- È vero che quelle immagini erano pubbliche, ma è altrettanto vero che non è ancora sufficientemente diffusa la consapevolezza che sia il caso di impostare la privacy dei contenuti condivisi online secondo criteri più restrittivi rispetto a quelli di default. E poi una sedicenne che va a prendere il pullman per andare a scuola non pensa mai che quel giorno possa capitarle qualcosa di terribile, e che i giornalisti andranno a caccia delle sue foto per far leva sull'emotività dei lettori, con lo scopo ultimo di ricevere più visite e vendere più copie.
- È noto che la pubblicazione di ritratti di minorenni è soggetta ad una regolamentazione piuttosto rigida: l'articolo 50 del Decreto Legislativo n° 196 del 30 giugno 2003, meglio noto come "Codice sulla privacy", stabilisce che il divieto «di pubblicazione e divulgazione con qualsiasi mezzo di notizie o immagini idonee a consentire l'identificazione di un minore si osserva anche in caso di coinvolgimento a qualunque titolo del minore in procedimenti giudiziari in materie diverse da quella penale». Forse si è ritenuto che il caso in esame rientrasse fra quelli contemplati nell'articolo 97 della legge n° 633 del 22 aprile 1941 (!), il quale prevede che «Non occorre il consenso della persona ritrattata quando la riproduzione dell'immagine è giustificata dalla notorietà o dall'ufficio pubblico coperto, da necessità di giustizia o di polizia, da scopi scientifici, didattici o colturali, o quando la riproduzione è collegata a fatti, avvenimenti, cerimonie di interesse pubblico o svoltisi in pubblico»...? O forse sono certi giornalisti ad "aggiustare" le regole, appellandosi al diritto di cronaca, come se le foto della vittima apportassero un contributo imprescindibile al resoconto dei fatti? Imprescindibile, sicuramente no. Io però le foto di Melissa le ho guardate, lo ammetto... e devo dire che mi hanno davvero toccato il cuore... :'-(
UPDATE: A qualche giorno di distanza, a proposito del trattamento mediatico dell'immagine della giovanissima vittima, segnalo l'appello del Garante della Privacy, la giustificazione (abbastanza convincente) del Corriere e la condotta (assolutamente ingiustificabile) delle redazioni del sito Tgcom24 e della trasmissione Pomeriggio Cinque, le quali hanno pensato bene di diffondere i filmati della prima comunione e di una recita di Melissa.
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