sabato 12 luglio 2025

Mi dichiaro colpevole

Andrea ha raccontato in un post di essersi sentito un c***ione per aver pagato il costo del tagliando dell'auto col bancomat rifiutando la proposta del meccanico di pagare in contanti, evitare la fattura e risparmiare i soldi dell'IVA. Io invece di recente mi sono sentita a mia volta una c***iona, ma per il motivo opposto.

Martedì notte, anzi oramai era mercoledì da un pezzo, sono giunta a Milano col treno in forte ritardo, e l'unico modo per tornare a casa a Monza era prendere un taxi, non essendoci mezzi pubblici in servizio a quell'ora. Mi sono messa in coda, e dopo qualche minuto è arrivato il mio turno. Il tassista ha caricato la mia valigia nel bagagliaio, ha impostato sul navigatore l'indirizzo che gli avevo indicato ed è partito. Io, sapendo che i tassisti sono notoriamente refrattari ai pagamenti tracciabili, ho chiesto subito «Quanto prevede che costerà la corsa? Posso pagare col POS? Perché sa, non sono sicura di avere contanti a sufficienza» (a dire il vero, fino a un paio di settimane fa, nel portafogli non avevo letteralmente un centesimo, dal momento che ormai uso la carta anche per pagare importi minimi e i pochi spiccioli che avevo li ho cambiati in una moneta utile per prendere il carrello al supermercato, ma successivamente sono andata a prelevare perché non si sa mai).

Lui: «Una cinquantina di euro... Se non le bastano i soldi può pagare un po' e un po', non la accompagno mica a prelevare a quest'ora» (com'è umano lei).

Dopo una mezz'ora scarsa di tragitto, durante la quale gli ho raccontato un po' di fatti miei – e lui mi ha confidato di voler inserire le mie vicissitudini nel libro basato sulle storie dei clienti che ha intenzione di scrivere – siamo arrivati a destinazione.

«Sono quaranta euro, vede?, è anche meno del previsto. Le ho fatto lo sconto simpatia».

E io ho estratto dal portafogli due banconote da venti euro, senza impuntarmi per usare il POS che pure sarebbe stato disponibile, e gliele ho porte.

Mi sono sentita una c***iona, dicevo... e ancora di più dopo che oggi ho letto una frase del post di Andrea: «non si può continuare a lamentarsi che in Italia non funziona niente, che i servizi e la sanità sono allo sfascio e poi continuare coi nostri comportamenti a essere corresponsabili di questo disastro».

[La foto che apre il post è tratta da un articolo dell'avvocato Angelo Greco riguardante proprio la possibilità di pagare il taxi col POS]

2 commenti:

  1. Due considerazioni che mi sono venute in mente per così dire a margine del vero tema di questo tuo post, e che riguardano invece aspetti caratteriali.
    La prima è la constatazione della fortuna che hai avuto nell'imbatterti in un taxista così simpatico, e pure scrittore (fatto salvo ovviamente che merita di essere bacchettato, direi meglio sanzionato visto che propende per i contanti). Sarà che nella mia città è uno dei tipici mestieri cui vengono indirizzati quelli che escono dal carcere... fatto sta che a volte mi è capitato d'imbattermi in tipi non proprio come uno se li augurerebbe.
    La seconda è a proposito della tua spesso evocata difficoltà nell'instaurare rapporti interpersonali, che invece la facilità con cui sei entrata in amichevole colloquio con il tassista sembrerebbe assolutamente smentire: tratterebbesi dunque di un caso di orsitudine più percepita che reale? ;-))
    Tutto qua...
    Ciao, buona domenica!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Riguardo alla tua prima considerazione, nella mia ingenuità e inesperienza sinceramente non avevo idea che i tassisti potessero essere così poco raccomandabili (al netto del fatto che questo qua era "allergico" al POS); se lo avessi saputo, probabilmente sarei stata assai meno serena nel pianificare il mio viaggio di ritorno.
      Riguardo alla seconda, direi che è stato bravo il tassista a scardinare la mia timidezza e a "estorcermi" un po' di confidenze (che poi non è che gli abbia detto chissà cosa). Nella stragrande maggioranza dei casi, quando devo passare del tempo con estranei, se non ci sono argomenti specifici da discutere si protraggono silenzi interminabili, al massimo inframmezzati da monosillabi all'occorrenza.
      Ciao ciao! :-)

      Elimina