domenica 18 novembre 2007

Il prof di Mate e Fisica

È giunto il momento di postare quello che considero il pezzo forte de Il fu Mattia Pasqual (poi magari mi sbaglio di grosso, chi lo sa... ): il capitoletto dedicato al professore di Matematica e Fisica del triennio!

Il prof in questione era un'autentica miniera di battute, freddure e chi più ne ha più ne metta. Prima che facessimo la sua conoscenza, ci è stato presentato da uno studente più anziano che l'aveva già avuto come insegnante: «Come professore è forte, si mette alla pari degli alunni... cioè, non è inferiore». Effettivamente non era tra i docenti che incutevano più soggezione, tanto che, quando ci ha raccontato «Alla maturità ho avuto tutti 6, tranne un 7 in fisica e un 8 in educazione fisica», uno di noi si è permesso di replicare «Perché non ha fatto l'ISEF?». Sottinteso: così non veniva ad insegnare Matematica a noi. Una volta che il prof, palesemente affetto da calvizie, ci raccontava di aver preso tanto sole, un mio compagno gli ha fatto notare «Professo', lo sa che il sole fa cadere i capelli?», ed un altro ha subito aggiunto «Si vede!».
Il brav'uomo non era particolarmente severo con chi arrivava in ritardo, adducendo magari giustificazioni del tipo «L'autobus ha deragliato», anche se ammetteva «Se fossi in me non vi farei entrare». Quando trovava l'aula quasi vuota per i "filoni" (è così che si dice da noi quando si marina la scuola), commentava:



Prof: Siete sei gatti.
Alunno: Ma se siamo sette!
Prof: Che ne sapete chi non ho trattato da gatto?


Era specializzato nel fare battute sugli argomenti più disparati. Uno degli argomenti che trovava più congeniali era la religione. Un giorno cominciò la lezione dicendo «Vorrei fare un po' di religione... vi racconto una parabola» (per inciso, sappiate che «per tracciare una parabola occorrono pochi punti... come quando uno si fa male lievemente»). Un'altra volta, mentre ci leggeva una circolare: «Lunedì 19 ottobre si celebrerà l'assemblea di istituto», ha aggiunto «Ore 9... Santa Messa». Ecco un altro esempio di humour catechistico:

Alunno: Possiamo usare le tavole? (logaritmiche)
Prof: Tu fai religione?
Alunno: Perché?
Prof: Non le usi, le tavole? (dei dieci comandamenti)



Quando si trattava di risolvere un sistema di equazioni, immancabilmente la sua mente andava al Totocalcio, il che gli faceva dire cose del tipo «Questo è un sistema. Quante doppie?», e «Se non fai il sistema come fai a fare 13?».
Comunque, il prof si sentiva particolarmente ispirato dalla trigonometria, ed in particolare dalla funzione seno... Non si limitava certo ai giochi di parole con "sinusoide" e "sinusite". Ecco cos'ha detto mentre interrogava una mia compagna: «Il seno... Fammelo vedere. (poi) Il seno l'ha fatto vedere bene, ma era troppo piccolo. (poi) Mettiamo il seno in evidenza».
Qualche lezione dopo, alla lavagna è stata chiamata un'altra ragazza...



Prof: Dimmi il teorema dei seni...
Alunno: Ma perché lo chiede sempre alle ragazze?
Prof: Non sono come Pacciani, non chiedo quello sinistro.



