Questo è il primo "primo maggio" della mia vita che festeggio avendo un lavoro all'altezza delle mie aspirazioni e del mio percorso formativo. Le sfavorevoli vicende della vita hanno fatto sì che io abbia dovuto trasferirmi al Nord – decisione che ho preso per un altro motivo ;-) – per riuscirci, e comunque mi ci è voluto oltre un anno e mezzo (anche se in effetti è passato un po' di tempo dal trasloco prima che mi dedicassi attivamente alla ricerca di un impiego). Certo, se la sottoscritta non appartenesse alle categorie protette – a causa di un gravissimo incidente stradale che purtroppo non fu senza conseguenze – difficilmente avrebbero scelto me, con la mia laurea ormai ingiallita e la mia cronica incapacità di fare bella figura nei colloqui e in generale al primo impatto, per un impiego che di norma viene affidato a rampanti neolaureati; i colleghi al mio stesso livello hanno mediamente una quindicina d'anni meno di me.
Sì, è più faticoso di quanto mi aspettassi – un po' perché la sveglia suona alle sei e mezza di mattina, un orario fino ad allora per me pressoché inconcepibile, un po' perché ogni giorno mi tocca imparare tante cose nuove senza più avere la freschezza mentale dei vent'anni per riuscirci agevolmente, e poi anche per altri motivi – ma è un'opportunità che fino a un anno fa non avrei neppure osato sognare che potesse venirmi offerta, e quindi sarei ingrata se osassi lamentarmi, figuriamoci se pensassi a dare le dimissioni (follia!!!) per cercarmi un lavoretto più vicino a casa – fra auto, treno e metropolitana ci metto circa un'ora e mezza ad arrivare in ufficio, altrettanto a rientrare – ma di minori pretese, tipo quello che svolgevo prima a Pescara, per il quale sarò sempre grata al mio datore di lavoro, ma che sinceramente non mi offriva prospettive. E poi, proprio adesso che l'azienda, che se avesse reputato il mio rendimento insoddisfacente avrebbe potuto liberarsi di me senza neanche dovermi licenziare ma semplicemente non rinnovandomi il contratto a tempo determinato, ha deciso di concedermi fiducia passandomi a tempo indeterminato... È vero che mi è toccato accettare il compromesso di vedermi ridotto l'orario lavorativo settimanale, e di conseguenza lo stipendio... ma sinceramente il part-time mi sta più che bene, perché adesso rientro a casa a un'ora decente, e posso rilassarmi un po' e dedicarmi alle mie cose prima di preparare la cena. Quello che col nuovo orario si è ridotto meno del previsto è lo stress... perché tanto sempre alle sei e mezza mi tocca alzarmi, ed è quello che mi pesa di più! ;-) (Le mie mansioni mi permettono all'occorrenza di lavorare da casa, ma non me la sento di chiederlo a meno che non sia assolutamente necessario)
P.S.: L'immagine che apre il post è la rivisitazione coi LEGO di Lunch atop a Skyscraper, celebre fotografia ripresa nel 1932 da Charles C. Ebbets e affermatasi come iconica rappresentazione dei lavoratori.
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