impazzire Maledetta tenerezza e Questo corpo.
P.S.: Me ne rendo conto, dopo questo post un ingaggio come influencer e testimonial di Spotify Premium posso anche scordarmelo... ;-)

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