L'altro giorno mi sono imbattuta in questo video, pubblicato sull'account Instagram del quotidiano La Stampa, e quasi stentavo a credere che concetti del genere abbiano potuto essere formulati nel 2024 da un giovane di neppure 29 anni, il giocatore di football americano Harrison Butker, e che gli sia stato concesso di esporli pubblicamente durante la cerimonia di consegna dei diplomi presso l'Università cattolica (vabbè, non avevo dubbi al riguardo) Benedictine College di Atchison, in Kansas.
Alle ragazze qui presenti oggi, voglio dire brevemente qualcosa solo a voi perché penso che siate voi, le donne, quelle a cui vengono dette le bugie più diaboliche. Quante di voi sono sedute qui ora e stanno pensando a tutte le promozioni e i titoli che raggiungerete nella vostra carriera? Alcune di voi potrebbero intraprendere carriere di successo nel mondo, ma io azzarderei a indovinare che la maggior parte di voi è più entusiasta del matrimonio e dei figli che metterete al mondo. Posso dirvi che la mia bellissima moglie Isabel sarebbe la prima a dire che la sua vita è iniziata veramente quando ha iniziato a vivere la sua vocazione di moglie e di madre. Sono più che fortunato per i molti talenti che Dio mi ha dato. Ma non si può sottolineare abbastanza quanto il mio successo sia possibile perché una ragazza che ho incontrato alle medie è diventata mia moglie e ha abbracciato uno dei titoli più importanti, quello di fare la donna di casa. Per i gentiluomini qui presenti, siate impenitenti nella vostra mascolinità. Combattete contro l'evirazione culturale degli uomini. Fate cose difficili, non accontentatevi mai di ciò che è facile. Questa generazione e questo momento della nostra società devono smettere di fingere che le cose che vediamo attorno a noi siano normali. Non c'è nulla di buono nel giocare a fare Dio con l'avere figli. Cose come l'aborto per l'uccisione di bambini innocenti, la fecondazione assistita, la maternità surrogata, l'eutanasia, le persone che spingono pericolose ideologie di genere sui giovani d'America [qua ha messo insieme svariate questioni parecchio differenti l'una dall'altra, alcune che riconosco relativamente controverse con altre che in una società civile dovrebbero essere ormai scontate, NdC], tutto deriva dalla pervasività del disordine. So che il mio messaggio di oggi aveva un po' meno di sottigliezza di quanto ci si aspetta da questi discorsi, ma credo che questo pubblico e questa sede siano il posto migliore per parlare apertamente e onestamente di chi siamo e di dove tutti vogliamo andare, cioè il paradiso.
Mi verrebbe da obiettare che, se ci troverò gente come lui, io non sono mica sicura di volerci andare, in paradiso! ;-)
Condivido il tuo sgomento e sorpresa per il messaggio del giovane e barbuto giocatore di football ma non sono d’accordo sul principio di censura che suggerisci. Scrivendo che ti stupisci “che gli sia stato concesso di esporli pubblicamente” implichi infatti che avrebbe dovuto essere censurato.
RispondiEliminaE la censura è sempre sbagliata: a parte il fatto che in generale solo gli arroganti sono sempre sicuri di sapere quali siano le opinioni giuste e quelle errate, anche se l’idea espressa fosse sbagliata è comunque utile permettere che venga condivisa. Col suo errore infatti permette alla verità di risaltare più chiaramente, di essere quindi compresa più a fondo: la verità a cui non venga concesso di essere messa in discussione rischia invece di divenire un vuoto dogma: una formula che si conosce a memoria ma di cui non si comprende il reale significato.
In effetti la politica di questi ultimi anni ci sta dando un cattivo esempio su cosa sia il dialogo, la comprensione e la tolleranza. Però ti consiglio un libretto bellissimo: “Saggio sulla libertà” di John Stuart Mill. È un libro di poche pagine che veramente ha la forza di idee semplici ma profonde.
Oltretutto l’autore ci mise una dedica bellissima alla moglie morta da poco: mi è venuta a mente perché, nonostante sia stata scritta a metà del XIX secolo, suggerisce una visione molto diversa della donna/moglie da quella del “nostro” giocatore: Mill descrive la moglie non come sua pari intellettiva ma come sua superiore.
Ti ringrazio per la tua osservazione che mi dà modo di chiarire il mio pensiero, che mi suonava fraintendibile già mentre lo scrivevo. Lungi da me sostenere la censura. Il fatto è che oggigiorno chiunque, a maggior ragione un personaggio famoso e popolare come quello in questione, ha a disposizione molteplici canali comunicativi per manifestare le proprie opinioni. Espresse in un contesto accademico, a mio modesto parere, ricevono una legittimazione che non meritano. Della serie "Ragazze, studiate pure e laureatevi per la vostra cultura personale, ma tanto il ruolo a cui siete destinate sarà quello di mogli e madri". Non sono convinta quanto te che col suo errore permetta alla verità di risaltare più chiaramente; credo invece che una simile esternazione pubblica abbia un effetto polarizzante, rafforzando l'ostilità di chi la pensa in modo opposto, ma anche il sostegno di chi era già sostanzialmente dalla sua parte.
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