La notizia del marocchino che ha appiccato un incendio nella sede della polizia locale di Mirandola, causando purtroppo la morte di due persone, sembrava fatta apposta per trovare ampia eco sulla stampa destrorsa, e per permettere a Matteo Salvini di concludere per così dire "in bellezza" la sua campagna elettorale, tutta incentrata su slogan del tipo "prima gli italiani", "porti chiusi", "immigrati irregolari a casa" eccetera. Ma a quanto pare né l'una né l'altra cosa sono accadute. Forse perché il piromane aveva un decreto di espulsione a suo carico? Indovina un po' a chi sarebbe toccato il compito di farlo espellere? Per caso al ministro dell'interno (minuscole intenzionali)? Scòrdatelo, sono mesi che lui non ha tempo per dedicarsi a quella sciocchezzuola che è il suo lavoro: è troppo impegnato a girare come una trottola da una piazza all'altra, da un comizio all'altro...
Mentre uso questo argomento contro Salvini mi sento come se in un certo senso speculassi su una disgrazia, anche se a fin di bene. Ma poi mi risollevo, perché penso che lui va avanti da anni con speculazioni uguali e contrarie... e parla, parla alla pancia (e ad altre parti meno nobili) della gente, ma in fin dei conti alla prova dei fatti si vede che ha concluso ben poco. Io almeno al mio Paese – questo sì, con la maiuscola – ci tengo davvero, senza secondi fini. Invece lui pensa solo a tenersi stretta la sua comoda "cadrega", e magari ad aggiudicarsene una ancora più comoda...
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