Per restare in ambito sessuale, una volta il prof ci ha tranquillizzati informandoci che «a far l'amore con la realtà virtuale non si prende l'AIDS, a meno che il computer non abbia dei virus». Poi non c'era da stupirsi se, quando il prof dopo un'assenza raccontava «Sono stato a letto...», qualcuno gli chiedeva «Con chi?».
Ma passiamo ad un'altra funzione trigonometrica, la tangente. Si noti che eravamo in piena era di Tangentopoli, quindi le battute si sprecavano. Un giorno il prof spiegò: «Che periodo ha la tangente? Dipende dall'attività che uno fa. Poggiolini, ad esempio...» (per chi non se lo ricordasse, Poggiolini era tra le persone implicate nelle indagini di Mani Pulite). Ah, dovete sapere che «tangente viene dal latino "tango"... il ballo», così come la lambada ha a che fare con la lettera greca "lambda". Si vede quindi che spesso il prof si divertiva a darci l'etimologia delle parole. A volte ci azzeccava... (in periodo di elezioni, a uno che osservava «Lei c'ha la faccia da candidato», ha risposto «Non ho nessuna veste bianca»), altre volte meno («pecora deriva da pecunia», ma non era il contrario?). Un ultimo esempio di illuminante precisazione linguistica: «Prendiamo una quantità discreta... non nel senso che si fa gli affari suoi».
Chiusa la parentesi etimologica, ritorno alle spiritosaggini più o meno attinenti alla matematica. Una volta, osservando che di tre nostre compagne che erano solite stare sempre insieme ne era presente solo una, osservò: «Il trio si è scomposto... Eppure 3 non si può scomporre, perché è un numero primo». Spesso doveva ripetere le spiegazioni perché qualcuno era stato assente (del resto, il prof non rinunciava a spiegare neanche quando la classe era mezza vuota, nonostante le nostre rivendicazioni: «Davanti a dieci persone assenti lei non può spiegare!»)...



Alunna: Io verrei all'interrogazione, ma non sono stata alle spiegazioni sui limiti...
Prof: Hai dei limiti?



... o non aveva capito qualcosa.



Alunno: Non ho capito bene l'infinito.
Prof: Non hai studiato Leopardi?


«Non capisci le radici? Eppure t'intendi di cucina!»



Una volta affermò: «Quando parlo io, sono la logica personificata», ed in effetti faceva uso della logica anche in situazioni che non lo richiedevano, come nel caso seguente.



Prof: Mica ti sei offesa?
Alunna: No, no!
Prof: Hai detto due volte "no", perciò hai detto "sì", perché due negazioni si annullano.



Alla fine delle lezioni, inesorabile, il professore ci dava gli esercizi, anche se lui preferiva definirlo diversamente: «Non vi do esercizi, vi do solo i numeretti», e mentre dava questi numeretti, naturalmente, annunciava «Sto dando i numeri». Tentava di rendere più piacevole l'incombenza scherzandoci su: «Esercizi numero 20... 84... Qualcuno ha fatto ambo?».


A partire dal quarto anno, il prof di Matematica ci ha insegnato anche Fisica e, per prima cosa, ha messo in chiaro che «la fisica s'interessa della materia, lo spirito non c'entra».
Tra gli argomenti che ha trattato c'era la propagazione delle onde, le quali possono essere riflesse («L'onda è respinta, non rimandata») o rifratte («La rifrazione avviene se si cambia mezzo. Cioè se si passa dal treno all'autobus?!»). Quando si è parlato di onde elettromagnetiche, abbiamo imparato che per determinare il colore di un corpo opaco... «gli si passa una mano di vernice!».
Ad uno di noi che sembrava poco interessato alla dimostrazione dell'esperimento di Millikan (nel quale si utilizza dell'olio in goccioline minutissime) si rivolse dicendo: «Sei a dieta? Non t'interessa l'olio?». Lo stesso fanciullo una volta si sentì rivolgere la domanda «Cos'è la velocità? Lo chiedo a te, che sei un tipo dinamico».
A scanso di equivoci, ricordo che «le fasce di Van Allen non sono quelle che aveva quando era piccolo».
Infine, un suggerimento che potrebbe tornare utile: «Dove si trova la corrente alternata? Metti la spina alla presa...».


