Il commercialista catanese Antonio Paladino dapprima si è candidato nella lista di Grande Sud che sostiene Gianfranco Micciché; passa qualche giorno e te lo ritrovi arruolato nell'Udc, e di conseguenza schierato a sostegno di un diverso candidato governatore, l'esponente del PD Rosario Crocetta. Persino la foto e lo slogan «Sosteniamo lo sviluppo ed il lavoro» sono identici da un manifesto all'altro. Vedere per credere!
Lo slogan del leader del movimento "Rivoluzione siciliana" Cateno De Luca è «Rivoluziono la Sicilia. Scateno De Luca», e sul manifesto compare l'immagine di una catena spezzata che dovrebbe rendere l'idea di un impegno rivoluzionario: due modi diversi di giocare con l'inconsueto nome di battesimo del candidato.
Nel suo manifesto il giovane Giancarlo Cammarata, candidato per l'Italia dei Valori, ha tenuto a mettere i puntini sulle i: «Non sono parente». Ma parente di chi? Beh, dell'ex sindaco di Palermo Diego Cammarata, naturalmente. Meglio prendere le distanze... ;-)
Mangia Franco, candidato del Movimento 5 Kili - Barabba Presidente «per il bene mio e della mia famiglia», ha come slogan elettorale «ma quale pilu ... vuliemu a pila!!», e come obiettivi da raggiungere «villa a mia moglie, SUV a mio figlio, cabina a Mondello a mia suocera». Trattasi palesemente di un brillante esempio di satira politica, ideato dal duo comico Matranga e Minafò. Eppure non è mancato chi ha preso la cosa sul serio, e si è indignato per cotanta faccia tosta...
Ancor più palese è l'intento satirico e provocatorio che si cela dietro la candidatura di Stefano, un simpatico esemplare di bulldog francese la cui campagna elettorale per il "Partito della Rabbia" si basa sullo slogan «Meglio un cane Politico che un Politico cane». Stefano ovviamente non può parlare, ma ha dalla sua parte un vero e proprio comitato con tanto di portavoce, ossia il suo padrone Calogero "Lillo" Bennardo.
Soprattutto questi ultimi due casi rendono l'idea del peso sempre maggiore che l'antipolitica può esercitare sull'opinione pubblica italiana. Dovrebbe dar parecchio da pensare il fatto che, secondo l'ultimo sondaggio EMG per il TG LA7 sulle intenzioni di voto alle politiche, il MoVimento 5 Stelle abbia raggiunto la ragguardevole quota del 17,8% di consensi, appena tre decimi di punto al di sotto del Pdl: se si votasse oggi, astensionismo a parte, quello di Beppe Grillo sarebbe il terzo partito d'Italia... per quanto esso rifiuti tale qualificazione, definendosi semplicemente una «libera associazione di cittadini».
Sinceramente è dura scegliere oggi... Veramente dura, andrò per esclusione forse...
RispondiEliminada siciliano che vive lontano ... sono passato da qui per caso ed ho trovato il tuo post illuminante. Ho fatto un link a questo post a conclusione di un intervento sul mio blog http://www.lacrisi2009.com/2012/10/la-sicilia-rischia-di-perdere-10.html
RispondiEliminaciao