[Finalmente il post sul calcio che avevo ben poco scaramanticamente preannunciato giorni fa può vedere la luce... :-)]
«Torneremo, torneremo, torneremo in Serie A!»: così cantava la tifoseria biancazzurra in occasione della partita Pescara-Torino, vinta dal Delfino per 2 a 0 il 12 maggio scorso. E ieri è stata finalmente ufficializzata la notizia sulla quale in molti non avrebbero scommesso un centesimo all'inizio di questo campionato, benché l'approdo in panchina di un tecnico qualificato come Zdeněk Zeman abbia fatto sognare fin da subito gli appassionati: il Pescara sale in Serie A per la quinta volta nella sua storia, a quasi vent'anni dall'ultima militanza nella massima serie; si parla della stagione 1992/93, e all'epoca l'artefice della promozione fu il grande Giovanni Galeone.
La vittoria di ieri del Pescara sulla Sampdoria a Marassi quando manca una sola gara alla conclusione del campionato implica la certezza matematica di un primo o secondo posto in classifica, entrambi validi per il passaggio diretto alla Serie A senza dover affrontare i play-off. Un torneo da record, quello del Pescara: a una giornata dalla fine, 80 punti e 89 reti segnate. Il Torino ha due punti in più, ma di gol ne ha fatti "solo" 57... (ne ha pure subiti quasi la metà, a dire il vero)
Io ho seguito la partita e anche buona parte dei successivi festeggiamenti, e mi ha particolarmente colpita l'atteggiamento quasi impassibile del mister: nessuna scomposta manifestazione di esultanza, solo un po' di commozione, specialmente nel momento in cui ha ricordato Franco Mancini, il suo collaboratore prematuramente scomparso neppure due mesi fa. Non c'è niente da fare: anche se da juventina forse dovrei avercela con il tecnico boemo, lo considero un mito! :-) Parole assai lusinghiere sul suo conto sono state spese da Achille Corea e da Giovanni Fontana, sia sul suo blog sia su Il Post.
Chissà se il Pescara in Serie A riuscirà a tenersi stretti l'allenatore e i suoi giovani talenti, tutti richiestissimi da società di grande prestigio. Anche se così non fosse, io non vedo l'ora di tornarci, allo Stadio Adriatico, almeno per assistere a Pescara-Juventus: ci sono già stata il 30 maggio 1993 (5-1 per la Juve in Serie A) e poi il 31 marzo 2007 (1-0 sempre per la Vecchia Signora in Serie B).
Dal mio punto di vista, per rendere la giornata di ieri calcisticamente perfetta, mancava solo la conquista della Coppa Italia da parte della Juventus... e invece la squadra, evidentemente poco motivata perché già sazia per lo scudetto, si è fatta superare per 2 a 0 dal Napoli. Mi piacerebbe ostentare indifferenza come Mario Adinolfi, il quale ha twittato «Il Napoli, sesto in campionato, vince l'inutile coppetta contro le riserve della Juve e finge di aver salvato la stagione. Illudersi serve»... ma non ci riesco: se non altro, mi secca parecchio che la Juve abbia perso il primato dell'imbattibilità proprio in occasione dell'ultima partita della stagione, nonché ultima gara (salvo clamorosi ripensamenti) di capitan Del Piero in bianconero. Ieri Alex è partito titolare, per poi essere sostituito con Vucinic a metà del secondo tempo: probabilmente non aveva mai giocato così a lungo, quest'anno... comunque sarebbe stato bello se fosse rimasto in campo fino al fischio finale dell'arbitro, anziché doversi sedere tristemente in panchina, questa volta senza nemmeno la soddisfazione del trionfale giro di campo di cui era stato protagonista nel corso dell'ultima gara di campionato. :-(
Nessun commento:
Posta un commento