Il prof mostrava la propria impostazione matematica anche quando si trattava di metterci i voti: ad esempio, «Sei sfortunato perché non ho il registro, sennò ti avrei messo un voto maggiore o uguale a 6». Ma i voti erano anche un pretesto per dire spiritosaggini.



Prof: Sai giocare a carte?
Alunna: Perché?
Prof: Hai tre sette.


Alunna: Voglio sei.
Prof: Mi dai del tu?



Certo nessuno di noi esultava quando il prof interrogava, ma lui cercava di sdrammatizzare la cosa dicendo «Io non interrogo, io colloquio». Analogamente, a chi gli faceva notare che non dava il buon esempio leggendo il giornale nelle ore di lezione, replicava «Io non sto leggendo, mi sto informando». Questione di sfumature. A volte capitava che qualcuno di noi gli chiedesse in prestito il giornale:



Alunno: Professo', posso vede' una cosa al giornale? Il tempo...
Prof: Ma se questo è il Corriere della Sera!



Se si tentava di farlo parlare di calcio, ecco cosa poteva succedere...



Alunno: Che cosa ne pensa di Carnevale? (il calciatore, che allora giocava nel Pescara)
Prof: Eh, è un bel giorno, anzi due giorni di vacanza...



Inevitabilmente il senso dell'umorismo del prof ha contagiato un po' anche noi alunni. Una volta che il prof aveva comperato una lampadina, un mio compagno gli ha chiesto: «Vuole far luce su un problema?». E una volta che, nel tentativo di citare un proverbio, il prof si è sbagliato ed ha esordito con «La gatta cieca...», un altro ha prontamente concluso dicendo «... fece i gattini frettolosi». Un giorno in cui c'erano molti assenti il professore, pensando che gli alunni mancanti fossero semplicemente fuori dall'aula, ha ordinato:



Prof: Chiamate gli altri!
Alunno: Gli altri siamo noi! Siamo solo noi!



Poiché il tempo a disposizione era poco, abbiamo dovuto concludere lo studio dell'ottica senza studiare un argomento interessante come l'occhio umano:



Prof: Non potevamo dedicare del tempo all'occhio.
Alunna: Anche l'occhio vuole la sua parte!



Concludo sottoponendovi un quesito esistenziale sul quale il prof una volta si stava arrovellando: «Perché si chiama Duplo?» (se è triplo).

4 commenti:

  1. MAMMA MIAAAA!! Simpatico questo post ma credo di essere stato l'unico a leggerlo fino in fondo!! Veramente trooooppo lungo. Ciao

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  2. Per PavonePensoso: immaginavo che fosse troppo lungo, ma non sapevo come spezzarlo. A molti miei compagni di classe ho parlato de Il fu Mattia Pasqual, e mi piace pensare che anche loro abbiano la tua stessa pazienza di leggerlo tutto... ma, se lo fanno, non lasciano tracce del loro passaggio!

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  3. Ciao, ho letto il tuo intervento tutto d'un fiato, perchè l'ho trovato davvero interessante e divertente, in quanto io stessa sto vivendo una situazione simile a quella che hai avuto modo di vivere tu: in compagnia di un professore di matematica e fisica che sa svolgere il suo mestiere e allo stess tempo sa divertirsi e far divertire i suoi alunni. Ora sto frequentando la quarta superiore (scientifico ad indirizzo linguistico) e, purtroppo, in quattro anni ho cambiato quattro insegnanti di matematica. Generalmente comunque mi sono trovata sempre bene visto che ho una predilezione particolare per le materie scientifiche, ma il massimo credo sia giunto proprio quest'anno con l'avvento del nuovo prof di mate e fisica. Davvero una persona piacevole e professionale! Mi ha fatto veramente piacere leggere il tuo posto, perchè mi ha dato la possibilità di immedesimarmici. ;-)

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  4. Ciao cara, sono davvero contenta che il "papiro" che ho scritto ti sia piaciuto, e che ti ci sia riconosciuta! :-)

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