martedì 30 gennaio 2018

Se sei "negro" ti tirano le pietre

Quest'oggi desidero occuparmi di due recenti notizie in un certo senso complementari che documentano l'intolleranza di tanti, troppi italiani nei confronti degli immigrati, anche – se non soprattutto – quando questi sono ben integrati; se non lavorano «vanno in giro a chiedere l'elemosina e a delinquere, rimandiamoli a casa loro!», se invece un impiego riescono a trovarlo «vengono in Italia a rubarci il lavoro»... e può addirittura capitare che i due opposti atteggiamenti coesistano nella stessa persona! :-O
L'altro giorno una paziente che si era presentata nell'ambulatorio della guardia medica di Cantù, in provincia di Como, trovandosi di fronte il dottor Andi Nganso, 30 anni, nato in Camerun e da 12 anni in Italia, ha girato sdegnosamente i tacchi, non prima di aver proclamato «Non mi faccio visitare da un negro». La reazione del medico, affidata a un post su Facebook in seguito eliminato, è stata esemplare: «Ti ringrazio. Ho un quarto d'ora per bere un caffè».
Invece Musah Awudu, mediatore culturale che collabora con la Caritas di Benevento, recatosi al pronto soccorso dell'Ospedale civile per farsi medicare in seguito a un banale incidente domestico, ha raccontato sempre su Facebook
Sono qui al pronto soccors per una visita. l'infermiera di turno non sta preocupando della mia salutei è molto infastidita dalla mia presenza, quindi mi chiede perché sono venuto in italia? io: "chiedimi del mio problema, per favore " .lei: no no, questo è il mio paese e se non ti piace torna in Africa." E comunque ha la croce e il quadro di padre pio appesi dapertutto. Io le ho fatto notare sfidando la sua fede e la sua professionalita'. Si infastidisce ancora di piu' " viva salvini..viva italia." Ha esclamata. Io sono ancora in fila per vedere il medico. Vi aggiorno ragazzi. Sono Musah, e' sono In diretta dall'Ospidale civile.
[Se stessi pensando di biasimarlo per la forma abbastanza approssimativa, ti farei notare che è pieno di nostri connazionali che si esprimono anche peggio]
Per fortuna il trentasettenne ghanese, che a Benevento ci vive da anni ed è molto conosciuto e apprezzato per il suo lavoro e il suo stile di vita, ha ricevuto tante manifestazioni di solidarietà dai cittadini del capoluogo campano. Quando però penso a certi politici che tendono a esasperare simili atteggiamenti di intolleranza per ragioni di mero calcolo elettorale, alimentando un circolo vizioso che non può portare a nulla di buono, sono sempre più pessimista riguardo al futuro della nostra società... :-(
[La "colonna sonora" di questo post – ancora piuttosto attuale a distanza di cinquant'anni dall'uscita – è di Antoine. Per caso ho scoperto che originariamente nel testo di Pietre il verso che ho usato come titolo del post c'era davvero, ma la censura si oppose]

Nessun commento:

Posta un commento